Discussione:
Futuro prossimo e remoto
(troppo vecchio per rispondere)
Leone Buggio
2020-09-30 07:33:28 UTC
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Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?

Luciano
edi'®
2020-09-30 08:00:47 UTC
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Post by Leone Buggio
Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?
Perché non servono?

La differenza principale tra il passato prossimo e quello remoto è che
il primo si riferisce a un evento i cui effetti perdurano nel presente,
mentre il secondo a eventi del tutto conclusi.
- Il sole ha iniziato a formarsi cinque miliardi di anni fa
- Indro Montanelli nacque a Fucecchio nel 1909

I tuoi "futuro prossimo" e "futuro remoto" quale differente futuro
dovrebbero rappresentare? Un futuro lontano e uno vicino? E quale
sarebbe la scala temporale?

E.D.
Klaram
2020-09-30 11:14:04 UTC
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Post by edi'®
Post by Leone Buggio
Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?
Perché non servono?
La differenza principale tra il passato prossimo e quello remoto è che il
primo si riferisce a un evento i cui effetti perdurano nel presente, mentre
il secondo a eventi del tutto conclusi.
- Il sole ha iniziato a formarsi cinque miliardi di anni fa
- Indro Montanelli nacque a Fucecchio nel 1909
I tuoi "futuro prossimo" e "futuro remoto" quale differente futuro dovrebbero
rappresentare? Un futuro lontano e uno vicino? E quale sarebbe la scala
temporale?
Pensandoci bene, serve a poco anche la differenza tra passato prossimo
e passato remoto, tant'è vero che molti usano pochissimo il passato
remoto e in diversi dialetti non esiste.

Il sole iniziò a fromarsi cinque miliardi di anni fa.
Indro Montaneli era nato (visto che è già morto) a Fucecchio nel 1909.

Non cambia molto.

k
Giovanni Drogo
2020-09-30 11:58:10 UTC
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Post by Klaram
Post by Leone Buggio
Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?
pero' esiste il futuro anteriore ("quando avro' finito di cucinare mi
mettero' a mangiare")
Post by Klaram
Pensandoci bene, serve a poco anche la differenza tra passato prossimo
e passato remoto, tant'è vero che molti usano pochissimo il passato
remoto e in diversi dialetti non esiste.
(dialetti settentrionali, al sud dovrebbe essere invertito)

L'italiano ha una insolita ricchezza di tempi e modi rispetto ad altre
lingue (p.es. la distinzione tra imperfetto e passato remoto o prossimo,
i trapassati)
Leone Buggio
2020-09-30 13:02:21 UTC
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Post by Giovanni Drogo
Post by Leone Buggio
Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?
pero' esiste il futuro anteriore ("quando avro' finito di cucinare mi
mettero' a mangiare")
il futuro anteriore è un passato nel riferimento di un istante del futuro.
Non è un futuro prossimo: potrei mangiare - ed un minuto prima finire di cucinare - anche fra mille anni.

Luciano
Wolfgang
2020-09-30 14:55:36 UTC
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Post by Giovanni Drogo
[...]
L'italiano ha una insolita ricchezza di tempi e modi rispetto
ad altre lingue (p.es. la distinzione tra imperfetto e passato
remoto o prossimo, i trapassati)
Rispetto al verbo spagnolo e soprattutto a quello portoghese non mi
risulta «una insolita ricchezza di tempi e modi» del verbo italiano.

Oltre a quello italiano, il verbo portoghese possiede un passato
remoto sintetico (pretérito mais-que-perfeito simples), un futuro
del congiuntivo e un infinito personale (infinitivo pessoal), tutt'e
tre inesistenti in italiano.

Ciao,
Wolfgang
Voce dalla Germania
2020-09-30 16:02:05 UTC
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Post by Giovanni Drogo
L'italiano ha una insolita ricchezza di tempi e modi rispetto ad altre
lingue (p.es. la distinzione tra imperfetto e passato remoto o prossimo,
Che si trova p. es. in inglese e nelle lingue slave, anche se in forma
diversa.
Inglese: she was doing - she did - she has done.
Lingue slave: il passato dei verbi imperfettivi, come il nostro
imperfetto, indica un'azione durata nel passato, mentre il passato dei
verbi perfettivi, come il nostro passato remoto e quello prossimo,
indica un'azione conclusa nel passato.
Post by Giovanni Drogo
i trapassati)
come nelle altre lingue neolatine e in inglese: she had been doing.

