Discussione:
la tina che non è Turner
(troppo vecchio per rispondere)
Tony the Ice Man
2021-09-10 19:09:57 UTC
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Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di
Cesare Pavese. Che vuole dire la tina?

Vieni una volta su di là. Voglio farti vedere quella tina che perde.

Aspettavo Nuto per quella tina. Non viene?

Una tina la devi lavare quando la luna è giovane. Perfino gli innesti,
se no si fanno ai primi giorni della luna.

Un giorno decisi Nuto a venire in Gaminella per guardare quella tina.
Non voleva saperne, diceva: - So già che se gli parlo gli do del tapino,
gli dico che fa la vita di una bestia.

Allora, - disse a Nuto, - vuoi vedere quella tina? lo sapevo dov'era la
tina, sapevo la volta bassa, i mattoni rotti e le ragnatele. Dissi:
-Aspetto in casa un momento, - e misi finalmente il piede su quello scalino.
Mad Prof
2021-09-10 19:14:50 UTC
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Post by Tony the Ice Man
Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di
Cesare Pavese. Che vuole dire la tina?
Vieni una volta su di là. Voglio farti vedere quella tina che perde.
Aspettavo Nuto per quella tina. Non viene?
Una tina la devi lavare quando la luna è giovane. Perfino gli innesti,
se no si fanno ai primi giorni della luna.
Un giorno decisi Nuto a venire in Gaminella per guardare quella tina.
Non voleva saperne, diceva: - So già che se gli parlo gli do del tapino,
gli dico che fa la vita di una bestia.
Allora, - disse a Nuto, - vuoi vedere quella tina? lo sapevo dov'era la
-Aspetto in casa un momento, - e misi finalmente il piede su quello scalino.
Un tino femmina.

<https://www.treccani.it/vocabolario/tina>

<https://www.treccani.it/vocabolario/tino1>
--
Sanity is not statistical
Tony the Ice Man
2021-09-10 20:09:44 UTC
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Post by Mad Prof
Post by Tony the Ice Man
Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di
Cesare Pavese. Che vuole dire la tina?
Vieni una volta su di là. Voglio farti vedere quella tina che perde.
Aspettavo Nuto per quella tina. Non viene?
Una tina la devi lavare quando la luna è giovane. Perfino gli innesti,
se no si fanno ai primi giorni della luna.
Un giorno decisi Nuto a venire in Gaminella per guardare quella tina.
Non voleva saperne, diceva: - So già che se gli parlo gli do del tapino,
gli dico che fa la vita di una bestia.
Allora, - disse a Nuto, - vuoi vedere quella tina? lo sapevo dov'era la
-Aspetto in casa un momento, - e misi finalmente il piede su quello scalino.
Un tino femmina.
<https://www.treccani.it/vocabolario/tina>
<https://www.treccani.it/vocabolario/tino1>
Grazie. Nella versione Android Treccani Vocabolario nessun risultato
prodotto per la parola cercata. Boh!
Maurizio Pistone
2021-09-10 21:26:03 UTC
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Post by Tony the Ice Man
Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di
Cesare Pavese. Che vuole dire la tina?
un termine piemontese, per indicare il grosso tino dove si fa il vino
--
Maurizio Pistone strenua nos exercet inertia Hor.
https://mauriziopistone.it
https://lacabalesta.it
Klaram
2021-09-11 11:56:53 UTC
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Post by Maurizio Pistone
Post by Tony the Ice Man
Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di
Cesare Pavese. Che vuole dire la tina?
un termine piemontese, per indicare il grosso tino dove si fa il vino
Tin-a, dove si pestavano le uve e dove si lasciavano a fermentare.

k
orpheus
2021-09-11 13:48:33 UTC
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Post by Tony the Ice Man
Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di
Cesare Pavese. Che vuole dire la tina?
Tina Pizzardo :o)
Pavese aveva « intelligenza, cultura, carattere, prestanza fisica » e
in più era un poeta, e per Tina un artista era « una sorta di superuomo
» che mai avrebbe pensato di conoscere. Pavese s'innamorò di lei, ma
ottenne in cambio solo un'offerta d'amicizia. Nell'aprile del 1934,
dopo « un momento di lucida follia, d'abbandono » nel quale, del resto,
« non successe niente », Pavese chiese di sposarla ma si vide opporre
un rifiuto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tina_Pizzardo

