Discussione:
maschile/femminile
(troppo vecchio per rispondere)
Angina Pectoris
2016-09-08 22:54:35 UTC
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Mi chiedevo come mai nel dialetto napoletano (non ridete è una cosa
seria) alcune parole che in italiano sono maschili diventano
femminili, ad esempio: il fico diventa la fica
e lo champagne diventa la "sciampagna"
Father, father dove sei o father, tu che hai studiato a Napoli?

angie
Dragonòt
2016-09-09 04:18:16 UTC
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Mi chiedevo come mai nel dialetto napoletano (non ridete è una cosa seria)
alcune parole che in italiano sono maschili diventano femminili, ad
esempio: il fico diventa la fica
In latino i nomi di piante erano femminili. Poiché la lingua napoletana
deriva direttamente dal latino ...
Bepe
Klaram
2016-09-09 12:35:20 UTC
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Post by Dragonòt
Mi chiedevo come mai nel dialetto napoletano (non ridete è una cosa seria)
alcune parole che in italiano sono maschili diventano femminili, ad
esempio: il fico diventa la fica
In latino i nomi di piante erano femminili. Poiché la lingua napoletana
deriva direttamente dal latino ...
Bepe
Anche in piemontese i generi sono talvolta diversi e non solo per
piante o frutti.
Ad esempio, la sal, il sale; la lòsna, il lampo; la nata, il tappo (ma
non è prprio la stessa parola); l'orìa, l'orecchio; e viceversa ël
bòsch, la legna; ël cotin, la gonna; ël botal, la botte ecc.

Credo che capiti in tutte le lingue.

k
Dragonòt
2016-09-09 19:03:17 UTC
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Post by Dragonòt
Post by Angina Pectoris
ad esempio: il fico diventa la fica
In latino i nomi di piante erano femminili. Poiché la lingua napoletana
deriva direttamente dal latino ...
Anche in piemontese ...l'orìa, l'orecchio
In questo caso dovrebbe essere direttamente : orìa < AURICULA
Bepe
ADPUF
2016-09-21 22:53:09 UTC
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Post by Klaram
Post by Dragonòt
Post by Angina Pectoris
Mi chiedevo come mai nel dialetto napoletano (non ridete è
una cosa seria)
alcune parole che in italiano sono maschili diventano
femminili, ad esempio: il fico diventa la fica
In latino i nomi di piante erano femminili. Poiché la lingua
napoletana deriva direttamente dal latino ...
Bepe
Anche in piemontese i generi sono talvolta diversi e non
solo per
piante o frutti.
Ad esempio, la sal, il sale; la lòsna, il lampo; la nata, il
tappo (ma
non è prprio la stessa parola); l'orìa, l'orecchio; e
viceversa ël bòsch, la legna; ël cotin, la gonna; ël botal,
la botte ecc.
Credo che capiti in tutte le lingue.
In friulano la mîl (il miele), la sedón (il cucchiaio), el
pirón (la forchetta)...

Però a parte il primo sono proprio nomi diversi... boh.

Notare che non hanno la tipica desinenza femminile in -e (o -a)
--
AIOE ³¿³
edi'®
2016-09-23 07:46:46 UTC
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el pirón (la forchetta)...
... che in greco si dice "pirouni"
(probabile prestito dal veneziano)

E.D.
Giovanni Drogo
2016-09-23 08:15:18 UTC
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Post by edi'®
el pirón (la forchetta)...
come nella nota canzone bergamasca ("ekke komande me ke")
Noter de Berghem de Berghem de hura
a la forchetta ghe dis el piru'
Post by edi'®
... che in greco si dice "pirouni"
(probabile prestito dal veneziano)
non so se anche il bergamasco (terra di San Marco) la abbia preso dal
veneziano o viceversa

Ricordo che mio zio (che ha fatto la guerra e il partigiano in Grecia)
bergamasco diceva di avere notato con stupore che per "falegname" i
greci usavano un termine simile al bergamasco "marengu'". Altro
prestito ?
edi'®
2016-09-23 19:59:45 UTC
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Post by Giovanni Drogo
Post by edi'®
... che in greco si dice "pirouni"
(probabile prestito dal veneziano)
non so se anche il bergamasco (terra di San Marco) la abbia preso dal
veneziano o viceversa
Ricordo che mio zio (che ha fatto la guerra e il partigiano in Grecia)
bergamasco diceva di avere notato con stupore che per "falegname" i
greci usavano un termine simile al bergamasco "marengu'".
Sì, in neogreco il falegname si dice /maragòs/ (maragù in genitivo)
Post by Giovanni Drogo
Altro prestito ?
Non lo so, ma è senz'altro possibile.
Anche la sedia è simile: in veneziano /carega/ in greco /karègla/ e ce
ne sono anche altre che al momento non mi vengono in mente.
Naturalmente i prestiti vanno in entrambe le direzioni.