Se cerchi davvero una lingua con molti tempi e modi, restando in Europa
consiglio di dare un'occhiata al finlandese. So che il tuo inglese basta
e avanza per leggere <https://en.wikipedia.org/wiki/Finnish_grammar>
L'indice mostra i capitoli per 6 modi, 5 infiniti e 5 participi.

Qui, poi, <https://en.wikipedia.org/wiki/Finnish_verb_conjugation>
trovo fra l'altro dal verbo puhua la forma verbale puhuttakoon, che
sarebbe l'imperativo presente affermativo passivo (sic!). Non chiedermi
come si traduce in italiano, però ho il sospetto che la proposta di
Google Translate, un semplice "parliamo", perda diverse sfumature.

Anche il basco, poi, direi che batte ampiamente la complessità dei verbi
italiani.
Dopo avere dato un'occhiata a <https://en.wikipedia.org/wiki/Basque_verbs>
ho l'impressione che la mia vita sia troppo breve per approfondire e
avrei dovuto cominciare da bambino.
Giovanni Drogo
2020-09-30 19:19:41 UTC
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Forse dovremmo trasferire il thread "comparativo" su i.c.l.
Post by Wolfgang
Rispetto al verbo spagnolo e soprattutto a quello portoghese non mi
risulta «una insolita ricchezza di tempi e modi» del verbo italiano.
Non ho considerato le lingue neolatine che non ho studiato formalmente e
che tanto capisco comunque, assumendo che data la comune origine dal
latino, non si differenziassero troppo dall'italiano o un "suo dialetto"
... tempo piu' o tempo meno ... il passato prossimo con l'ausiliare in
latino non c'era (anche se c'erano quegli strani tempi composti al
passivo che imbrogliano gli italiani).

Mentre verificavo i miei ricordi ho trovato questo link
https://www.linkuaggio.com/2012/04/latino-e-italiano-verbi-la-formazione.html

Ma imperfetto e passato remoto, e trapassati c'erano
Post by Wolfgang
Che si trova p. es. in inglese e nelle lingue slave, anche se in forma
diversa.
Inglese: she was doing - she did - she has done.
Mah ... per me la forma continua NON equivale al nostro imperfetto (e la
forma continua c'e' in italiano anche se non la insegnano (*)):

lei faceva - lei stava facendo - lei fece - lei ha fatto

(*) salvo per far rimarcare la differenza dal dialetto "si dice 'sto
facendo' e non 'sono dietro a fare'" (Elena Gianini Belotti, Pimpi'
Oseli')

e le altre lingue germaniche e scandinave ?
Post by Wolfgang
Lingue slave: il passato dei verbi imperfettivi, come il nostro
imperfetto, indica un'azione durata nel passato, mentre il passato dei
verbi perfettivi, come il nostro passato remoto e quello prossimo,
indica un'azione conclusa nel passato.
Delle lingue slave conosco solo il russo, dove effettivamente gli
"aspetti" del verbo sono una complicazione per i non-russi (il presente
del perfettivo ha un senso di futuro diverso dal futuro con l'ausiliare
budet' no?), e il suo passato "coi generi e senza persone" mi ha sempre
colpito come "forma povera"

Una veloce ricerca sull'aspetto storico, che non mi hanno mai
insegnato, pare indicare che il paleoslavo avesse una struttura verbale
piu' complessa.
Post by Wolfgang
Post by Giovanni Drogo
i trapassati)
come nelle altre lingue neolatine e in inglese: she had been doing.
Io semmai avrei citato "she had done" (lei aveva fatto, non lei stava
facendo ... e poi "lei ebbe fatto" ?). Cosi' a naso ho l'impressione
che in ogni caso li usino meno i trapassati (per non parlar dei
congiuntivi)
Post by Wolfgang
Se cerchi davvero una lingua con molti tempi e modi, restando in Europa
consiglio di dare un'occhiata al finlandese.
In Europa ma non in indo-europa :-)
Post by Wolfgang
Anche il basco,
con l'ergativo ? mai capito niente
Wolfgang
2020-09-30 14:31:51 UTC
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Post by Klaram
Post by edi'®
Post by Leone Buggio
Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?
Perché non servono?
La differenza principale tra il passato prossimo e quello remoto è
che il primo si riferisce a un evento i cui effetti perdurano nel
presente, mentre il secondo a eventi del tutto conclusi.
- Il sole ha iniziato a formarsi cinque miliardi di anni fa
- Indro Montanelli nacque a Fucecchio nel 1909
I tuoi "futuro prossimo" e "futuro remoto" quale differente futuro
dovrebbero rappresentare? Un futuro lontano e uno vicino? E quale
sarebbe la scala temporale?
Pensandoci bene, serve a poco anche la differenza tra passato
prossimo e passato remoto, tant'è vero che molti usano pochissimo
il passato remoto e in diversi dialetti non esiste.
Il sole iniziò a fromarsi cinque miliardi di anni fa.
Un refuso bene riuscito. La tua «r» ha subito la stessa metatesi che
in bocca ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Post by Klaram
Indro Montaneli era nato (visto che è già morto) a Fucecchio nel 1909.
Non cambia molto.
Dipende dal contesto.