Si sa che gi autori, dal fondo romantico, amano usare parole che, come
le madeleine, emanano profumi amorosi e nostalgici :-)
Tony the Ice Man
2021-09-11 18:45:02 UTC
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Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di
Cesare Pavese. Che vuole dire la tina?
Tina Pizzardo :o)
Pavese aveva « intelligenza, cultura, carattere, prestanza fisica » e
in più era un poeta, e per Tina un artista era « una sorta di superuomo
» che mai avrebbe pensato di conoscere. Pavese s'innamorò di lei, ma
ottenne in cambio solo un'offerta d'amicizia. Nell'aprile del 1934,
dopo « un momento di lucida follia, d'abbandono » nel quale, del resto,
« non successe niente », Pavese chiese di sposarla ma si vide opporre
un rifiuto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tina_Pizzardo
Si sa che gi autori, dal fondo romantico, amano usare parole che, come
le madeleine, emanano profumi amorosi e nostalgici :-)
for C.
Ripeness is all

Pavese ha dedicato La luna e i falò a Constance Dowling, l'altra donna
che aveva rifiutato la sua proposta.

Quindi, spero di apprezzare la costanza nella scrittura.
orpheus
2021-09-11 18:54:53 UTC
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Post by Tony the Ice Man
Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di
Cesare Pavese. Che vuole dire la tina?
Tina Pizzardo :o)
Pavese aveva « intelligenza, cultura, carattere, prestanza fisica »
e in più era un poeta, e per Tina un artista era « una sorta di
superuomo » che mai avrebbe pensato di conoscere. Pavese s'innamorò
di lei, ma ottenne in cambio solo un'offerta d'amicizia.
Nell'aprile del 1934, dopo « un momento di lucida follia,
d'abbandono » nel quale, del resto, « non successe niente », Pavese
chiese di sposarla ma si vide opporre un rifiuto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tina_Pizzardo
Si sa che gi autori, dal fondo romantico, amano usare parole che,
come le madeleine, emanano profumi amorosi e nostalgici :-)
for C.
Ripeness is all
Pavese ha dedicato La luna e i falò a Constance Dowling, l'altra
donna che aveva rifiutato la sua proposta.
Quindi, spero di apprezzare la costanza nella scrittura.
Nel momento di lucida follia... secondo me quasi sicuramente è il
riferimento ad un tentativo di rapporto sessuale non consumato...
Dicono che Pavese fosse impotente, ma il suo problema era
l'eiaculazione precoce... Credo che l'abbia condizionato veramente
tanto :-(
Tony the Ice Man
2021-09-11 20:18:25 UTC
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Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di
Cesare Pavese. Che vuole dire la tina?
Tina Pizzardo :o)
Pavese aveva « intelligenza, cultura, carattere, prestanza fisica »
e in più era un poeta, e per Tina un artista era « una sorta di
superuomo » che mai avrebbe pensato di conoscere. Pavese s'innamorò
di lei, ma ottenne in cambio solo un'offerta d'amicizia.
Nell'aprile del 1934, dopo « un momento di lucida follia,
d'abbandono » nel quale, del resto, « non successe niente », Pavese
chiese di sposarla ma si vide opporre un rifiuto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tina_Pizzardo
Si sa che gi autori, dal fondo romantico, amano usare parole che,
come le madeleine, emanano profumi amorosi e nostalgici :-)
for C.
Ripeness is all
Pavese ha dedicato La luna e i falò a Constance Dowling, l'altra
donna che aveva rifiutato la sua proposta.
Quindi, spero di apprezzare la costanza nella scrittura.
Nel momento di lucida follia... secondo me quasi sicuramente è il
riferimento ad un tentativo di rapporto sessuale non consumato...
Dicono che Pavese fosse impotente, ma il suo problema era
l'eiaculazione precoce... Credo che l'abbia condizionato veramente
tanto :-(
Quasi sicuramente? Non sarei saltato a questa conclusione come
manifestazione della sua presunta "prestanza fisica." Se lo dicesse
apertamente su se stesso, lo considererei una prova valida. Altrimenti,
tratterei l'affermazione di tale conoscenza intima come tratterei un
tweet. Cioè, se leggo i tweet, cosa che non faccio.

