edevils
2010-07-26 11:41:04 UTC
Non so se l'Italia abbia bisogno del nucleare. Forse sì, da quel che
capisco, ma forse sono possibili in teoria anche strade diverse?,
anche considerando che gli ostacoli politici e amministrativi potranno
comunque bloccare la costruzione di nuove centrali, volenti o nolenti,
dunque tanto vale prendere atto che siamo in Italia e rinunciare in
partenza? Boh.
In ogni caso ho l'impressione che molte delle obiezioni che si
sentono ripetere come un'avemaria contro il nucleare siano un filino
pretestuose, cioè nascondano sotto motivazioni apparentemente tecnica
un'avversione che in realtà è fondamentalmente di principio,
ideologica.
Ad esempio:
1. "Ci vorranno almeno dieci anni".
Beh, lo sento ripetere da almeno dieci anni. Se si fosse cominciato
allora...
2. "Il nucleare non sostituisce il petrolio, perché produce energia
elettrica ma non sostituisce i carburanti per il trasporto".
Beh, ma le centrali elettriche tradizionali a cosa vanno?
Ovviamente il nucleare non sostituirà del tutto oli e gas, ma la sua
quotà sì.
3. "Il piano nucleare italiano costerà uno sproposito" (una trentina
di miliardi di euro in tutto, se non ho capito male).
Beh. Sono tanti soldi, ma è lo stesso ordine di grandezza della spesa
preventivata solo per ripulire il golfo del Messico dalla megaperdita
di petrolio in alto mare di queste settimane.
4. "Non sappiamo dove mettere le scorie".
Beh, questa è un'obiezione sensata, occorre realizzare un deposito
sicuro ad hoc. Ma non si realizza, anche questo, per le solite
obiezioni, è perché nessuno lo vuole nella propria regione. Allora,
ci sarebbe da chiedersi: è davvero motivata questa resistenza?
A quanto leggo, peraltro, alcune tecnologie nucleari promettono di
reimpiegare le scorie come combustibile.
5. "L'energia in più non serve"
Beh, siamo in periodo di recessione economica, i consumi sono scesi.
In ogni caso paghiamo l'energia elettrica più cara che altrove e
questo penalizza le produzioni in Italia. Peraltro l'Italia usa anche
ora l'energia nucleare importandola dalle nazioni vicine,
6. "Il referendum aveva detto No".
Beh, sarei anch'io per fare un nuovo referendum, magari consultivo,
per decidere il da farsi e in caso di vittoria dei Sì avere una base
politica più solida per il nuovo programma. Però il referendum di
venti anni fa non è giuridicamente vincolante, anche perché era su
punti specifici.
7. "Non sappiamo se la tecnologia nucleare è davvero sicura"
Poteva avere senso avere questi dubbi dopo Chernobyl, ma è passata
molta acqua sotto i ponti e in sostanza si è confermato che di
incidenti gravi come Chernobyl non ne succedono in centrali con
tecnologia occidentale.
Altre fonti di energia tradizionali, come gas e petrolio, nel
frattempo hanno fatto molte più vittime, danni, inquinamento.
Dunque, volendo scegliere il male minore, va a finire che il nucleare
è la scelta più "ecologica" tra quelle che realisticamente possono
garantire produzioni significative.
8. "Meglio le energie alternative da fonti rinnovabili"
Beh, è quello che si diceva anche vent'anni fa, ma dopo tanti anni si
è fatto relativamente poco e quel poco al prezzo di costosi incentivi.
Soprattutto, finché non si riuscirà ad immagazzinare in maniera
efficiente l'energia prodotta dal sole e dal vento, questo tipo di
produzione non ha la flessibilità per adattarsi agli andamenti dei
consumi, quindi richiede sempre una produzione tradizionale per
coprire i picchi.
9. "Meglio il risparmio energetico, la strada dell'efficienza".
Beh, son belle cose, e certo non dovremmo commettere l'errore
"americano" che più energia si ha, più se ne spreca. Però, per quanto
si cerchino risparmio e sacrosanta efficienza, viviamo in una società
che a torto o a ragione insegue il benessere crescente, lo sviluppo
crescente e il crescente consumo, e a meno che gli italiani si
convincano di inseguire una "decrescità felice", una dignitosa ed
efficiente povertà (ne dubito), i consumi energetici continueranno ad
aumentare come sono aumentati costantemente negli anni nonostante il
carobolletta, con la conseguenza che dipenderemo sempre più dalle
attuali fonti energetiche fossili, inquinanti, costose, concentrate in
poche mani, e in via d'esaurimento. Tutto sommato, anche volendo
risparmiare e cercare l'efficienza, tagliare gli sprechi, ecc.,
*diversificare* la produzione anche con una quota di nucleare non pare
una cattiva idea.
10. "Sì, va bene, ma meglio attendere la prossima generazione di
centrali nucleari, la quarta generazione, più moderna e sicura."