In un contesto scritto al passato il trapassato mi suona bene:
«Stavo rileggendo "Il testimone", il cui autore era nato nel 1909.»

Ma in un contesto redatto al presente, il trapassato mi risulta un
po' strano: «Sto rileggendo "Il testimone", il cui autore era nato
nel 1909.» Davvero?

Ciao,
Wolfgang
Roger
2020-09-30 14:42:39 UTC
Permalink
[...]
La tua «r» ha subito la stessa metatesi che in bocca
ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Che brutta frase!
Invece di "che" io avrei scritto "subita".
--
Ciao,
Roger
--
Vassene il tempo e l'uom non se ne avvede
Wolfgang
2020-09-30 15:01:10 UTC
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Post by Roger
[...]
La tua «r» ha subito la stessa metatesi che in bocca ai francesi
ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Che brutta frase!
Invece di "che" io avrei scritto "subita".
E ti piace la vicinanza di «subìto» e «subita»?

Ciao,
Wolfgang
Roger
2020-09-30 16:14:09 UTC
Permalink
Post by Wolfgang
Post by Roger
[...]
La tua «r» ha subito la stessa metatesi che in bocca ai francesi ottocento
anni fa quando è sorto «fromage».
Che brutta frase!
Invece di "che" io avrei scritto "subita".
E ti piace la vicinanza di «subìto» e «subita»?
Certo! È un richiamo delle erre che "subiscono".
E del tuo "che" non mi dici nulla? :-)
--
Ciao,
Roger
--
Vassene il tempo e l'uom non se ne avvede
Kiuhnm
2020-09-30 17:21:01 UTC
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Post by Wolfgang
Post by Roger
[...]
La tua «r» ha subito la stessa metatesi che in bocca ai francesi
ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Che brutta frase!
Invece di "che" io avrei scritto "subita".
E ti piace la vicinanza di «subìto» e «subita»?
Comunque concordo con Roger che la tua frase non suona bene. Non so se
si possa parlare di un vero e proprio errore. Sei molto analitico e
preciso, ma ogni tanto scrivi frasi che sono difficili da "parsare"
(chiedo scusa per l'inglesismo!).
--
Kiuhnm

Chi crede crede di sapere e chi sa sa di credere,
ma anche quanto credere.
Wolfgang
2020-09-30 17:55:41 UTC
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Post by Kiuhnm
Post by Wolfgang
Post by Roger
[...]
La tua «r» ha subito la stessa metatesi che in bocca ai
francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Che brutta frase!
Invece di "che" io avrei scritto "subita".
E ti piace la vicinanza di «subìto» e «subita»?
Comunque concordo con Roger che la tua frase non suona bene.
Non so  se si possa parlare di un vero e proprio errore. Sei
molto analitico e preciso, ma ogni tanto scrivi frasi che sono
difficili da "parsare" (chiedo scusa per l'inglesismo!).
Possibile che Roger e tu abbiate letto «sùbito», anziché «subìto»?

Mea culpa; non dovevo lasciare «subito» senza segnaccento:

    La tua «r» ha subìto la stessa metatesi che in bocca
    ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».

Suona meglio così?