Secondo me, l'abbandono nel quale non successe niente era probabilmente
una descrizione della sua incapacità di incantare la pietra di Constance
con la musica della sua proposta. Un fallimento superuomo.
orpheus
2021-09-11 20:52:37 UTC
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Post by Tony the Ice Man
Secondo me, l'abbandono nel quale non successe niente era
probabilmente una descrizione della sua incapacità di incantare la
pietra di Constance con la musica della sua proposta. Un fallimento
superuomo.
Post by orpheus
Nell'aprile del 1934, dopo « un momento di lucida follia,
d'abbandono » nel quale, del resto, « non successe niente », Pavese
chiese di sposarla ma si vide opporre un rifiuto.
Io ci leggo una costanza, il rifiuto delle due donne in seguito al suo
problema di eiaculazione precoce.
"Il peggiore ratè per un uomo è non contentare una donna. Il resto sono
balle, tutte luride balle" scrive nei suoi Diari Cesare Pavese.
E questo non è certo un tweet, purtroppo
orpheus
2021-09-11 21:08:27 UTC
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"Il peggiore raté per un uomo è non contentare una donna
raté agg. e s. m., fr. [propr., part. pass. del verbo rater «far
cilecca» in senso fig.; v. rattare]. – 1. Riferito a persona, fallito
nella vita, nella carriera, vinto dalle avversità e dallo
scoraggiamento: essere, sentirsi r., o, come sost., un raté. Riferito a
obiettivi, aspirazioni, tentativi, mancato, fallito, non realizzato.
https://www.treccani.it/vocabolario/rate/
Tony the Ice Man
2021-09-11 22:28:44 UTC
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Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Secondo me, l'abbandono nel quale non successe niente era
probabilmente una descrizione della sua incapacità di incantare la
pietra di Constance con la musica della sua proposta. Un fallimento
superuomo.
Sì, sì, hai ragione, allora la pietra di Tina. A quanto pare le donne
della storia che rifiutano si mischiano nella mia mente.
Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Post by orpheus
Nell'aprile del 1934, dopo « un momento di lucida follia,
d'abbandono » nel quale, del resto, « non successe niente », Pavese
chiese di sposarla ma si vide opporre un rifiuto.
Io ci leggo una costanza, il rifiuto delle due donne in seguito al suo
problema di eiaculazione precoce.
"Il peggiore ratè per un uomo è non contentare una donna. Il resto sono
balle, tutte luride balle" scrive nei suoi Diari Cesare Pavese.
E questo non è certo un tweet, purtroppo
Hai letto anche i suoi diari? Io, no. Pavese conosco soltanto dai
riferimenti nel romanzo Lessico familiare. Forse c'è un tesoro
d'informazione su questa eiaculazione precoce di lui. Non sono esperto,
concedo alla tua più profonda conoscenza dell'argomento.

Ma, dalle prove presentate, è ancora un salto di fede nominare la
condizione. Immagino che ci fossero molti modi per non contentare una
donna, non solamente quei sessuali, che suggerirebbero un certo successo
nell'avere l'opportunità di fallire.

Pensi che Tina abbia permesso la penetrazione, e poi rifiutata,
piuttosto che sapere in anticipo che si desiderava solo un'amicizia? O
pensi invece che la condizione fosse così estrema e nascosta da
richiedere il servizio di lavanderia?

Enquiring minds want to know (slogan pubblicitario).
orpheus
2021-09-12 06:24:18 UTC
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Post by Tony the Ice Man
Hai letto anche i suoi diari? Io, no. Pavese conosco soltanto dai
riferimenti nel romanzo Lessico familiare. Forse c'è un tesoro
d'informazione su questa eiaculazione precoce di lui. Non sono
esperto, concedo alla tua più profonda conoscenza dell'argomento.
Negli anni posteriori alla sua morte circolò la diceria che fosse
impotente.
A me pare di ricordare che tra i primi a parlare del problema della
eiaculazione precoce fu il suo amico Davide Lajolo, nel libro che
scrisse "Il vizio assurdo".
Ricordo che quando lo lessi mi colpì molto, ma adesso è da tanto tempo
che non l'ho riletto
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_vizio_assurdo

