LuigiFortunati
2010-10-23 14:53:13 UTC
Parte prima: la contrazione dello spazio.
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Mi e' stato suggerito (e volentieri ho comprato) il libro di George
Gamow "Le avventure di Mr.Tompkins".
Sono stati soldi ben spesi, perche' le favolette sono raccontate
bene ed e' piacevole leggerle.
Pero' George Gamow e' uno scienziato e non un romanziere.
E anche Roger Penrose, nella presentazione del libro, non le chiama
favolette. Egli asserisce che si tratta di realta' e scrive: "Sebbene
la fisica abbia compiuto progressi in svariate direzioni, i principi
basilari della relativita' e della teoria quantistica non sono
mutati".
Quindi questi sarebbero i principi basilari? Vediamo un po' e
partiamo dall'inizio a beneficio di chi il libro non l'ha letto.
Mr.Tompkins si assopisce e, quando si risveglia e apre gli occhi si
ritrova (come Alice) nel Paese delle Meraviglie, il Regno della
Relativita'! E' uno strano posto dove lui, seduto sulla panchina alla
fermata dell'autobus, osserva un ciclista che avanza lentamente e nota
qualcosa di strano: il ciclista e la bicicletta sono accorciati nella
direzione del moto (come se fossero osservati attraverso una lente
cilindrica).
Dopo un attimo di smarrimento, orgoglioso di se, riesce a spiegarsi
l'arcano, si tratta "semplicemente" della contrazione degli oggetti in
movimento, che il quel posto e' molto piu' evidente perche li', il
limite massimo della velocita' e' molto basso.
Infatti Mr.Tompkins esclama "Per Giove, ora capisco il trucco. Ecco
il perche' della parola relativita'. Qualunque cosa in movimento
rispetto a me mi "appare" accorciata!".
Possibile che nessuno abbia notato l'incongruenza?
Se nessuno risponde, la spieghero' alla prossima puntata.
Parte seconda: la dilatazione del tempo.
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Mr.Tompkins sale anch'egli in bicicletta e si mette a pedalare per
raggiungere il ciclista di prima. Trova difficolta' ad aumentare la
velocita' ma riesce (dopo un notevole sforzo) ad affiancarlo.
A quel punto si accorge che l'uomo in bici non e' piu' sottile (come
gli era "sembrato" prima) ma e' del tutto normale e inizia a parlare
con lui.
Mr.Tompkins: "Non e' scomodo vivere in una citta' con un limite di
velocita' cosi' basso?"
Ciclista: Noi non abbiamo alcun limite qui.
Mr.Tompkins: Ma lei stava procedendo molto lentamente.
Ciclista: Ah davvero? Suppongo che non abbia notato pero' che dal
momento in cui mi ha rivolto la parola per la prima volta abbiamo
oltrepassato 5 edifici.
Mr.Tompkins: Ma le strade sono cosi' corte...
Ciclista: Che differenza fa se siamo noi a muoverci piu' velocemente
o se sono le strade ad accorciarsi? Devo oltrepassare dieci edifici
per raggiungere l'ufficio postale, e se io pedalo con maggiore vigore
tali edifici diventano piu' corti ed io arrivo a destinazione piu'
rapidamente. Infatti eccoci arrivati.
[Ed ora, ecco la sorpresa!]
Mr.Tompkins guarda l'orologio dell'Ufficio postale che segna le
cinque e mezzo, e dice trionfante: Ecco! In ogni caso lei ha impiegato
mezz'ora per percorrere questi dieci edifici; quando l'ho notata per
la prima volta erano esattamente le cinque!
Ciclista: E lei ha avuto la percezione di questa mezz'ora?
Mr.Tompkins (al quale e' parso in effetti che fossero trascorsi solo
pochi minuti) guarda il proprio orologio e nota che indica le cinque e
cinque: Oh, dice, l'orologio dell'ufficio postale e' avanti?
Ciclista: Naturalmente lo e', o il suo orologio e' troppo lento,
proprio perche' lei ha pedalato troppo velocemente. Qual e' il suo
problema, signore? Da dove viene, dalla luna?
Anche in questo caso nessuno ha notato niente di strano?
Eppure basterebbe chiedersi cosa avrebbe visto Mr.Tompkins se,
invece di guardare l'orologio dell'ufficio postale solo all'ultimo
minuto, l'avesse osservato durante tutto il tragitto, confrontandolo
col proprio.
Cos'avrebbe scoperto?
Anche in questo caso, se non me lo dice nessuno, provero' a dirlo io
(nella seconda puntata).
