Post by BiesPost by Biessi si hanno ragione, non devi considerarlo un "se fossi foco, arderei
il
mondo"
Post by Biesbensi' un "mi chiedo se sarebbe bello andare con una sbardellosa"
«Nelle interrogative introdotte dalla congiunzione se,
linserzione di
Post by Bieselementi è ammessa sia con lindicativo che con il congiuntivo.» Un
solo
Post by Biesesempio basterà: «Non sapeva più se te lavevo/avessi detto ieri.»
Senza
Post by Biesaddentrarci nelle complessità che la grammatica citata espone, si potrà
dire che la scelta tra indicativo e congiuntivo nelle interrogative
indirette e in gran parte delle subordinate dipende da ciò che si
intende esprimere: il congiuntivo relega laffermazione
nellincertezza,
Post by Biesmentre lindicativo dà la cosa come più probabile. Anche qui un solo
esempio: Le ho chiesto se si sentiva sola, Le ho chiesto se si
sentisse sola. Nel primo esempio, il parlante avverte il sentirsi
sola come cosa probabile; nel secondo, come cosa più dubbia.
Lobbligatorietà del congiuntivo in questo tipo di frase non è quindi
una regola: «Anche per le interrogative indirette la preferenza
dellindicativo o del congiuntivo è data dalla intenzione che vuole
esprimere chi parla o scrive, e perciò si risolve in una sfumatura
stilistica.»
Diciamo che abbiamo ragione entrambi.
Interessante comunque aver appreso una cosa nuova
si, anche se imho il congiuntivo suona male in quella frase
sempre dal sito dell'accademia
«Il signor Emilio Bruni (Perugia) propone alcuni quesiti sulla corretta
sintassi del verbo: a) “mi chiedevo se non sarebbe meglio” / “se non
fosse meglio”, b) “mi domando se la proposta X non sarebbe migliore della
Y” / “non sia migliore”; c) “non c’è alcun dubbio che il migliore fosse
lui” / “sia lui”.
Sintassi del verbo nelle interrogative indirette
In a) e b) l’uso del congiuntivo è quello più comune (e quindi
raccomandabile), anche se il condizionale, pur situandosi ai limiti
dell’accettabilità, non può dirsi sbagliato: la sequenza se +
condizionale, lo ricordiamo, è inammissibile nella protasi di un periodo
ipotetico (*Se lo vedrei, lo riconoscerei), ma non c’è nessuna
restrizione preliminare quando il se – come nei due esempi citati –
introduce un’interrogativa indiretta. Vero è che un condizionale in
un’interrogativa indiretta introdotta da se è del tutto a suo agio solo
quando la subordinata rappresenta l’apodosi di un periodo ipotetico con
protasi non espressa (“Mi domando se direbbe le stesse le cose anche
davanti a suo padre”; cioè “se ci fosse suo padre”), quando il
condizionale esprime un valore specifico (per esempio condizionale di
cortesia: “Mi chiedo se non le farebbe piacere andare a riposare”),
oppure quando l’azione è proiettata al futuro (in tal caso oggi è
obbligatorio il condizionale composto: “Mi chiedevo se sarebbe davvero
partito”). Tutte modalità che non ricorrono nei due esempi citati e che
li rendono grammaticalmente dubbi. Quanto a c), è in gioco il diverso
rapporto temporale tra reggente e subordinata: in “Non c’è dubbio che il
migliore sia lui” le azioni sono contemporanee; in “Non c’è dubbio che il
migliore fosse lui”, la completiva rimanda al passato e quindi
l’imperfetto è per l’appunto il tempo richiesto, in concorrenza col
congiuntivo passato. Esempi del genere possono raccogliersi letteralmente
ad apertura di libro; eccone uno, dal romanzo che ha vinto il premio
Strega del 2005: “Credo che l’autista andasse così piano per vedere cosa
sarebbe successo” (M. Maggiani, Il viaggiatore notturno, Milano,
Feltrinelli, 2005, p. 22)».
questo è proprio il caso, citato, in cui la subordinata rappresenta
l’apodosi di un periodo ipotetico con protasi non espressa ---> senza
berlusconi: se non ci fosse stato berlusconi