Qui un riassunto più completo
http://www.patrialetteratura.com/pavese-e-il-suo-vizio-assurdo/
orpheus
2021-09-12 08:48:23 UTC
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Post by orpheus
A me pare di ricordare che tra i primi a parlare del problema della
eiaculazione precoce fu il suo amico Davide Lajolo, nel libro che
scrisse "Il vizio assurdo".
Tanto per rimanere sul mio nome utente:
L'Orfeo di Pavese ha un destino, una "rupe" che gli grava sulle spalle:
l'esser poeta. Il destino di colui che canta la vita e la morte è
isolamento, esclusione, allontanamento; ma, al tempo stesso, la poesia
è il mezzo per superare il limitato orizzonte dell'Io e giungere alla
vastità del Sé universale che dà senso e salvezza alla vita dell'uomo.
Partendo dal mito classico di Orfeo e dall'Inconsolabile pavesiano
l'autrice presenta un'originale analisi del rapporto di Pavese con il
mito attraverso diversi filtri interpretativi.
Furio Jesi, la religio mortis e il suo tormentato rapporto con il
mitologo ungherese Károly Kerényi, la concezione pavesiana
dell'esperienza come reminescenza soggettiva, il ruolo salvifico di
Mnemosyne, il rimorso dei salvati nella Casa in collina, i simboli
iniziatici della luna, del fuoco e del nudismo, l'impegno editoriale
alla collana viola, le affinità con Mircea Eliade... fino ad arrivare
al bisogno ontologico di Pavese di religio e di sacrum come punti
cardinali della sua vita e della sua poetica. Un'immagine "altra" e
diversa di Pavese che lo accompagna attraverso un lungo viaggio
iniziatico nel "regno delle madri" fino alla tragica discesa nel gorgo
della morte.

Fonte:
"L’inconsolabile Pavese, il mito e la memoria"
un libro di Beatrice Mencarini

Qui si cita Furio Jesi, con la sua "religio mortis" con la quale
dipana il concetto di mito in Cesare Pavese.
Furio Jesi è stato uno dei miei autori preferiti in passato,
ed ancora oggi ogni tanto ritorna con le sue riflessioni
come un fiume carsico. Oggi mi pare abbastanza sconosciuto alle nuove
generazioni.
Tony the Ice Man
2021-09-12 18:25:15 UTC
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Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Hai letto anche i suoi diari? Io, no. Pavese conosco soltanto dai
riferimenti nel romanzo Lessico familiare. Forse c'è un tesoro
d'informazione su questa eiaculazione precoce di lui. Non sono
esperto, concedo alla tua più profonda conoscenza dell'argomento.
Negli anni posteriori alla sua morte circolò la diceria che fosse
impotente.
A me pare di ricordare che tra i primi a parlare del problema della
eiaculazione precoce fu il suo amico Davide Lajolo, nel libro che
scrisse "Il vizio assurdo".
Ricordo che quando lo lessi mi colpì molto, ma adesso è da tanto tempo
che non l'ho riletto
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_vizio_assurdo
Qui un riassunto più completo
http://www.patrialetteratura.com/pavese-e-il-suo-vizio-assurdo/
Ha lasciato un'annotazione a penna, “Perdono tutti e a tutti chiedo
perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.”
orpheus
2021-09-12 19:23:13 UTC
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Post by Tony the Ice Man
Ha lasciato un'annotazione a penna, “Perdono tutti e a tutti chiedo
perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.”
Infatti nella risposta avevo sorvolato le tue domande "piccanti".
Riporto la sintesi di Davide Lajolo, che condivido pienamente.