Ciao,
Wolfgang
Roger
2020-09-30 18:35:23 UTC
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Post by Wolfgang
Post by Kiuhnm
Post by Wolfgang
Post by Roger
[...]
La tua «r» ha subito la stessa metatesi che in bocca ai
francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Che brutta frase!
Invece di "che" io avrei scritto "subita".
E ti piace la vicinanza di «subìto» e «subita»?
Comunque concordo con Roger che la tua frase non suona bene.
Non so  se si possa parlare di un vero e proprio errore. Sei
molto analitico e preciso, ma ogni tanto scrivi frasi che sono
difficili da "parsare" (chiedo scusa per l'inglesismo!).
Possibile che Roger e tu abbiate letto «sùbito», anziché «subìto»?
    La tua «r» ha subìto la stessa metatesi che in bocca
    ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Suona meglio così?
No.
Era chiarissimo, anche senza accento, che la parola "subito" era il
participio passato di "subire".
Tant'è che l'ho pure scritto nella mia risposta delle ore 18:14:09 (le
erre
che subiscono...).

Non vuoi spiegare la funzione di quel "che" (...in bocca...)?
--
Ciao,
Roger
--
Vassene il tempo e l'uom non se ne avvede
Wolfgang
2020-09-30 20:24:02 UTC
Permalink
Post by Roger
[...]
Post by Wolfgang
Possibile che Roger e tu abbiate letto «sùbito», anziché «subìto»?
     La tua «r» ha subìto la stessa metatesi che in bocca
     ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Suona meglio così?
No.
Era chiarissimo, anche senza accento, che la parola "subito"
era il participio passato di "subire".
Tant'è che l'ho pure scritto nella mia risposta delle oret
18:14:09 (le erre che subiscono...).
Non vuoi spiegare la funzione di quel "che" (...in bocca...)?
Per me «che» è il complemento di paragone di «stessa», forse anche
sostituibile con «come»:

    La tua «r» ha subìto la stessa metatesi come in bocca
    ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».

Forse la funzione del «che/come» si spiega meglio in una perifrasi
formata con «come quella che...»:

    La tua «r» ha subìto la stessa metatesi come quella
    che ha subìto in bocca ai francesi ottocento anni fa...

Tutto sbagliato?

Ciao,
Wolfgang
Roger
2020-09-30 22:48:45 UTC
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Post by Wolfgang
Post by Roger
[...]
Post by Wolfgang
Possibile che Roger e tu abbiate letto «sùbito», anziché «subìto»?
     La tua «r» ha subìto la stessa metatesi che in bocca
     ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Suona meglio così?
No.
Era chiarissimo, anche senza accento, che la parola "subito"
era il participio passato di "subire".
Tant'è che l'ho pure scritto nella mia risposta delle oret
18:14:09 (le erre che subiscono...).
Non vuoi spiegare la funzione di quel "che" (...in bocca...)?
Per me «che» è il complemento di paragone di «stessa», forse anche
    La tua «r» ha subìto la stessa metatesi come in bocca
    ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Forse la funzione del «che/come» si spiega meglio in una perifrasi formata
    La tua «r» ha subìto la stessa metatesi come quella
    che ha subìto in bocca ai francesi ottocento anni fa...
Tutto sbagliato?
Quest'ultima è sicuramente corretta (io, al posto di "come quella che
ha
subito" avevo proposto semplicemente "subita").

Ma le due precedenti, sia quella col "che", sia quella col "come" sono
decisamente brutte, per non dire sbagliate.
--
Ciao,
Roger
--
Vassene il tempo e l'uom non se ne avvede
Wolfgang
2020-10-01 10:29:29 UTC
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Post by Roger
Post by Wolfgang
Post by Roger
[...]
Post by Wolfgang
Possibile che Roger e tu abbiate letto «sùbito», anziché «subìto»?
     La tua «r» ha subìto la stessa metatesi che in bocca
     ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
[...]
Post by Wolfgang
Post by Roger
Non vuoi spiegare la funzione di quel "che" (...in bocca...)?
Per me «che» è il complemento di paragone di «stessa»,
     La tua «r» ha subìto la stessa metatesi come in bocca
     ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Forse la funzione del «che/come» si spiega meglio in una
     La tua «r» ha subìto la stessa metatesi come quella
     che ha subìto in bocca ai francesi ottocento anni fa...
Tutto sbagliato?
Quest'ultima è sicuramente corretta (io, al posto di "come
quella che ha subito" avevo proposto semplicemente "subita").
Ma le due precedenti, sia quella col "che", sia quella col
"come" sono decisamente brutte, per non dire sbagliate.
Ti ringrazio per la pazienza con cui tratti il tuo discepolo tanto
ricalcitrante, anche un'ora dopo mezzanotte o quasi. :)

Ciao,
Wolfgang
Kiuhnm
2020-10-01 03:36:11 UTC
Permalink
Post by Wolfgang
Possibile che Roger e tu abbiate letto «sùbito», anziché «subìto»?
No.
Post by Wolfgang
    La tua «r» ha subìto la stessa metatesi che in bocca
    ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Suona meglio così?
No, devi ripetere il verbo:
La tua «r» ha subito la stessa metatesi che ha subito in bocca ai
francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».

