Post by .RickyMi preme pero' leggere anche tutte le possibili critiche all'approccio
low-carb: per "forma mentis" preferisco non smettere mai di dare
spazio ad ogni possibile critica che ha pur sempre il potere, se
confutata, di avvalorare una teoria e, in questo caso, darmi piu'
sicurezza nel continuare cosi'.
Un approccio assolutamente condivisibile. E, almeno da me, condiviso.
Al punto di potermi considerare un esperto assoluto di critiche alle
diete low carb! ;-)
Post by .RickyXlater: probabilmente ti e' gia' capitato di leggere critiche analoghe
ma mi farebbe piacere sapere che ne pensi - e cosa ne pensano tutti
http://snipurl.com/bylr.
Riposto l'articolo (al netto della premessa) inserendo i miei commenti
tra parentesi quadra.
FOCUS SULLE LOW CARB E SUI RISCHI CHE POSSONO RAPPRESENTARE PER LA
NOSTRA SALUTE
Vari studi (come quello recentemente pubblicato sull'autorevole rivista
Lancet, a cura del Dipartimento di Nutrizione Umana dell'università di
Copenaghen) hanno dimostrato che la perdita di peso ottenibile con le
diete iperproteiche (le low carb), come ad esempio la dieta Atkins, in
realtà non è maggiore di quella ottenibile con altri tipi di diete,
basate sul ridotto apporto calorico.
[In realtà TUTTI gli studi hanno dimostrato una maggiore efficacia
delle diete low carb in termini di dimagrimento, anche quando queste
ultime avevano un contenuto calorico maggiore delle corrispettive
ipocaloriche. Quel "non maggiore" è un modo un po' disonesto di
tradurre delle altrettanto disoneste "differenze non significative".
Chi va a leggere i numeri (e preciso: i numeri, non le "conclusioni")
osserva una realtà ben diversa]
Non bisogna sottovalutare il fatto che diete ad alto contenuto proteico
e con minimo contenuto di carboidrati -infatti- possono indurre chetosi,
un disturbo metabolico in cui, a causa dell'abbassamento dei livelli di
glucosio nel sangue, si formano delle sostanze chetoniche in eccesso che
possono contribuire ad una varietà di disturbi: perdita di calcio, con
un aumentato rischio di osteoporosi, aumento del rischio di calcoli
renali.
[Se ne è parlato in abbondanza sul ng. La chetosi indotta dalla dieta
si presenta solo in regimi low carb estremamente rigidi, ed è un
effetto assolutamente transitorio e assolutamente non preoccupante.
I livelli di chetonemia di un lowcarber sono tipicamente più bassi
della media, in quanto il lowcarber ha una maggiore capacità di
metabolizzare chetoni. La chetosi, intesa come concentrazione abnorme
di chetoni nel sangue, pericolosa o meno che sia, non è un problema che
riguarda i low carber. Anzi, i low carber sono più protetti degli altri
dall'insorgere della chetosi nelle situazioni tipiche (attività fisica
prolungata o digiuno di oltre una decina di ore)]
Senza dimenticare poi che i menù tipici della dieta Atkins hanno la
particolarità di contenere una certa quantità di grassi saturi, un basso
contenuto di fibre e un ridotto apporto di vitamine.
[Anche i grassi saturi sono un argomento ampiamente dibattuto sul ng.
Le persone che hanno preso la briga di informarsi con più precisione
hanno scoperto che i pregiudizi diffusi contro i grassi saturi sono
del tutto privi di un consistente supporto scientifico. Vedi in
proposito l'articolo sul sito di Albanesi, o la mia traduzione postata
sul ng della "saga dei grassi". Anzi, la scienza sta recentemente
cominciando a preoccuparsi degli effetti negativi di un
ridotto apporto di saturi nella dieta, come da articolo del AJCN
il link al quale ho più volte postato. Quindi non c'è nessuno scandalo
nella quantità di grassi saturi contenute nelle diete low carb. E in
ogni caso esistono anche low-carb che limitano i grassi saturi, come
la Southbeach.
Il basso contenuto di fibre può essere un problema in caso di scorretto
approccio alla low carb. Ma non esiste dieta low carb che non dia
ampie indicazioni per un ampio consumo di verdure fresche e (con
maggiore moderazione) di frutta fresca. Con una rigidissima low carb
da 30gr di carbo al giorno si può consumare fino ad un 1kg giornaliero
di insalata. Se qualcuno vuole sostenere che con un kg di insalata
al giorno c'è problema di carenza di fibre, può accomodarsi.
