Discussione:
accenti
(troppo vecchio per rispondere)
Giovanni Drogo
2018-01-12 10:03:27 UTC
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Sto leggendo "La Milano dei Navigli - passeggiata letteraria" di Dante
Isella, che cita dei passi di Carlo Cattaneo che riportano dei curiosi
accenti:

"le abbiamo diffuse sulle àride lande. [...] sotto la stessa latitúdine
della Vandèa, della Svizzera, della Tàuride ..."

"Questo canale si estràe dal Ticino a Tornavento [...] con varie òpere
di armatura [...] che lo sostèngono in gran parte [...] per 17
chilòmetri [...] inflette con sùbito àngolo il suo corso fino a Gaggiano
e quindi inclinàndosi alquanto verso settentrione [...] un totale di
metri cùbici 3085 per minuto ..."
Giacobino da Tradate
2018-01-12 12:49:02 UTC
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Post by Giovanni Drogo
Sto leggendo "La Milano dei Navigli - passeggiata letteraria" di
Dante Isella
Dante Isella era uno pseudonimo o sbaglio?
Post by Giovanni Drogo
curiosi accenti: > àride latitúdine Vandèa Tàuride estràe òpere
sostèngono chilòmetri sùbito àngolo inclinàndosi cùbici
tranne "sostengono", per il resto sono d'accordo.
--
la cricca dei giacobini (C) M.G.
edi'®
2018-01-12 12:57:07 UTC
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Post by Giacobino da Tradate
Post by Giovanni Drogo
curiosi accenti: > àride latitúdine Vandèa Tàuride estràe òpere
sostèngono chilòmetri sùbito àngolo inclinàndosi cùbici
tranne "sostengono", per il resto sono d'accordo.
A prescindere dagli accenti gravi o acuti, indicare dove cade l'accento
tonico (nei termini non piani, un po' come nello spagnolo) era un vezzo
dell'autore o un'abitudine diffusa ai tempi?

E.D.
Dragonòt
2018-01-12 19:55:00 UTC
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indicare dove cade l'accento tonico [] era un vezzo dell'autore o
un'abitudine diffusa ai tempi?
Lo faceva anche il Biondelli, che scriveva anche "èssere".
Probabilmente ci tenevano a scrivere con precisione una lingua che, ai
tempi, non avevano molte occasioni di praticare, visto che era parlata solo
da circa il 2% degli abitanti della penisola, concentrati per la maggio
parte in Toscana e roma (fonte Tullio De Mauro).
Bepe
Mad Prof
2018-01-12 21:34:24 UTC
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Post by Dragonòt
una lingua che, ai
tempi, non avevano molte occasioni di praticare, visto che era parlata solo
da circa il 2% degli abitanti della penisola, concentrati per la maggio
parte in Toscana e roma (fonte Tullio De Mauro).
Bah, se parliamo di italiano corretto e forbito pure pure, ma anche i
meno istruiti tra gli abitanti dell'Italia centrale, quindi Toscana
(tutta), Umbria e Lazio (perlomeno la metà settentrionale) non credo
avrebbero avuto problemi a capire qualcuno che parlasse italiano
"scolastico"…

Vedasi

http://www.intratext.com/ixt/ita1554/_PWL.HTM#V

La lezzione der padroncino

Mó hanno messo er piú fijjo granniscello

a la lingua itajjana. Oh ddi', Bbastiano,
si nun ze chiama avé pperzo er cervello
***d'imparà l'itajjano a un itajjano.***

Lo sento sempre co un libbraccio in mano
dí: er fraggello, ar fraggello, cor fraggello,
der zovrano, er zovrano, dar zovrano:
e 'ggnisempre sta storia, poverello!

Sarà una bella cosa, e cquer che vvòi;
ma a mmé me pare a mmé cche ste parole
sò cquell'istesse che ddiscémo noi.

Si ffussino indiffiscile uguarmente
come che ll'antri studi de le scòle,
io nu ne capirebbe un accidente.

Giuseppe Gioacchino Belli
***8 aprile 1834***
--
73 is the Chuck Norris of numbers.
Mad Prof
2018-01-12 15:58:54 UTC
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Post by Giacobino da Tradate
Post by Giovanni Drogo
curiosi accenti: > àride latitúdine Vandèa Tàuride estràe òpere
sostèngono chilòmetri sùbito àngolo inclinàndosi cùbici
tranne "sostengono", per il resto sono d'accordo.
Io concordo col sostèngono, ma se si distingue tra grave e acuto per
tutte le vocali, cùbici dovrebbe invece essere cúbici.
--
73 is the Chuck Norris of numbers.
Bruno Campanini
2018-01-12 19:09:13 UTC
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Post by Mad Prof
Post by Giacobino da Tradate
Post by Giovanni Drogo
curiosi accenti: > àride latitúdine Vandèa Tàuride estràe òpere
sostèngono chilòmetri sùbito àngolo inclinàndosi cùbici
tranne "sostengono", per il resto sono d'accordo.
Io concordo col sostèngono, ma se si distingue tra grave e acuto per
tutte le vocali, cùbici dovrebbe invece essere cúbici.
Io non riesco a immaginare la differenza sonora fra ù e ú.
Prova a snocciolare alcun'altre parole.