A essere (veramente) pignoli, non si tratta della stessa "r", quindi
sarebbe meglio:
La tua «r» ha subito la stessa metatesi di quella in bocca ai
francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».

Credo che la tua frase abbia un problema di asimmetria:
Ho visto /in A/ la stessa cosa /che in B/.
/Qui/ ho visto la stessa cosa /che in B/.
/Ho visto/ la stessa cosa /che ho visto/ in B.
*/Ho visto/ la stessa cosa /che in/ B. :(

Nota l'asimmetria nell'ultima frase.
--
Kiuhnm

Chi crede crede di sapere e chi sa sa di credere,
ma anche quanto credere.
Wolfgang
2020-10-01 10:18:01 UTC
Permalink
Post by Wolfgang
Possibile che Roger e tu abbiate letto «sùbito», anziché «subìto»?
No.
Post by Wolfgang
     La tua «r» ha subìto la stessa metatesi che in bocca
     ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Suona meglio così?
    La tua «r» ha subito la stessa metatesi che ha subito in
bocca ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
A essere (veramente) pignoli, non si tratta della stessa "r",
    La tua «r» ha subito la stessa metatesi di quella in bocca
ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
    Ho visto /in A/ la stessa cosa /che in B/.
    /Qui/ ho visto la stessa cosa /che in B/.
    /Ho visto/ la stessa cosa /che ho visto/ in B.
    */Ho visto/ la stessa cosa /che in/ B.    :(
Nota l'asimmetria nell'ultima frase.
È vero, l'asimmetria nell'ultima frase stona un po'. Ma è per questo
sbagliata?

Comunque, ti ringrazio per esserti alzato tanto presto per darmi una
mano a rendere più bello e comprensibile il mio povero italiano.

Ciao,
Wolfgang
Kiuhnm
2020-10-01 19:25:06 UTC
Permalink
Post by Wolfgang
Post by Wolfgang
Possibile che Roger e tu abbiate letto «sùbito», anziché «subìto»?
No.
Post by Wolfgang
     La tua «r» ha subìto la stessa metatesi che in bocca
     ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Suona meglio così?
    La tua «r» ha subito la stessa metatesi che ha subito in
bocca ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
A essere (veramente) pignoli, non si tratta della stessa "r",
    La tua «r» ha subito la stessa metatesi di quella in bocca
ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
    Ho visto /in A/ la stessa cosa /che in B/.
    /Qui/ ho visto la stessa cosa /che in B/.
    /Ho visto/ la stessa cosa /che ho visto/ in B.
    */Ho visto/ la stessa cosa /che in/ B.    :(
Nota l'asimmetria nell'ultima frase.
È vero, l'asimmetria nell'ultima frase stona un po'. Ma è per questo
sbagliata?
Nella tua frase originale, che è più lunga, l'effetto è amplificato
quindi ti garantisco che a un madrelingua italiano suona veramente male.
Suona male perché ci si aspetta un verbo dopo quel "che". Ce lo si
aspetta così tanto che finita la frase si cade dalla sedia!
Post by Wolfgang
Comunque, ti ringrazio per esserti alzato tanto presto per darmi una
mano a rendere più bello e comprensibile il mio povero italiano.
Ringraziami per essere andato a letto così tardi.
--
Kiuhnm

Chi crede crede di sapere e chi sa sa di credere,
ma anche quanto credere.
Valerio Vanni
2020-09-30 19:45:39 UTC
Permalink
Post by Kiuhnm
Post by Roger
La tua «r» ha subito la stessa metatesi che in bocca ai francesi
ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Invece di "che" io avrei scritto "subita".
Per me va bene "subito".
Post by Kiuhnm
Comunque concordo con Roger che la tua frase non suona bene.
Non so se si possa parlare di un vero e proprio errore.
Per me è proprio un errore. Quel "che" introduce un verbo che poi non
arriva.
Dovrebbe essere:
"La tua «r» ha subito la stessa metatesi che ha subito in bocca ai
francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage»."