Lo stesso può dirsi per le vitamine. Pasta, pane, farinacei, cereali,
dolci ecc. (ossia i cibi evitati o drasticamente ridotti dai low
carber) non sono affatto cibi così "densi" di vitamine da poterli
considerare insostituibili. Al contrario i low carber possono
beneficiare di un apporto ottimo ed abbondante di vitamine liposolubili
che sono invece spesso carenti negli approcci low-fat ipocalorici.]
Per questo viene
raccomandato un apporto supplementare di tali nutrienti
[Non è vero che vanga sempre raccomandato, e comunque non è
indispensabile, per una low carb seguita correttamente]
senza i quali
si potrebbe verificare un rischio maggiore per le seguenti patologie:
cancro colorettale, disturbi cardiaci, disfunzioni renali, osteoporosi,
complicazioni del diabete.
[Palle: un elenco di malattie sparate a vanvera senza nessun razionale.
Non può essere un modello dialettico quello di prendere l'enciclopedia
medica e sparare tutte le malattie che vi si trovano contro i
sostenitori di un approccio dietetico. Bisogna aventualmente chiarire
in base a quale logica, o a quale dato empirico, si presume un
collegamento, e al limite si discute su questo. In questo caso,
l'elenco funereo di malattie dovrebbe essere giustificato (leggendo
l'articolo) da una carenza di apporto di nutrienti che è ampiamente
smentita. Andiamo avanti]
Anche la dieta cosiddetta "a Zone" è molto popolare in America: con la
sua formula sintetica 30-40-30 si intende specificare che l'apporto
calorico, per ogni pasto, deve essere fornito per il 30% da proteine
(laddove la raccomandazioni scientifiche ufficiali ne consigliano al
massimo il 15%), per il 40% dai carboidrati, e per il restante 30% dai
grassi.
[Bugia. Le raccomandazioni scientifiche ufficiali non parlano
assolutamente di percentuali per quanto riguarda le proteine. Parlano
di un apporto in grammi proporzionale al peso del soggetto, con
valori del rapporto che vanno da appena sotto l'unità a 1,5 in
funzione delle esigenze del soggetto. E' esattamente lo stesso range
in cui si muove la zona.]
Gli scienziati della comunità internazionale sono d'accordo nel
convenire che la dieta a Zone è squilibrata e poco indicata per il
benessere del nostro organismo.
[Altra bugia. Gli scienziati della comunità internazionale in questo
momento sono molto occupati a criticare le linee guida ufficiali
che sono state date in questi ultimi trenta anni, dichiarando
apertamente che almeno in parte hanno contribuito all'epidemia di
obesità e di diabete bin atto nei paesi occidentali]
Per quanto riguarda poi la South Beach Diet, il piano nutrizionale alla
base di questa dieta è passato recentemente alle cronache per essere
stato considerato fra gli imputati dei disturbi cardiaci che hanno
portato l'ex presidente Usa Bill Clinton a ricoverarsi d'urgenza per un
intervento al cuore con l'impianto di quattro by-pass.
[In realtà ad essere imputate sono le abitudini dietetiche dello stesso
Clinton prima di iniziare a seguire la dieta. Se uno fuma due pacchetti
al giorno per trenta anni, poi smette per un anno e muore di cancro ai
polmoni, chi sosterrebbe che lo smettere di fumare sia "fra gli
imputati"?]
A detta degli
esperti, ciò che si perde con la South Beach non è tanto il grasso,
quanto l'acqua, e il repentino calo di peso che si ottiene alimentandosi
secondo i suoi dettami (carne, pesce, uova, noci, verdure) in realtà si
recupera
e con gli interessi! Chi è veramente esperto di nutrizione sa
che quando si perde acqua si consuma tessuto muscolare (ricco di acqua)
e quindi la perdita di peso in queste condizioni comporta un aumento
proporzionale del grasso che trova conferma nella "sindrome dello
yo-yo".
[Bugia. Che le diete low carb siano efficaci nella perdita di massa
grassa lo confermano decine di studi di intervento in cui i soggetti
venivano misurati anche come composizione corporea]
NEL "SALUTARE" CONFRONTO FRA LE DIETE LOW CARB E LA DIETA MEDITERRANEA
VINCE LA PASTA
La risposta più convincente al boom statunitense della diete "low-carb"
e alle relative polemiche su un piano nutrizionale essenzialmente
proteico è giunta recentemente da Roma, dove nel febbraio 2004 si è
tenuta la Conferenza Scientifica "Healthy Pasta Meals (pasti salutari a
base di pasta)" promossa dalla Oldways Preservation and Exchange Trust,
una organizzazione americana per la sensibilizzazione del pubblico ad
una corretta alimentazione, con sede a Boston, dall'UNIPI (Unione
Industriali Pastai Italiani) e dalla National Pasta Association
statunitense, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e
Forestali e del Ministero della Salute.