E.D.
edi'®
2016-09-23 20:17:00 UTC
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... e ce ne sono anche altre che al momento non mi vengono in mente.
Lugànega / lukàniko (salsiccia), bùtiro / bùtiro (burro)

E.D.
ADPUF
2016-09-29 21:50:33 UTC
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Post by edi'®
... e ce ne sono anche altre che al momento non mi vengono
in mente.
Lugànega / lukàniko (salsiccia), bùtiro / bùtiro (burro)
Lujànie, invece il burro è "spóngje".
Chi sa da dove viene, mah?
Spugna? il burro era spugnoso una volta?
--
AIOE °¿°
Giovanni Drogo
2016-09-26 09:11:24 UTC
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Post by edi'®
Anche la sedia è simile: in veneziano /carega/ in greco /karègla/
A me hanno sempre spiegato il milanese "cadrega" come derivato dal
latino "cathedra". Se poi tale latino abbia origine greche lo ignoro.
edi'®
2016-09-26 09:14:22 UTC
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Post by Giovanni Drogo
Post by edi'®
Anche la sedia è simile: in veneziano /carega/ in greco /karègla/
A me hanno sempre spiegato il milanese "cadrega" come derivato dal
latino "cathedra". Se poi tale latino abbia origine greche lo ignoro.
Sì, in greco antico si usava lo stesso termine: καθέδρα

E.D.
Maurizio Pistone
2016-09-26 09:49:46 UTC
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Post by Giovanni Drogo
Post by edi'®
Anche la sedia è simile: in veneziano /carega/ in greco /karègla/
A me hanno sempre spiegato il milanese "cadrega" come derivato dal
latino "cathedra". Se poi tale latino abbia origine greche lo ignoro.
da hedra "sedile", connesso col lat. sedeo, abbiamo kathédra con il
prefisso katà che significa "giù", poiché per sedersi ci si abbassa
--
Maurizio Pistone strenua nos exercet inertia Hor.
http://blog.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it
Giovanni Drogo
2016-09-26 13:03:01 UTC
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Post by Maurizio Pistone
prefisso katà che significa "giù", poiché per sedersi ci si abbassa
come in milanese "sentes gio'", in inglese "sit down" e in
astroanglobolognese "mo sit ben down" :-)

E ricordo in un libro di fantascienza che un personaggio ne criticava
un'altro perche' aveva detto "accucciati giu'" ("ma come si fa ad
accucciarsi su") ... e avendolo letto in traduzione non so come fosse
l'originale.
ADPUF
2016-09-29 21:50:22 UTC
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Post by edi'®
Post by Giovanni Drogo
Post by edi'®
... che in greco si dice "pirouni"
(probabile prestito dal veneziano)
non so se anche il bergamasco (terra di San Marco) la abbia
preso dal veneziano o viceversa
Ricordo che mio zio (che ha fatto la guerra e il partigiano
in Grecia) bergamasco diceva di avere notato con stupore che
per "falegname" i greci usavano un termine simile al
bergamasco "marengu'".
Sì, in neogreco il falegname si dice /maragòs/ (maragù in
genitivo)
E in friulano marangòn (ci sono anche cognomi)
Post by edi'®
Post by Giovanni Drogo
Altro prestito ?
Non lo so, ma è senz'altro possibile.
Anche la sedia è simile: in veneziano /carega/ in greco
/karègla/ e ce ne sono anche altre che al momento non mi
vengono in mente. Naturalmente i prestiti vanno in entrambe
le direzioni.
cjadree



La koinè veneziana...
--
AIOE °¿°
Klaram
2016-09-23 11:12:11 UTC
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Post by edi'®
el pirón (la forchetta)...
... che in greco si dice "pirouni"
(probabile prestito dal veneziano)
Il piròn, in origine, era un punteruolo di legno con cui si
infilzavano le lasagne. Poi è diventato a due rebbi, poi a quattro,
mantenendo l'antico nome.

k
edi'®
2016-09-23 20:02:18 UTC
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Post by edi'®
el pirón (la forchetta)...
... che in greco si dice "pirouni"
(probabile prestito dal veneziano)
Il piròn, in origine, era un punteruolo di legno con cui si infilzavano
le lasagne. Poi è diventato a due rebbi, poi a quattro, mantenendo
l'antico nome.
Pare che il termine derivi dal greco antico /peronion/