In Veder l’erba dalla parte delle radici, Rizzoli, 1977, le radici sono
quelle piantate sotto la propria terra come cordone ombelicale, valore
richiamato, legame struggente e positivo, che riaffiora energicamente
nel momento più difficile dell’esistenza, quando lo scrittore è colpito
da un grave infarto. In quei terribili istanti, torna alla memoria di
Davide il carattere duro, ma di una dignità superiore nella sofferenza,
del padre.
Mi tornò dinanzi agli occhi il volto imperterrito di mio padre quando
mi salutava con gli occhi fissi sul letto di morte. Il contadino che
non aveva letto libri, che non aveva attraversato il mondo in treno,
che appena vedeva passare qualche aereo scrollava la testa, quel
contadino aveva saputo morire senza rimpianti dicendo a noi suoi figli:
“Io vado sereno, la mia pianta è disseccata. Non si piange. Ognuno deve
sapere dire addio senza confondersi. Sappiamo da sempre che la nostra
vita
un giorno sarà recisa”.
Gli appare, e sarà principio di forza per superare la crisi, il valore
della continuità della vita, nudo nella sua essenza, inspiegabile a
parole, eppure rudemente evidente. Legami del sangue, dal passato al
presente al futuro. Pavese doveva percepire la distanza da questo
nucleo atavico, l’intimo sradicamento da legami familiari desiderati
con forza in certi momenti dell’esistenza. Basterà rileggere questa
pagina del Vizio assurdo, a commento di un brano cruciale della Casa in
collina
“[...] L'antico indifferente cuore della terra covava nel buio, viveva
in burroni, in radici in cose occulte, in paure d'infanzia. Cominciavo
a quei tempi a compiacermi in ricordi d'infanzia. Si direbbe che sotto
ai rancori e alle incertezze, sotto alla voglia di stare solo, mi
scoprivo ragazzo per avere un compagno, un collega, un figliolo”.
[...] Poi aprì il suo libro [La casa in collina] alla pagina sulla
quale aveva tenuto il segno e mi lesse il periodo che ho sopra
riportato. Finita la lettura alzò il volto e guardandomi negli occhi
aggiunse: “Tutto il tuo libro partigiano vive nel fiato della tua
bambina. lo non ho figli e anche per questo mi sento più solo e ne
soffro la mancanza”.
La vera vita di Pavese è anche qui; in questi discorsi e frasi mozze.
Troncati di colpo, affondati nel silenzio. Bisogna ritrovarlo in questo
clima per valutarlo completamente e La casa in collina si origina e si
conduce tutto in questo clima.

Davide Lajolo - Il vizio assurdo
2008 Daniela Piazza Editore
dalla Prefazione di Fabio Pierangeli
Tony the Ice Man
2021-09-12 19:56:14 UTC
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Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Ha lasciato un'annotazione a penna, “Perdono tutti e a tutti chiedo
perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.”
Infatti nella risposta avevo sorvolato le tue domande "piccanti".
No, No, hai capito il mio intento troppo letteralmente. Le mie domande
piccanti erano retoriche, per sottolineare il salto di fede della tua
affermazione. Parliamo di pettegolezzi, e accetto che tu abbia fiducia
in una certa analisi critica dei pettegolezzi attribuiti alla vita
personale di questa persona.

Forse perché ora abito nel paese che deve fare i conti con fatti
costantemente inventati da una parte del popolo che evita i fatti
confermati, sono una pietra difficile da incantare.