[Credo che ci sia tutto l'interesse da parte dell'associazione dei
produttori di pasta a trovare degli sponsor nella comunità scientifica.
E di scienziati in cerca di sponsorizzazioni e di finanziamenti se
ne trovano moltissimi in giro.]
Dopo le polemiche scoppiate negli Usa attorno alle diete, non è un caso
che sia proprio un'organizzazione non-profit statunitense, la Oldways, a
stilare un documento ufficiale, lo Scientific Consensus Statement, a
conclusione del convegno 'Healthy Pasta Meals', proprio per promuovere a
pieni voti la pasta come alimento indispensabile per una corretta
alimentazione fonte di benessere psicofisico.
Gli scienziati che hanno preso parte al Convegno hanno insignito quindi
il modello mediterraneo di nutrizione come "il migliore" fra tutti gli
altri modelli occidentali di alimentazione.
ECCO PERCHE' LA DIETA MEDITERRANEA E' DA PREFERIRE ALLE LOW CARB IN UNA
CORRETTA ALIMENTAZIONE, FONTE DI BENESSERE PER IL NOSTRO FISICO
Gli scienziati esperti di nutrizione sono tutti d'accordo: la dieta
ideale deve comprendere alimenti di origine vegetale e animale e deve
contenere nutrienti energetici secondo le seguenti percentuali:
carboidrati 55-60%, grassi 30% e proteine 10-15%.
["Tutti d'accordo" è un poì grossa...]
Su queste affermazioni c'è il consenso degli esperti, al più alto
livello, in tutto il mondo e delle linee guida di riferimento per la
dietologia.
La dieta mediterranea, a livello mondiale, viene riconosciuta come
vincente per i grandi benefici per la nostra salute: ed è proprio la
pasta, ricca di carboidrati, a costituire l'elemento cardine della dieta
ideale.
[Per adesso l'unico pregio (si fa per dire) della pasta è quello
di essere "ricca di carboidrati". Sono curioso di scoprire se ce ne
sono altri...]
Senza dimenticarci che non è solo la pasta ad assurgere ad alimento
centrale della dieta mediterranea ma anche la frutta, gli ortaggi e i
legumi. Si tratta di alimenti di origine vegetale ricchi di carboidrati
e di fibra
[Appunto: che bisogno c'è della pasta?]
che se, accompagnati da poco olio extra vergine d'oliva e uno
o due bicchieri di vino, e se consumati quotidianamente nelle giuste
dosi, apportano all'organismo non solo nutrimento ma anche "benessere"
inteso come resistenza alle malattie metaboliche e cardio-vascolari.
[Pagherei oro per sentire qualcuno in grado di tirare fuori uno
straccio di ipotesi che colleghi il consumo giornaliero di pasta
a questo presunto "benessere" e a questa presunta "resistenza alle
malattie metaboliche e cardiovascolari"]
La pasta quindi, e' importante non solo come fonte di carboidrati, ma
anche perché richiede l'aggiunta di condimento: sugo e formaggio.
Ecco che un piatto di pasta diventa il veicolo ideale di molti
nutrienti,
tutti necessari al mantenimento dello stato di salute! Dall'olio extra
vergine d'oliva al pomodoro, dagli ortaggi per il battuto al formaggio
per far si che la pasta si trasformi nelle più varie ricette che a
seconda del territorio di origine si arricchiscono anche con modeste
quantità di carne (ragù) o di pesce.
[Ecco un altro "pregio" della pasta: per mangiarla devi condirla:
sughi, pesce, formaggi e ragù. Certo, in teoria pesce carne e formaggi
si potrebbero mangiare anche soli. Ma siccome il problema è che si
mangia troppo poco, cosa c'è di meglio che accompagnarla con centinaia
di grammi di inutili e assolutamente vuoti carboidrati?]
Indipendentemente dal contenuto di fibra la pasta ha un basso indice
glicemico (41) cioè la scissione dell'amido porta ad una variazione
della quantità di glucosio nel sangue, molto bassa e duratura nel tempo.
[Accidenti! Si scopre all'improvviso che l'impatto di quello che si
mangia sulla variazione di glicemia è un aspetto importante. Senti,
senti... Ma come mai se ne parla ora? Non era forse il caso di
pensarci anche quando si osannavano i cabroidrati come fonte di tutto
il benessere possibile? E davvero l'indice glicemico è così tanto più
importante della quantità complessiva di carboidrati?