E.D.
ADPUF
2016-09-29 21:50:45 UTC
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Post by edi'®
Post by Klaram
Post by edi'®
el pirón (la forchetta)...
... che in greco si dice "pirouni"
(probabile prestito dal veneziano)
Il piròn, in origine, era un punteruolo di legno con cui si
infilzavano le lasagne. Poi è diventato a due rebbi, poi a
quattro, mantenendo l'antico nome.
Pare che il termine derivi dal greco antico /peronion/
In friulano impirâ vuol dire proprio trafiggere, infilzare.
--
AIOE °¿°
JaWo
2016-09-24 07:02:11 UTC
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Post by edi'®
el pirón (la forchetta)...
... che in greco si dice "pirouni"
... anche nella lingua serba c'è пирун per la forchetta
(mentre in croato preferiscono vilica).
Patrizio
2017-12-29 17:50:16 UTC
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Post by Dragonòt
Mi chiedevo come mai nel dialetto napoletano (non ridete č una cosa seria)
alcune parole che in italiano sono maschili diventano femminili, ad
esempio: il fico diventa la fica
In latino i nomi di piante erano femminili. Poiché la lingua napoletana
deriva direttamente dal latino ...
Cosa singolare ora che ci penso: da me in dialetto (FM-MC) i nomi di
pianta sono quasi tutti femminili e i rispettivi frutti lo stesso.
Fanno eccezione, tra i più comuni, fico e albicocco; ed anche i frutti
in tal caso sono maschili.
Post by Dragonòt
Bepe
Ciao
Patrizio
Roger
2017-12-30 09:34:11 UTC
Permalink
Post by Patrizio
Post by Dragonòt
Mi chiedevo come mai nel dialetto napoletano (non ridete č una cosa seria)
alcune parole che in italiano sono maschili diventano femminili, ad
esempio: il fico diventa la fica
In latino i nomi di piante erano femminili. Poiché la lingua napoletana
deriva direttamente dal latino ...
Cosa singolare ora che ci penso: da me in dialetto (FM-MC) i nomi di
pianta sono quasi tutti femminili e i rispettivi frutti lo stesso.
Veramente "pero", "melo", "ciliegio", "castagno", "pesco", ecc. nel
dialetto
marchigiano sono femminili?
Anche "caco"? :-)
Curioso!
--
Ciao,
Roger
--
Coraggio, il meglio è passato (Ennio Flaiano)
Patrizio
2017-12-30 13:19:38 UTC
Permalink
...
Post by Roger
Post by Patrizio
Post by Dragonòt
In latino i nomi di piante erano femminili. Poiché la lingua napoletana
deriva direttamente dal latino ...
Cosa singolare ora che ci penso: da me in dialetto (FM-MC) i nomi di
pianta sono quasi tutti femminili e i rispettivi frutti lo stesso.
Veramente "pero", "melo", "ciliegio", "castagno", "pesco", ecc. nel
Sì, femminili. Potrebbe essere che derivi da "pianta della (mela, etc.)",
poi "pianta" è stato sottinteso, quindi semplicemente "mela", non so.
Post by Roger
dialetto
marchigiano sono femminili?
Non dico marchigiano perché ce ne sono almeno quattro, di almeno tre
categorie fra loro distanti; semplificando, romagnolo (PU), medio
marchigiano (FM-MC e AN), e marchigiano meridionale (AP):
fra queste l'intercomprensibilità è difficile, parlando stretto.
Post by Roger
Anche "caco"? :-)
Non ci avevo pensato: maschile, altra eccezione.
Post by Roger
Curioso!
Un po' sì; non di rado per eliminare l'ambiguità si dice, ad es.:
"la pianta de mele, de pere, de castagne, de fichi, ...".
Aggiungo che avevo considerato solo alberi da frutto, gli altri
sono generalmente maschili. Forse per questi il genere è preso
(attrazione in sottinteso?) da 'albero' (fusto), mentre per i primi
esso viene preso dal frutto, che di regola é femminile.
Post by Roger
Ciao,
Roger
Ciao
Patrizio

p***@gmail.com
2016-09-09 07:32:40 UTC
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Post by Angina Pectoris
e lo champagne diventa la "sciampagna"
In maiuscolo, "Sciampagna" indica la regione di provenienza italianizzata.

"la Sciampagna" = provincia francese, "lo Sciampagna" = "il vino locale" (come "il/la Franciacorta").

In minuscolo invece si riferisce direttamente allo spumante, e in questo caso puo` essere anche usato al femminile (raramente).

http://www.treccani.it/vocabolario/sciampagna/
c***@hotmail.it
2017-12-29 15:42:33 UTC
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Post by Angina Pectoris
Mi chiedevo come mai nel dialetto napoletano (non ridete è una cosa
seria) alcune parole che in italiano sono maschili diventano
femminili, ad esempio: il fico diventa la fica
e lo champagne diventa la "sciampagna"
Father, father dove sei o father, tu che hai studiato a Napoli?
angie
ma state zitti e m o f
Father McKenzie
2017-12-29 21:06:29 UTC
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Post by Angina Pectoris
Mi chiedevo come mai nel dialetto napoletano (non ridete è una cosa
seria) alcune parole che in italiano sono maschili diventano
femminili, ad esempio: il fico diventa la fica
e lo champagne diventa la "sciampagna"
Sul fico probabilmente c'entra il substrato latino, visto chr in quella
lingua i nomi degli alberi sono di solito femminili (patula fagus, come
dice Virgilio) mentre i frutti sono neutri (pirum, malum, persicum).
Sono gli italiani che hanno rovesciato le cose. Sulla sciambagna non so
che dire. Sarà un tipo deteriore di spumante, comm o bror'e purpessa
--
Et interrogabant eum turbae dicentes: “Quid ergo faciemus?”.
Respondens autem dicebat illis: “Qui habet duas tunicas,
det non habenti; et, qui habet escas, similiter faciat”.
(Ev. sec. Lucam 3,10-11)
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