Bruno
Mad Prof
2018-01-12 20:57:21 UTC
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Post by Bruno Campanini
Post by Mad Prof
Post by Giacobino da Tradate
Post by Giovanni Drogo
curiosi accenti: > àride latitúdine Vandèa Tàuride estràe òpere
sostèngono chilòmetri sùbito àngolo inclinàndosi cùbici
tranne "sostengono", per il resto sono d'accordo.
Io concordo col sostèngono, ma se si distingue tra grave e acuto per
tutte le vocali, cùbici dovrebbe invece essere cúbici.
Io non riesco a immaginare la differenza sonora fra ù e ú.
Non esiste infatti. Il punto è che la convenzione moderna vuole che
l’accento acuto si usi solo con la E e con la O per distinguere il suono
chiuso da quello aperto. Per la A, la I, la U e la E e la O aperte si usa
l’accento grave.
Ma nel passo citato l’autore sembra che stia usando la vecchia convenzione
di specificare anche per le altre vocali se il suono è aperto o chiuso: in
questo caso á, ù e ì sono sbagliati. Si possono usare solo à, ú e í.
--
73 is the Chuck Norris of numbers.
Dragonòt
2018-01-13 07:53:53 UTC
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Post by Bruno Campanini
Io non riesco a immaginare la differenza sonora fra ù e ú.
Non esiste infatti. [CUT]
specificare anche per le altre vocali se il suono è aperto o chiuso: in
questo caso á, ù e ì sono sbagliati. Si possono usare solo à, ú e í.
Per "i" ed "u" non si riesce ad immaginare la differenza tra aperta e
chiusa.
Per "a", in lingue diverse dall'italiano è facile immaginarla, ad esempio in
piemontese o anche in lingue "ufficiali".
Bepe
v***@gmail.com
2018-01-13 12:38:57 UTC
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Post by Dragonòt
Post by Mad Prof
specificare anche per le altre vocali se il suono è aperto o chiuso: in
questo caso á, ù e ì sono sbagliati. Si possono usare solo à, ú e í.
Per "i" ed "u" non si riesce ad immaginare la differenza tra aperta e
chiusa.
Infatti in italiano non c'è una differenza, semplicemente risulta poco coerente mettere l'accento che indica le aperte sulle vocali più chiuse di tutte.
Father McKenzie
2018-01-13 18:28:17 UTC
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Post by v***@gmail.com
Infatti in italiano non c'è una differenza, semplicemente risulta poco coerente mettere l'accento che indica le aperte sulle vocali più chiuse di tutte.
Se sai in partenza che la pronuncia è chiusa, non fa differenza che tipo
di accento ci metti.
--
Et interrogabant eum turbae dicentes: “Quid ergo faciemus?”.
Respondens autem dicebat illis: “Qui habet duas tunicas,
det non habenti; et, qui habet escas, similiter faciat”.
(Ev. sec. Lucam 3,10-11)
Mad Prof
2018-01-13 19:14:27 UTC
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Post by Father McKenzie
Post by v***@gmail.com
Infatti in italiano non c'è una differenza, semplicemente risulta poco
coerente mettere l'accento che indica le aperte sulle vocali più chiuse di tutte.
Se sai in partenza che la pronuncia è chiusa, non fa differenza che tipo
di accento ci metti.
Infatti è per quello che oggi con I e U usiamo sempre e solo l’accento
grave. Però se si usa la vecchia convenzione ù non va bene. Devo dire
comunque che l’idea che quel testo fosse scritto alla vecchia maniera mi
era venuta per via di latitúdine, ma poi ho visto che oltre a cùbici c’è
anche sùbito, quindi può anche darsi che si sia trattato solo di un errore
di trascrizione di Giovanni Drogo.
--
73 is the Chuck Norris of numbers.
v***@gmail.com
2018-01-14 11:27:35 UTC
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Post by Father McKenzie
Post by v***@gmail.com
Infatti in italiano non c'è una differenza, semplicemente risulta poco coerente mettere l'accento che indica le aperte sulle vocali più chiuse di tutte.
Se sai in partenza che la pronuncia è chiusa, non fa differenza che tipo
di accento ci metti.
Non dico che sia un problema grave, appunto. Il tipo di segno non veicola alcuna informazione sulla pronuncia effettiva.

Semplicemente sarebbe più coerente con l'idea che il segno \ indichi l'apertura e / la chiusura.
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