Post by CardenioApprofitto del tuo accenno agli articoli che dovrebbe o meno scrivere un
professore di filosofia per chiarire definitivamente i miei così
fastidiosi "distinguo" a Danny Rose: cosa può pubblicare di "nuovo" un
professore di filosofia? forse rivalutare storicamente certe questioni,
riaprire vecchi "casi", in ogni caso fare un lavoro, magari finissimo e
pregevolissimo, non lo metto in dubbio, che affonda le proprie radici nel
passato e che non permette grandi "salti", se accetti la parola: studiare
il genoma vuol dire avere per le mani questioni altrettanto "radicali" di
qualsiasi ricerca filosofica, con la sola differenza che si basano su dati
tangibili e verità che sono continuamente "nuove" e confutabili con altri
dati che vengono alla luce. Si è fuori tanto dall'ambito dell'opinione
quanto da quello della necessaria storicizzazione che "limitano" - non ti
incazzare - la ricerca d'ambito umanistico.
Rispondo io anche se la domanda è rivolta a Danny, visto che il post è in
risposta a me.
diciamo che, se partiamo dal punto di vista molto semplice che la
penicillina ha comunque salvato più persone di Mahler (non cito il nome a
caso, Mahler morì nel 1911 per setticemia. Avesse avuto un po' di
penicillina, sarebbe campato a lungo), qualsiasi ricerca in ambito
umanistico, ma anche addirittura qualsiasi creazione in ambito artistico è
di per sè imutile.
Io non la penso così, ma oggetivamente la ricerca medica è più ultile delle
composizioni di Luciano Berio.
Se poi vogliamo andare in mabito di ricerca strictu sensu, imho non sarebbe
nemmeno tanto impossibile trovare qualcosa di meglio da fare che l'ennesimo
commento sull'ennesimo testo dell'ennesimo amico della nonna di Alain (ecco
l'esempio di un filosofo inutile).
Mancano i cervelli per farlo, semplicemente, ma anche le condizioni
Anche in ambito filosofico, non dico che ci siano verità assolute, ma
sistemi logici sì: prova a smontare una tesi di Kant, faticheresti molto per
non arrivare al risultato. Parlando di ricerca umanistica direi che siamo
comunque in un'epoca sciagurata, nella quale il frullatore della grande
globalizzazione ha portato alla ribalta masse di milioni di crétins savants.
Abbiamo avuto esempi celebri di blog che ti smontano Hegel e ti raccontano
che Mozart era un cretino, e via discorrendo.
Il problema delle materie umanistiche è che non hanno un linguaggio tecnico.
Mi spiego meglio, ce l'hanno, però usano strumenti -purtroppo-a conoscenza
di tutti coloro che sono alfabetizzati, cioè circa il 99% nelle democrazie
occidentali.
Non tutti sono in grado di decifrare una partitura o un'equazione complessa,
solo gli addetti ai lavori lo sanno fare.
Tutti sono invece in grado di leggere Kant, il quale si esprime con la
parola scritta.
Che pochissimi siano in grado di arrivare al livello logico di ragionamento
richiesto per l'elaborazione di una tesi kantiana, nessuno lo vuole ormai
ammettere, sarebbe politically incorrect.
Inoltre la mania di monetizzare qualsiasi cosa vuole premiare il mercato: il
mercato è la gente (definizione orribile, che però la "gente" sui merita), e
la gente deve essere invogliata.
Ora, sarà molto invogliata se le si dice che la ricerca scientifica la farà
vivere più a lungo, sarà poco invogliata se ciò che si richiede è
semplicmente riflettere meglio per vivere meglio. Si chiama cercare il
reddito.
Oltre a una questione di oggettiva utilità, esiste anche una questione di
oggettivo ricavo costi-benefici in termini economici.
Deve vivere la rete e devono vivere i mezzi d'informazione, prima si
toglieranno di mezzo i libri, meglio sarà per il mercato.
Ovviamente in questo clima di frollatura massima sono compresi anche i
professionisti stessi.
Adesso va molto di moda (in Italia) la Chiesa: ecco che Cacciari dichiara di
cacciare (che bel bisticcio....) gli allievi che conoscono bene Hegel ma non
i Vangeli (persino Cartesio -uomo di grande fede- fa notare che lo stampo
del fideismo è la base della negazione di qualunque filosofia, lezione di
logica numero uno. Che lo predichi un filosofo è agghiacciante. Se Cacciari
si può definire tale, ma d'altronde pare che insegni quella materia lì).
In Francia invece hanno avuto le ondate anti islamiche interne, ed ecco che
l'ex maoista Glucksmann diventa di colpo un semi fascista che preconizza i
lager per i mussulmani, condendo questa sua richiesta (ed è qui che casca
l'asino, poiché le opinioni sono libere, il ragionamento invece deve seguire
una logica) con tesi assurde che confinano con la paranoia di un Rosenberg.
Questi qui sarebbero filosofi?
Così si chiamano, a quanto pare. In realtà i filosofi, ma chiunque riflette
in generale, va tolto di mezzo, sennò che fine fanno le varie ideologie
morenti?
I filosofi di oggi sono i lacché di queste ideologie né più né meno. Perciò,
oltre che inutili, pure nefasti.
Il semplice ragionamento argomentato è messo alla gogna e dileggiato, tesi
antitesi e sintesi son tre processi bollati come inutili se non diabolici
perché ispirati alla ragione e non alla fede o al "sentimento" (altra parola
che fa vomitare).
Non so cosa uno si possa aspettare in uan situazione simile: è l'ideale per
l'ascesa di un regime totalitario-democratico (il nostro futuro: il
totalitarismo travestito da democrazia e il banditismo travestito da
economia di mercato, con l'avallo degli "intellettuali" da strapazzo che ci
ritroviamo).
Si salvano alcuni paesi, come gli USA, che però confinano le menti in campi
di concentramento di lusso come le università dell'Ivy league, per cui
alcuni cervelli scrivono per altri tre cervelli e duecento milioni
novantanovemilanovecentonovantasette altri americani manco sanno di cosa si
tratti.
Questo è comunque il secolo della morte della ragione, per cui io spero che
almeno la scienza faccia passi avanti.
Cerchi di farmi vivere qualche anno di più, anni che dedicherò ad ascoltare
Mozart e a leggere Kant, e mi avrà resa felice.
Io appoggio la scienza.
Z