I morfismi di una categoria hanno la struttura di
Post by unknownPost by Tetismonoide, ovvero sono un semigruppo unitario, ovvero un magma
associativo ed unitario.
Forse non ho capito cosa volevi dire, ma... dove hai letto questo? E'
probabile che sia così, però sui monoidi una operazione deve essere definita
su tutto il monoide. Se consideri la classe dei morfismi Mor(C) di una
categoria C vedi che la composizione "°" di morfismi è soltanto
->parzialmente<- definita.
Spero bene di non averlo letto da nessuna parte perchè ho sbagliato.
La struttura di monoide, come dici tu, non pertiene all'intera classe dei
morfismi, pertiene con certezza agli endomorfismi di
una categoria. Per il resto si tratta solo di una vaga somiglianza,
fu questa somiglianza che ingannò, a quanto sembra la scuola
bourbakista.
Evidentemente: l'apparente semplicità della nozione
di categoria è uno di quei fenomeni in cui la semplicità nasconde,
per dualità leibniziana, una grande estensione e sottindende quindi
un edificio di astrazione. In questo caso è notevole che la semplicità
con cui il concetto di categoria può essere formulato ed il fatto che
la nozione di morfismo implica di dovere specificare un insieme
di coppie connesse da morfismi fa pensare subito alla nozione di
grafo.
Tuttavia è solamente con Lambeck, che propone di vedere le
categorie come grafi e poi come sistemi deduttivi, ovvero come
un'algebrizzazione
della nozione di deduzione, è così la teoria delle categorie svela di essere
anche un contenitore per un altro grande filone: i grafi, i posets, e le
algebre di
Boole. Questo rispristina un ulteriore nesso fra la scuola americana
e la scuola logico matematica di Lindebaum e Tarskij, ma non esaurisce
in effetti la profondità di pensiero a cui si era spinta la scuola polacca.
Ne parlano ad esempio sull'enciclopedia della filosofia dell'università di
Stanford
che è free on line: http://plato.stanford.edu/entries/category-theory/ dove
trovi
Post by unknownPost by TetisLe cose cambiano nella prospettiva di Groethendieck
alle categorie, perchè allora i morfismi fra due oggetti dati formano un
gruppo abeliano. Ma quello che è importante nella categoria sono gli
oggetti su cui la categoria agisce.
Sono d'accordo, anche se una delle stranezze delle categorie è che esse
possono, in linea di principio, prescindere dagli oggetti della categorie
stesse!
Anche a questo ulteriore punto di vista si fa cenno in quell'articolo,
che forse era implicito fin dalla formulazione iniziale:
"Eilenberg e Mac Lane erano interessati a caratterizzare
i "funtori"", in vista di comprendere un fenomeno generale
della teoria dell'omologia, ma si trovarono in mano uno
strumento estremamente astratta e versatile che aveva applicazione
più generale. Sembra infatti che sia stato
Lawvere a prendere piena coscienza di questo punto di vista più astratto.
Sebbene la nozione di monade risalga già ad Eilenberg e Mac Lane.
Ad ogni modo quello che, finora, ha stupito tutti coloro che in un modo o
in un altro hanno tentato di ricondurre la nozione di categoria a nozioni
note, è il fatto che ogni volta l'esito dello sforzo era: anche questo
oggetto
può essere visto come una categoria, ma le categorie sono anche altro.
Sul piano delle strutture le categorie si comportano come la dama rispetto
alle pedine.
Un punto di vista proposto è cercare nei nessi fra la logica del primo
ordine
e quella degli ordini superiori la ragione di questa ampiezza, quindi da
Lambek in avvenire con la K-theory inizia l'avventura ed il tentativo di
trovare i contorni di questi oggetti pervasivi che inizialmente sembravano
soltanto una generalizzazione della nozione di monoide e di preordine.
Post by unknownIn algebra universale le algebre sono tutte
Post by Tetisle strutture, comprese, forse le categorie, almeno così si legge in questo
http://www.eevl.ac.uk/show_full.htm?rec=linda.1029142698
dove si accenna alle categorie nel contesto delle algebre libere, ovvero
algebre di termini. Forse questo ristabilisce il nesso fra la scuola
polacca
Post by Tetise la scuola americana.
E' un grande libro.
Si, mi piace molto, a prima vista ritrovo molto del materiale che
avevo avuto modo di apprezzare in alcuni libri per le superiori
tanti anni fa. Devo dire che apprezzo moltissimo Poizat e
Shelah per quanto riguarda le questioni di logica e l'attenzione
a quesiti fondamentali come quello sul concetto di identità,
unità, molteplicità. Sono argomenti la cui comprensione
nitida avrà un ruolo importantissimo nella matematica
del futuro.
Post by unknownPost by Tetisin algebra universale non si parla esplicitamente di
campi come di strutture autonome, mentre in algebra astratta
un campo è un anello commutativo in cui lo zero del
gruppo additivo non coincide con l'unità del gruppo moltiplicativo
e tutti gli elementi, eccetto lo zero, hanno un inverso moltiplicativo.
Di conseguenza ogni campo è un'algebra di divisione su un campo
(se medesima).
Per farla semplice, i campi hanno una operazione che non è definita su tutto
l'universo del campo. Ciò non permette di annoverarli tra le "algebre" nel
senso dell'AU.
Stavo per dirlo subito dopo la premessa sul fatto che lo zero fa
eccezione ma mi sembrava di peccare di presunzione. Vedo
con piacere che non è un punto di vista completamente soggettivo.
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
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