Post by Maurizio PistonePost by Andrea N.Post by Mister ColoradoIo sono d'accordo che si insegni il Corano
E l'induismo?
mi sa che hai messo il dito nella piaga.
Certamente, anche se le mie ragioni sono un po' diverse dalle tue. Io sono
uno di quelli che si ricorda sempre il motivo per cui è previsto
l'insegnamento della religione cattolica: perché si ritiene che essa - per
motivi ovvi - abbia inciso talmente tanto su di noi italiani, che sarebbe un
delitto non conoscerne i fondamenti. E così chi non sa la differenza tra Dio
padre e Gesù Cristo, tra l'immacolata concezione e il parto verginale di
Maria, etc. etc., con grande difficoltà è in grado di apprezzare Dante,
Iacopone da Todi, Caravaggio o Bernini.
Questo è il motivo per cui io sono d'accordo che esista un insegnamento di
religione cattolica. Non per far diventare cattolici, ma per spiegare che
cosa insegna il cattolicesimo.
Poi è intervenuto quell'aborto indecente dell'ora di religione facoltativa.
E così da una parte si afferma che la conoscenza della religione cattolica è
importante per la nostra cultura, e dall'altra si dice che però se uno vuole
se ne può andare a spasso, perché si rispettano le sue idee religiose. Però
non risulta che si possa andare a spasso quando si spiega la mitologia
greca.
Peraltro, buona parte degli insegnanti di religione non conosce decentemente
la materia, e per evitare che tutti gli allievi scappino dalla classe ha
trasformato l'ora di religione in un'ora di discussioni o divertimenti.
Quindi io parto dalla premessa che l'ora di religione dovrebbe esistere ed
essere obbligatoria per tutti, ed essere una presentazione culturale del
cristianesimo. Oppure dovrebbe essere cancellata del tutto, perché così
com'è è un'indecenza ancora più indecente di tutte le indecenze che ci sono
nella scuola.
Allora ecco che la mia domanda sull'induismo assume un valore diverso.
Secondo me non bisogna insegnare l'induismo non perché non sia interessante,
ma perché la sua influenza sulla cultura italiana è nulla. A tutti
piacerebbe sentir dire che nella scuola italiana si studiano i grandi della
letteratura cinese, ma tutti sappiamo bene che la nostra scuola prevede
l'italiano (perché siamo in Italia) e prevede lo studio di quegli autori
stranieri che hanno avuto un'influenza sulla letteratura italiana o su
quella europea, perlomeno. Nelle nostre numerose ore di italiano non siamo
in grado spesso nemmeno di finire il programma di italiano, e quindi
tagliamo a più non posso; non vedo proprio l'insegnante d'italiano che si
mette a studiare la letteratura cinese perché c'è un cinese in classe o
anche solo perché ci convince che non insegnare letteratura cinese sia
discriminatorio. Non vedo nemmeno l'insegnante d'italiano che cede le sue
ore ad altri insegnanti che spiegano letterature di paesi che non c'entrano
nulla col nostro. Perché tutti sappiamo che è bello spiegare tante cose, ma
che alla fine le cose che si possono fare sono poche.
Ecco perché secondo me non ha senso insegnare l'induismo: perché noi non
siamo induisti e non lo siamo mai stati, perché non ne abbiamo il tempo,
perché non ne abbiamo la competenza.
Ora: ammettiamo che in futuro la cultura islamica influenzi pesantemente
quella italiana. Bene, sarà forse giunto il momento di insegnare l'islam. Ma
non per fare catechismo islamico: per insegnare teologia e storia
dell'Islam, come andrebbero insegnate teologia e storia del cristianesimo.
Perché tra poco forse sarà necessario perlomeno sapere la differenza tra
sunniti e sciiti.
Questo è il problema: non si è ancora capito che l'ora di religione dovrebbe
essere un'ora di presentazione, di esposizione culturale della religione e
della teologia, a scopo educativo e non apologetico. E d'altra parte questa
stupidaggine dell'ora facoltativa di religione cattolica non permette certo
di chiarirsi le idee. Figuriamoci se ci infiliamo anche l'ora facoltativa di
cultura islamica: così tutti si convincono che le ore di religione sono ore
di catechismo, e ciascuno va a imparare la propria e non impara niente di
quella degli altri.
Post by Maurizio Pistonedici che oltre ad avere insegnanti di religone cattolica nominati dalla
Curia avremo anche insegnanti di religione islamica nominati dalla
Moschea?
Beh, sul fatto che gli insegnanti di religione cattolica siano nominati
dalla curia si potrebbe discutere: non è colpa della curia se l'Italia ha
chiuso le università di teologia, e mi sembra normale che l'istituzione
cattolica possa dire chi conosce o meno la religione cattolica (anche se in
verità lo fa male, ma sempre meglio di qualcun altro; diversamente, immagino
queste cattedre affidate a gente che parla di cose che non sa).
Questo in teoria, perché nella pratica tutti conosciamo l'ignoranza di molti
professori di religione, i quali non conoscono la religione cattolica (ma
perlomeno non ne parlano male, e questo forse è sufficiente alla curia).
D'altra parte con questa farsa dell'ora facoltativa il problema è come far
divertire i ragazzi, non che cosa insegnare.
Però non credo che gli islamici agirebbero in questo modo. La Chiesa
cattolica ha delle università, sa che cos'è il metodo storico-critico, sa
che cosa vuol dire essere laico, vive in Italia. Un professore nominato
dalla moschea della storia se ne frega e anche di tutto il resto.
La battuta sulla lingua italiana l'ho fatta semplicemente perché le
"traduzioni" italiane del Corano fatte da istituzioni islamiche italiane
sono spesso addomesticate, quando non evidentemente erronee (questo a dire
degli arabisti OCCIDENTALI), e piene di note storiche che di storico non
hanno niente. Ed ecco che la scuola di Stato italiana si trasformerebbe in
una scuola di a-critica propaganda islamica.
Non credo che nessun professore di religione cattolica, anche messo in
condizione di fare il suo mestiere, sarebbe capace di descrivere la
creazione del mondo secondo il libro della genesi, o di negare l'esistenza
di generi letterari e di storia della redazione o delle forme all'interno
delle Scritture; ma nessun professore di religione islamica nominato da
un'autorità islamica si sognerebbe mai di dire una qualunque di queste cose
rispetto al Corano, il cui studio storico critico è spesso punito con una
condanna a morte.