Luigi.
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Mi e' stato suggerito (e volentieri ho comprato) il libro di George
Gamow "Le avventure di Mr.Tompkins".
Sono stati soldi ben spesi, perche' le favolette sono raccontate
bene ed e' piacevole leggerle.
Pero' George Gamow e' uno scienziato e non un romanziere.
E anche Roger Penrose, nella presentazione del libro, non le chiama
favolette. Egli asserisce che si tratta di realta' e scrive: "Sebbene
la fisica abbia compiuto progressi in svariate direzioni, i principi
basilari della relativita' e della teoria quantistica non sono
mutati".
Quindi questi sarebbero i principi basilari? Vediamo un po' e
partiamo dall'inizio a beneficio di chi il libro non l'ha letto.
Mr.Tompkins si assopisce e, quando si risveglia e apre gli occhi si
ritrova (come Alice) nel Paese delle Meraviglie, il Regno della
Relativita'! E' uno strano posto dove lui, seduto sulla panchina alla
fermata dell'autobus, osserva un ciclista che avanza lentamente e nota
qualcosa di strano: il ciclista e la bicicletta sono accorciati nella
direzione del moto (come se fossero osservati attraverso una lente
cilindrica).
Dopo un attimo di smarrimento, orgoglioso di se, riesce a spiegarsi
l'arcano, si tratta "semplicemente" della contrazione degli oggetti in
movimento, che il quel posto e' molto piu' evidente perche li', il
limite massimo della velocita' e' molto basso.
Infatti Mr.Tompkins esclama "Per Giove, ora capisco il trucco. Ecco
il perche' della parola relativita'. Qualunque cosa in movimento
rispetto a me mi "appare" accorciata!".
Possibile che nessuno abbia notato l'incongruenza?
Se nessuno risponde, la spieghero' alla prossima puntata.
Parte seconda: la dilatazione del tempo.
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Mr.Tompkins sale anch'egli in bicicletta e si mette a pedalare per
raggiungere il ciclista di prima. Trova difficolta' ad aumentare la
velocita' ma riesce (dopo un notevole sforzo) ad affiancarlo.
A quel punto si accorge che l'uomo in bici non e' piu' sottile (come
gli era "sembrato" prima) ma e' del tutto normale e inizia a parlare
con lui.
Mr.Tompkins: "Non e' scomodo vivere in una citta' con un limite di
velocita' cosi' basso?"
Ciclista: Noi non abbiamo alcun limite qui.
Mr.Tompkins: Ma lei stava procedendo molto lentamente.
Ciclista: Ah davvero? Suppongo che non abbia notato pero' che dal
momento in cui mi ha rivolto la parola per la prima volta abbiamo
oltrepassato 5 edifici.
Mr.Tompkins: Ma le strade sono cosi' corte...
Ciclista: Che differenza fa se siamo noi a muoverci piu' velocemente
o se sono le strade ad accorciarsi? Devo oltrepassare dieci edifici
per raggiungere l'ufficio postale, e se io pedalo con maggiore vigore
tali edifici diventano piu' corti ed io arrivo a destinazione piu'
rapidamente. Infatti eccoci arrivati.
[Ed ora, ecco la sorpresa!]
Mr.Tompkins guarda l'orologio dell'Ufficio postale che segna le
cinque e mezzo, e dice trionfante: Ecco! In ogni caso lei ha impiegato
mezz'ora per percorrere questi dieci edifici; quando l'ho notata per
la prima volta erano esattamente le cinque!
Ciclista: E lei ha avuto la percezione di questa mezz'ora?
Mr.Tompkins (al quale e' parso in effetti che fossero trascorsi solo
pochi minuti) guarda il proprio orologio e nota che indica le cinque e
cinque: Oh, dice, l'orologio dell'ufficio postale e' avanti?
Ciclista: Naturalmente lo e', o il suo orologio e' troppo lento,
proprio perche' lei ha pedalato troppo velocemente. Qual e' il suo
problema, signore? Da dove viene, dalla luna?
Anche in questo caso nessuno ha notato niente di strano?
Eppure basterebbe chiedersi cosa avrebbe visto Mr.Tompkins se,
invece di guardare l'orologio dell'ufficio postale solo all'ultimo
minuto, l'avesse osservato durante tutto il tragitto, confrontandolo
col proprio.
Cos'avrebbe scoperto?
Anche in questo caso, se non me lo dice nessuno, provero' a dirlo io
(nella seconda puntata).
Luigi.