Beh, non lo so, però in quel caso rischiamo davvero che passino vari
decenni. Davvero dobbiamo attendere la quarta generazione o non va già
bene la terza? O non è per caso che questa distinzione è strumentale
per non dire No ma neanche Sì, prendere tempo, da bravi politici che
non vogliono scontentare nessuno? ;-)
capisco, ma forse sono possibili in teoria anche strade diverse?,
anche considerando che gli ostacoli politici e amministrativi potranno
comunque bloccare la costruzione di nuove centrali, volenti o nolenti,
dunque tanto vale prendere atto che siamo in Italia e rinunciare in
partenza? Boh.
In ogni caso ho l'impressione che molte delle obiezioni che si
sentono ripetere come un'avemaria contro il nucleare siano un filino
pretestuose, cioè nascondano sotto motivazioni apparentemente tecnica
un'avversione che in realtà è fondamentalmente di principio,
ideologica.
Ad esempio:
1. "Ci vorranno almeno dieci anni".
Beh, lo sento ripetere da almeno dieci anni. Se si fosse cominciato
allora...
2. "Il nucleare non sostituisce il petrolio, perché produce energia
elettrica ma non sostituisce i carburanti per il trasporto".
Beh, ma le centrali elettriche tradizionali a cosa vanno?
Ovviamente il nucleare non sostituirà del tutto oli e gas, ma la sua
quotà sì.
3. "Il piano nucleare italiano costerà uno sproposito" (una trentina
di miliardi di euro in tutto, se non ho capito male).
Beh. Sono tanti soldi, ma è lo stesso ordine di grandezza della spesa
preventivata solo per ripulire il golfo del Messico dalla megaperdita
di petrolio in alto mare di queste settimane.
4. "Non sappiamo dove mettere le scorie".
Beh, questa è un'obiezione sensata, occorre realizzare un deposito
sicuro ad hoc. Ma non si realizza, anche questo, per le solite
obiezioni, è perché nessuno lo vuole nella propria regione. Allora,
ci sarebbe da chiedersi: è davvero motivata questa resistenza?
A quanto leggo, peraltro, alcune tecnologie nucleari promettono di
reimpiegare le scorie come combustibile.
5. "L'energia in più non serve"
Beh, siamo in periodo di recessione economica, i consumi sono scesi.
In ogni caso paghiamo l'energia elettrica più cara che altrove e
questo penalizza le produzioni in Italia. Peraltro l'Italia usa anche
ora l'energia nucleare importandola dalle nazioni vicine,
6. "Il referendum aveva detto No".
Beh, sarei anch'io per fare un nuovo referendum, magari consultivo,
per decidere il da farsi e in caso di vittoria dei Sì avere una base
politica più solida per il nuovo programma. Però il referendum di
venti anni fa non è giuridicamente vincolante, anche perché era su
punti specifici.
7. "Non sappiamo se la tecnologia nucleare è davvero sicura"
Poteva avere senso avere questi dubbi dopo Chernobyl, ma è passata
molta acqua sotto i ponti e in sostanza si è confermato che di
incidenti gravi come Chernobyl non ne succedono in centrali con
tecnologia occidentale.
Altre fonti di energia tradizionali, come gas e petrolio, nel
frattempo hanno fatto molte più vittime, danni, inquinamento.
Dunque, volendo scegliere il male minore, va a finire che il nucleare
è la scelta più "ecologica" tra quelle che realisticamente possono
garantire produzioni significative.
8. "Meglio le energie alternative da fonti rinnovabili"
Beh, è quello che si diceva anche vent'anni fa, ma dopo tanti anni si
è fatto relativamente poco e quel poco al prezzo di costosi incentivi.
Soprattutto, finché non si riuscirà ad immagazzinare in maniera
efficiente l'energia prodotta dal sole e dal vento, questo tipo di
produzione non ha la flessibilità per adattarsi agli andamenti dei
consumi, quindi richiede sempre una produzione tradizionale per
coprire i picchi.
9. "Meglio il risparmio energetico, la strada dell'efficienza".
Beh, son belle cose, e certo non dovremmo commettere l'errore
"americano" che più energia si ha, più se ne spreca. Però, per quanto
si cerchino risparmio e sacrosanta efficienza, viviamo in una società
che a torto o a ragione insegue il benessere crescente, lo sviluppo
crescente e il crescente consumo, e a meno che gli italiani si
convincano di inseguire una "decrescità felice", una dignitosa ed
efficiente povertà (ne dubito), i consumi energetici continueranno ad
aumentare come sono aumentati costantemente negli anni nonostante il
carobolletta, con la conseguenza che dipenderemo sempre più dalle
attuali fonti energetiche fossili, inquinanti, costose, concentrate in
poche mani, e in via d'esaurimento. Tutto sommato, anche volendo
risparmiare e cercare l'efficienza, tagliare gli sprechi, ecc.,
*diversificare* la produzione anche con una quota di nucleare non pare
una cattiva idea.
10. "Sì, va bene, ma meglio attendere la prossima generazione di
centrali nucleari, la quarta generazione, più moderna e sicura."
Beh, non lo so, però in quel caso rischiamo davvero che passino vari
decenni. Davvero dobbiamo attendere la quarta generazione o non va già
bene la terza? O non è per caso che questa distinzione è strumentale
per non dire No ma neanche Sì, prendere tempo, da bravi politici che
non vogliono scontentare nessuno? ;-)