Perché se tutti carbo diventano glucosio nel sangue, sembra abbastanza
intuitivo che mangiarne tanti, anche se l'indice glicemico (valore
di significato quasi irrilevante, ottenuto statisticamente in
condizioni del tutto artificiali e calcolato anche in maniera poco
opportuna) è basso. Ohibò, nel ragionamento si apre qualche crepa.]
Come risultato, chi mangia un piatto di spaghetti o di maccheroni gode
dei benefici di questo lento assorbimento del glucosio, che comporta una
maggiore efficienza di tutto l'organismo, non solo al fine della ripresa
del lavoro!
[Questa del lento assorbimento/veloce assorbimento e degli effetti
sulla "energia" è tutta una grossa fandonia che andrebbe smitizzata.
Ma ci vorrebbe un thread apposito.
Provo a fare una sintesi.
Il percorso non è carboidrati -> glicemia -> energia.
Il percorso è carboidrati -> glicemia -> deposito (glicogeno).
Nessuno si sente "energizzato" quando i livelli di glicemia sono
alti. Al contrario si prova un certo malessere, una certa stanchezza
e una certa scarsa lucidità mentale.
Le migliori prestazioni, fisiche e mentali, si ottengono con la
glicemia stabile nel valore ideale (quello a cui si ritorna, in un
soggetto sano, dopo la fase post-prandiale). Le riserve (glicogeno
epatico) servono a mantenere la glicemia in quel valore man mano che
il glucosio viene consumato. Ma nessuno è in grado di distinguere
se il glucosio rilasciato dal fegato viene da un cibo ad alto IG o
a lento IG.
Il vantaggio di un pasto a lento rilascio di glcuosio sta nel fatto
che la glicemia non si allontana troppo dai valori ideali (quelli
della migliore prestazione fisica e mentale). Ma c'è lo svantaggio
che la fase post-prandiale (quella in cui comunque non si è nella
condizione migliore di glicemia) dura più a lungo.
L'unico modo per uscirne è quello di ridurre l'apporto complessivo di
carbo del pasto. Ma non è certo questo che ti diranno mai al
convegno scientifico sponsorizzato da Barilla e De Cecco...]
In relazione alle "querelles" sul modo migliore per perdere peso, pasta
ed altri carboidrati in genere ne escono da veri e propri trionfatori,
in quanto i nutrizionisti sono concordi nell'affermare che le diete a
basso contenuto di carboidrati e con un'alta percentuale di grassi e
proteine sono rischiose per la salute.
[Un po' apodittica come affermazione...]
Il pericolo che corre chi si fa
prendere dalla mania dell'eliminazione dei carboidrati è quello non solo
di evitare alimenti gustosi (pasta, pane e pizza), ma anche di privare
il proprio organismo del fondamento di una dieta equilibrata: pasta e
altri carboidrati sono del resto alla base della famosa "Piramide" della
corretta alimentazione.
[Forse non hanno avvertito questi signori che la vecchia "Piramide"
è considerata morta e sepolta dallo stesso ente che l'aveva promossa,
e che la scomparsa di pane paste e pizza dagli alimenti da consumare
in quantità è la novità più importante delle ultime guidelines
dell'USDA. O meglio, diciamo piuttosto che li hanno avvertiti eccome,
e che il crollo verticale dei consumi di pasta negli USA è la ragione
principale alla base dell'organizzazione di tale simposio di pastai
e di scienziati compiacenti. Ovviamente negli articoli divulgativi per
il popolo bue, certe imprecisioni fanno parte del gioco...]
Il "peso forma" si può ottenere, e soprattutto mantenere, solo con una
dieta equilibrata, senza ricorrere a condotte alimentari estreme che
comportano sempre problemi per la salute. Non a caso, la Società
Italiana di Nutrizione Umana ha stabilito che i carboidrati devono
rappresentare il 55-60 % delle calorie assunte quotidianamente.
[bla, bla, bla]
La dieta mediterranea, sottolineano i nutrizionisti di spicco a livello
mondiale, è apportatrice di benefici che accrescono la longevità,
migliorano le prestazioni fisiche e cognitive e possono svolgere un
ruolo chiave nell'impedire le malattie croniche quali l'obesità, il
diabete, la malattia cardiache, coronariche e certe forme di cancro.
[Il modo subdolo con cui si sta cercando di identificare il consumo
di pasta con la dieta mediterranea è spettacolare. Non lo si dice,
perché non lo si può dire, ché sarebbe una bugia. Ma lo si fa capire]
L'aumento del peso non è causato da un alimento in particolare, è
causato invece dall'assunzione di un ammontare di calorie superiore a
quante ne vengono bruciate.