Oppure si può parlare solo del tempo antico:
"La tua «r» ha subito la stessa metatesi in bocca ai francesi
ottocento anni fa quando è sorto «fromage»."
Post by Kiuhnm
Sei molto analitico e
preciso, ma ogni tanto scrivi frasi che sono difficili da "parsare"
(chiedo scusa per l'inglesismo!).
Analizzare, direi.
--
Ci sono 10 tipi di persone al mondo: quelle che capiscono il sistema binario
e quelle che non lo capiscono.
Mad Prof
2020-09-30 20:27:16 UTC
Permalink
Post by Valerio Vanni
Post by Kiuhnm
Sei molto analitico e
preciso, ma ogni tanto scrivi frasi che sono difficili da "parsare"
(chiedo scusa per l'inglesismo!).
Analizzare, direi.
Secondo me rende meglio l'idea 'interpretare'.
--
Sanity is not statistical
Kiuhnm
2020-10-01 03:08:27 UTC
Permalink
Post by Valerio Vanni
Post by Kiuhnm
Post by Roger
La tua «r» ha subito la stessa metatesi che in bocca ai francesi
ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Invece di "che" io avrei scritto "subita".
Per me va bene "subito".
Occhio al quoting: la parte sopra non è mia!
Post by Valerio Vanni
Post by Kiuhnm
Comunque concordo con Roger che la tua frase non suona bene.
Non so se si possa parlare di un vero e proprio errore.
Per me è proprio un errore. Quel "che" introduce un verbo che poi non
arriva.
"La tua «r» ha subito la stessa metatesi che ha subito in bocca ai
francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage»."
Si può dire "La mia è la stessa che la tua?" Se si può, allora non è un
errore, altrimenti lo è.
Comunque anch'io mi aspettavo un verbo dopo il "che".
Post by Valerio Vanni
Post by Kiuhnm
Sei molto analitico e
preciso, ma ogni tanto scrivi frasi che sono difficili da "parsare"
(chiedo scusa per l'inglesismo!).
Analizzare, direi.
Il parsing dovrebbe essere l'analisi sintattica.
--
Kiuhnm

Chi crede crede di sapere e chi sa sa di credere,
ma anche quanto credere.
Klaram
2020-09-30 16:05:15 UTC
Permalink
Post by Klaram
Il sole iniziò a fromarsi cinque miliardi di anni fa.
Un refuso bene riuscito. La tua «r» ha subito la stessa metatesi che in bocca
ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Il formaggio mi piace moltissimo, ma è stato un lapsus digiti, non
linguae. :))
Post by Klaram
Indro Montaneli era nato (visto che è già morto) a Fucecchio nel 1909.
Non cambia molto.
Dipende dal contesto.
In un contesto scritto al passato il trapassato mi suona bene: «Stavo
rileggendo "Il testimone", il cui autore era nato nel 1909.»
Ma in un contesto redatto al presente, il trapassato mi risulta un po'
strano: «Sto rileggendo "Il testimone", il cui autore era nato nel 1909.»
Davvero?
Ho detto che non c'è una gran differenza, ma in casi come questo, e
in molti altri, è meglio il passato remoto.

Ho provato a dirlo in un dialetto che non ha il passato remoto, si
usarebbe "era nato", però la frase cambia completamente, "sto leggendo"
e "il cui autore" non si possono dire.

k
Valerio Vanni
2020-09-30 19:38:12 UTC
Permalink
Post by Wolfgang
Post by Klaram
Il sole iniziò a fromarsi cinque miliardi di anni fa.
Un refuso bene riuscito. La tua «r» ha subito la stessa metatesi che
in bocca ai francesi ottocento anni fa quando è sorto «fromage».
Quello che capita sulla tastiera è completamente casuale.
--
Ci sono 10 tipi di persone al mondo: quelle che capiscono il sistema binario
e quelle che non lo capiscono.
Wolfgang
2020-09-30 11:22:29 UTC
Permalink
Post by edi'®
[...]
La differenza principale tra il passato prossimo e quello remoto
è che il primo si riferisce a un evento i cui effetti perdurano
nel presente, mentre il secondo a eventi del tutto conclusi.
- Il sole ha iniziato a formarsi cinque miliardi di anni fa
- Indro Montanelli nacque a Fucecchio nel 1909
Di una persona ancora viva diresti dunque «è nata»? Ad esempio
«Eugenio Scalfari è nato a Civitavecchia nel 1924»?

