Sergio Pomante
2011-01-15 00:48:29 UTC
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/01/14/news/fusione_nucleare_a_freddo_a_bologna_ci_siamo_riusciti-11237521/
"Ci sono le guardie giurate a controllare l'accesso, devi firmare una
dichiarazione in cui accetti i rischi nell'assistere all'esperimento che
potrebbe rivoluzionare il settore della produzione di energia. Per la prima
volta in Italia, davanti ad esperti, in un capannone avvolto dalla nebbia nella
zona industriale di Bologna, è stato realizzato un processo di fusione nucleare
fredda, utilizzando nichel ed idrogeno, capace di produrre una energia
incredibilmente superiore a quella utilizzata per creare la reazione. E' la
strada per ottenere energia pulita. "La novità assoluta sta nel fatto che tutto
ciò viene prodotto da una macchina che funziona come una stufetta elettrica di
casa", spiega l'inventore, Andrea Rossi, ingegnere. Con lui Sergio Focardi,
professore emerito dell'Alma Mater, fisico di calibro, in passato preside della
facoltà di Scienze.
Di possibili fonti di energia con reazioni di fusione nucleare a bassa
temperatura se ne parla da tempo nel mondo. L'annuncio nel 1989 degli scienziati
Fleshmann e Pons suscitò speranze e illusioni. Focardi è stato pioniere in
Italia di questo tipo di studi. Quello di ieri è stato il primo esperimento
condotto a Bologna con osservatori esterni: giornalisti e
fisici, in gran parte dell'Ateneo come Paolo Capiluppi, direttore del
dipartimento di Fisica, Gianfranco Campari, Ennio Bonetti. L'esperimento,
"industriale più che scientifico", dicono i docenti universitari, è condotto in
una stanzina di un capannone in via dell'Elettricista, dove è stato installato
un catalizzatore di energia che occupa lo spazio di un tavolo. Dura alcune ore.
Rossi spiega il funzionamento della macchina, il ricercatore Giuseppe Levi
illustra una stima dell'energia prodotta sulla base della misura di quanta acqua
viene vaporizzata al secondo. E al termine Rossi conclude: "Si sono consumati
600 kilowattora e se ne sono prodotti 12mila". Il prototipo, già coperto da
brevetto di proprietà di Maddalena Pascucci, moglie di Rossi, è ora pronto per
la produzione industriale e la commercializzazione. "Sarà il prossimo passo",
dice Rossi. I fisici obiettano: "Dovremmo poter riprodurre l'esperimento in un
nostro laboratorio, ma c'è il segreto industriale sul processo". "Ci vuole
cautela, il metodo scientifico esigerebbe verifiche, ad oggi non sappiamo cosa
avviene dentro la macchina", dicono Capiluppi e Bonetti.
"Siamo un'azienda, se mi chiedono di aprire la scatola dovrei pagare i danni
agli investitori", replica Andrea Rossi. "I costi? Posso dire che
l'apparecchiatura costa duemila euro per Kilowatt di potenza e funziona con un
grammo di nichel". Lo stesso ingegnere ammette: "Dietro questo processo non c'è
una base teorica: per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo
ipotizzato". Il professor Focardi spiega perché un esperimento simile avvenga
fuori dai laboratori accademici: "I miei colleghi non ci credono, sono scettici.
Non so come un protone di idrogeno possa entrare nel nucleo di nichel, ma
avviene. Ed è la strada dell'energia per l'umanità". Comunque sia, sembra un
grosso passo avanti. Per dire addio al petrolio? "Non sono in grado di
rispondere", allarga le braccia l'ingegner Rossi.
********************************
Un plauso ad un Uomo che ha avuto le palle di andare avanti... contro lo
scetticismo dei suoi insulsi colleghi.
Sono passati 16 anni dalla sua prima conferenza a Bologna. Era ora.
--
Sergio Pomante
"Ci sono le guardie giurate a controllare l'accesso, devi firmare una
dichiarazione in cui accetti i rischi nell'assistere all'esperimento che
potrebbe rivoluzionare il settore della produzione di energia. Per la prima
volta in Italia, davanti ad esperti, in un capannone avvolto dalla nebbia nella
zona industriale di Bologna, è stato realizzato un processo di fusione nucleare
fredda, utilizzando nichel ed idrogeno, capace di produrre una energia
incredibilmente superiore a quella utilizzata per creare la reazione. E' la
strada per ottenere energia pulita. "La novità assoluta sta nel fatto che tutto
ciò viene prodotto da una macchina che funziona come una stufetta elettrica di
casa", spiega l'inventore, Andrea Rossi, ingegnere. Con lui Sergio Focardi,
professore emerito dell'Alma Mater, fisico di calibro, in passato preside della
facoltà di Scienze.
Di possibili fonti di energia con reazioni di fusione nucleare a bassa
temperatura se ne parla da tempo nel mondo. L'annuncio nel 1989 degli scienziati
Fleshmann e Pons suscitò speranze e illusioni. Focardi è stato pioniere in
Italia di questo tipo di studi. Quello di ieri è stato il primo esperimento
condotto a Bologna con osservatori esterni: giornalisti e
fisici, in gran parte dell'Ateneo come Paolo Capiluppi, direttore del
dipartimento di Fisica, Gianfranco Campari, Ennio Bonetti. L'esperimento,
"industriale più che scientifico", dicono i docenti universitari, è condotto in
una stanzina di un capannone in via dell'Elettricista, dove è stato installato
un catalizzatore di energia che occupa lo spazio di un tavolo. Dura alcune ore.
Rossi spiega il funzionamento della macchina, il ricercatore Giuseppe Levi
illustra una stima dell'energia prodotta sulla base della misura di quanta acqua
viene vaporizzata al secondo. E al termine Rossi conclude: "Si sono consumati
600 kilowattora e se ne sono prodotti 12mila". Il prototipo, già coperto da
brevetto di proprietà di Maddalena Pascucci, moglie di Rossi, è ora pronto per
la produzione industriale e la commercializzazione. "Sarà il prossimo passo",
dice Rossi. I fisici obiettano: "Dovremmo poter riprodurre l'esperimento in un
nostro laboratorio, ma c'è il segreto industriale sul processo". "Ci vuole
cautela, il metodo scientifico esigerebbe verifiche, ad oggi non sappiamo cosa
avviene dentro la macchina", dicono Capiluppi e Bonetti.
"Siamo un'azienda, se mi chiedono di aprire la scatola dovrei pagare i danni
agli investitori", replica Andrea Rossi. "I costi? Posso dire che
l'apparecchiatura costa duemila euro per Kilowatt di potenza e funziona con un
grammo di nichel". Lo stesso ingegnere ammette: "Dietro questo processo non c'è
una base teorica: per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo
ipotizzato". Il professor Focardi spiega perché un esperimento simile avvenga
fuori dai laboratori accademici: "I miei colleghi non ci credono, sono scettici.
Non so come un protone di idrogeno possa entrare nel nucleo di nichel, ma
avviene. Ed è la strada dell'energia per l'umanità". Comunque sia, sembra un
grosso passo avanti. Per dire addio al petrolio? "Non sono in grado di
rispondere", allarga le braccia l'ingegner Rossi.
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Un plauso ad un Uomo che ha avuto le palle di andare avanti... contro lo
scetticismo dei suoi insulsi colleghi.
Sono passati 16 anni dalla sua prima conferenza a Bologna. Era ora.
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Sergio Pomante