Ma, mi piace la musica.
orpheus
2021-09-12 20:27:53 UTC
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Post by Tony the Ice Man
Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Ha lasciato un'annotazione a penna, “Perdono tutti e a tutti
chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.”
Infatti nella risposta avevo sorvolato le tue domande "piccanti".
No, No, hai capito il mio intento troppo letteralmente. Le mie
domande piccanti erano retoriche, per sottolineare il salto di fede
della tua affermazione. Parliamo di pettegolezzi, e accetto che tu
abbia fiducia in una certa analisi critica dei pettegolezzi
attribuiti alla vita personale di questa persona.
Forse perché ora abito nel paese che deve fare i conti con fatti
costantemente inventati da una parte del popolo che evita i fatti
confermati, sono una pietra difficile da incantare.
Ma, mi piace la musica.
Ci sarebbe una soluzione sai? Evitare le parti più correlate al
pettegolezzo e magari approfondire quelle più "profonde".
Cosa nella quale forse ti devi affinare ;-)
Tony the Ice Man
2021-09-12 21:25:38 UTC
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Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Post by orpheus
Post by Tony the Ice Man
Ha lasciato un'annotazione a penna, “Perdono tutti e a tutti
chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.”
Infatti nella risposta avevo sorvolato le tue domande "piccanti".
No, No, hai capito il mio intento troppo letteralmente. Le mie
domande piccanti erano retoriche, per sottolineare il salto di fede
della tua affermazione. Parliamo di pettegolezzi, e accetto che tu
abbia fiducia in una certa analisi critica dei pettegolezzi
attribuiti alla vita personale di questa persona.
Forse perché ora abito nel paese che deve fare i conti con fatti
costantemente inventati da una parte del popolo che evita i fatti
confermati, sono una pietra difficile da incantare.
Ma, mi piace la musica.
Ci sarebbe una soluzione sai? Evitare le parti più correlate al
pettegolezzo e magari approfondire quelle più "profonde".
Cosa nella quale forse ti devi affinare ;-)
Non sono stato io ad iniziare il pettegolezzo, ma certo, lasciamo
perdere la presunta precocità e invece cercherò nel libro altre parole
piemontesi di cui non capisco un tubo (troppo schietto?).
IdP
2021-09-13 12:21:02 UTC
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Rollin' on the river, ho letto queste frasi in La luna e i falò di Cesare
Pavese. Che vuole dire la tina?
Vieni una volta su di là. Voglio farti vedere quella tina che perde.
Aspettavo Nuto per quella tina. Non viene?
Una tina la devi lavare quando la luna è giovane. Perfino gli innesti, se no
si fanno ai primi giorni della luna.
Un giorno decisi Nuto a venire in Gaminella per guardare quella tina. Non
voleva saperne, diceva: - So già che se gli parlo gli do del tapino, gli dico
che fa la vita di una bestia.
Allora, - disse a Nuto, - vuoi vedere quella tina? lo sapevo dov'era la tina,
sapevo la volta bassa, i mattoni rotti e le ragnatele. Dissi: -Aspetto in
casa un momento, - e misi finalmente il piede su quello scalino.
Succede in diverse zone d'Italia, non solo in Piemonte, che alcuni
termini maschili in italiano diventino femminili nella parlata locale.

Per esempio in un dialetto calabrese...

"Diversamente da come si presentano nella lingua italiana, ma come
avveniva in latino, i nomi degli alberi da frutto domestici sono di
genere femminile."

Piante: Frutti:
m llivára (l’olivo) m llívu (l’uliva)
m rangára (l’arancio) m rángu (l’arancia)
a crasciòmbulára (l’albicocco) u crasciómbulu (l’albicocca)
a fìcandianára (il ficodindia) u ficandiánu (il ficodindia)
a ficára (il fico) u fícu (il fico)
a gèrasára (il ciliegio) u gerásu (la ciliegia)
a grànatára (il melograno) u granátu (la melagrana)
a lìmunára (il limone) u limúni (il limone)
a màlunára (la pianta del melone) u malúni (il melone)
a màndarinára (il mandarino) u mandarínu (il mandarino)
a nèspulára (il nespolo) u néspulu (la nespola)
a pèrzicára (il pesco) u pérzicu (la pesca)
a pirára (il pero) u píru (la pera)
a prunára (il prugno) u prúnu (la prugna)
a pumára (il melo) u púmu (la mela)
https://www2.hu-berlin.de/vivaldi/publikationen/mg-masterarbeit.pdf





Nella parlata di Viterbo, invece, il "cambio di sesso" si fa solo al
plurale.


Il dialetto viterbese

fa miracoli davvero:

cambia sesso addirittura

senza alcuna operazione,

senza traumi e alcun dolore.

Tutti i gatti sono GATTE

ed i passeri son PASSERE;

stranamente, Valentano

è un paese, (ma de che?

de cavalle quelle maschie),

frutto d’uno strano incrocio.

Tutto il resto è sempre femmina:

i fagioli son FACIOLE,

fagiolini FACIOLETTE,

pure i baffi sono BAFFE,

anche i sassi sono SASSE,

per di più i carabinieri

sono qui CARABBIGNERE

non coi baffi, ma con BAFFE.

È un linguaggio matriarcale,

tutto un mondo al femminile,

dove i maschi sono maschie

con qualcosa al femminile.

Qui è meglio allor fermarci

e gridare ben convinti:

“Viva tutti i dïaletti,

(ma che dico, LE DIALETTE!).

http://www.lacitta.eu/cultura/59783-la-poesia-di-mario-olimpieri-il-dialetto-viterbese-e-il-sesso.html
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