Qualunque sia il tempo corretto, nella stampa si legge comunemente
«nasceva» perché i giornalisti vogliono darsi arie di saper usare
l'imperfetto storico. :)

Ciao,
Wolfgang
edi'®
2020-09-30 11:57:41 UTC
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[...] La differenza principale tra il passato prossimo e quello remoto
è che il primo si riferisce a un evento i cui effetti perdurano
nel presente, mentre il secondo a eventi del tutto conclusi.
- Il sole ha iniziato a formarsi cinque miliardi di anni fa
- Indro Montanelli nacque a Fucecchio nel 1909
Di una persona ancora viva diresti dunque «è nata»? Ad esempio «Eugenio
Scalfari è nato a Civitavecchia nel 1924»?
Sicuramente sì.

E.D.
Roger
2020-09-30 14:46:30 UTC
Permalink
[...] La differenza principale tra il passato prossimo e quello remoto
è che il primo si riferisce a un evento i cui effetti perdurano
nel presente, mentre il secondo a eventi del tutto conclusi.
- Il sole ha iniziato a formarsi cinque miliardi di anni fa
- Indro Montanelli nacque a Fucecchio nel 1909
Di una persona ancora viva diresti dunque «è nata»? Ad esempio «Eugenio
Scalfari è nato a Civitavecchia nel 1924»?
Di una persona viva assolutamente sì.
"Nacque" si usa esclusivamente per le persone defunte.
--
Ciao,
Roger
--
Vassene il tempo e l'uom non se ne avvede
Leone Buggio
2020-09-30 18:03:32 UTC
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Post by Leone Buggio
Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?
Luciano
Ma è così difficile rispondere alla mia domada?
Voce dalla Germania
2020-09-30 18:18:09 UTC
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Post by Leone Buggio
Post by Leone Buggio
Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?
Luciano
Ma è così difficile rispondere alla mia domada?
27 minuti dopo la tua domanda edi' ha già detto tutto. Se per qualche
strano motivo la sua risposta ti è sfuggita, ricopio i punti principali.

Perché non servono?
I tuoi "futuro prossimo" e "futuro remoto" quale differente futuro
dovrebbero rappresentare? Un futuro lontano e uno vicino? E quale
sarebbe la scala temporale?

Adesso tocca a te rispondere alle sue domande.
Valerio Vanni
2020-09-30 19:47:25 UTC
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On Wed, 30 Sep 2020 20:18:09 +0200, Voce dalla Germania
Post by edi'®
Post by Leone Buggio
Ma è così difficile rispondere alla mia domada?
I tuoi "futuro prossimo" e "futuro remoto" quale differente futuro
dovrebbero rappresentare? Un futuro lontano e uno vicino? E quale
sarebbe la scala temporale?
Adesso tocca a te rispondere alle sue domande.
Esatto. Un esempio in cui due tempi diversi aiuterebbero a
distinguere.
--
Ci sono 10 tipi di persone al mondo: quelle che capiscono il sistema binario
e quelle che non lo capiscono.
Gennaro
2020-09-30 18:42:37 UTC
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Post by Leone Buggio
Post by Leone Buggio
Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?
Luciano
Ma è così difficile rispondere alla mia domada?
E quello anteriore non ti piace?
Kiuhnm
2020-10-01 03:57:05 UTC
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Post by Leone Buggio
Come mai non esistono i tempi futuro prossimo e remoto?
Per simmetria rispetto al presente:
[usare passo fisso]

| |----------|----------| |
P.Rem. P.Pros Pres. F.Ant. F.Sem.

Nota che:
1. il Passato Remoto [Morì e fu sepolto.] e il Futuro Semplice sono
punti isolati, mentre
2. il Passato Prossimo [Il terzo giorno è resuscitato.] indica qualcosa
che ha ripercussioni sul Presente, e
3. il Futuro Anteriore indica qualcosa che avviene tra il Presente e il
punto indicato nel Futuro.

In italiano questa differenza tra passato remoto e passato prossimo si è
persa.
--
Kiuhnm

Chi crede crede di sapere e chi sa sa di credere,
ma anche quanto credere.
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