Le recenti Linee Guida del Ministero della Salute prevedono, come
quantità ottimale di pasta per l'italiano medio - cioè un adulto sano e
sedentario, che brucia in media 2000 calorie al giorno - 80 grammi.
[Mi sarebbe piaciuto che questo fosse il titolo di tutto l'articolo.
"PASTA: NON PIU' DI 80 GRAMMI (E 70 PER LE DONNE)". Mi sarebbe
piaciuto che qualcuno osservasse che sono meno dell'1% degli italiani
a considerare 80gr di pasta una porzione, e che sarebbe il caso di
fare una campagna di informazione al proposito. Ma la Barilla era
un po' restia a sponsorizzarla...]
I carboidrati -abbinati ad un sano regime dietetico e al costante
allenamento fisico- sono essenziali nelle diete sane ed equilibrate, e
anche per chi pratica attività sportiva a livello amatoriale o
agonistico. I carboidrati sono la fonte della maggior parte del glucosio
presente nel corpo, che è il combustibile fondamentale per l'energia
necessaria al cervello, alle cellule del sangue, ai muscoli ed agli
altri organi.
I PARERI DEI NUTRIZIONISTI PARLANO CHIARO: PASTA PROMOSSA A PIENI VOTI
IN UN REGIME ALIMENTARE BILANCIATO E CORRETTO
Ed ecco che cosa ne pensano i maggiori esperti a livello mondiale
dell'importanza di rivalutare la dieta mediterranea e -in quest'ambito-
la pasta.
"I danni che possono derivare dalle diete iperproteiche sono collegati
alle scorie azotate prodotte dall'assunzione di proteine, scorie che il
nostro organismo elimina con "fatica" renale e metabolica. Quindi è bene
rivalutare la dieta mediterranea, con le sue proporzioni del 55-60% di
carboidrati, 30% di grassi e 10-15% di proteine, poiché ogni abuso di
proteine, appunto, è dannoso per il fegato e per i reni. L'uomo, è bene
precisarlo, ha bisogno solo di 70 grammi di proteine al giorno, la donna
di 50: queste quantità rappresentano -in calorie- rispettivamente 280 e
200 Kcal"
Carlo Cannella, ordinario di Scienza dell'Alimentazione all'Università
"La Sapienza" di Roma
[Non è falso in assoluto. Bisognerebbe chiedere a Cannella cosa
intende per "iperproteiche". Allora si capirebbe che le low carb NON
SONO iperproteiche. Inoltre bisognerebbe ricordare che 70 vale per
l'uomo sedentario di 70 kg, e che in presenza di attività sportiva è
lecito aumentare la dose]
"La dieta mediterranea è ormai universalmente riconosciuta come la più
adatta per tutte le popolazioni per raggiungere e/o mantenere un buono
stato di nutrizione.
["Universalmente" dove? Quando?]
E' stato inoltre dimostrato, scientificamente ed
epidemiologicamente
["Epidemiologicamente" e "dimostrato" non andrebbero messi nella
stessa frase da un nutrizionista serio...]
che le popolazioni che la seguono presentano un
minor rischio per le malattie cardiovascolari e metaboliche.
Nella dieta mediterranea viene consigliato
[In queste poche righe c'è tutta la clamorosa e ipocrità ambiguità
del concetto di dieta mediterranea. Da una parte si pretende che sia
qualcosa di esistente e di rilevato sul campo. Dall'altra è una
formula inventata dagli scienziati che "consigliano".
Si sta facendo il gioco delle tre carte. La dieta mediterranea
semplicemente *non esiste*. E' solo un "brand" di facile presa sul
pubblico da riempire dagli interessi dello sponsor più generoso.
Sfido chiunque a trovare una definizione dettagliata condivisa e
accettabile della "dieta mediterranea". Basta fare una ricerca per
accorgersi che c'è ampio dissenso in proposito. Per dirne una, la
comunità scientifica greca, supportata dall'industria alimentare greca,
ha sempre spinto per identificare il modello greco di alimentazione
con la "dieta mediterranea". Qualcuno forse dubita che la Grecia sia
nel mediterraneo? E tutti sappiamo quanto per i Greci la pasta sia
solo una bizzarria di noi italiani. E che dire degli spagnoli?]
che, nell'ambito dell'apporto
energetico totale giornaliero, il 55-60 % provenga dai carboidrati,
energia pulita che non sottopone i reni ed il fegato ad un superlavoro;
[Forse ci si dimentica del superlavoro che il fegato deve fare
quando è saturo di glicogeno ed è costretto a convertirne parte
in grasso per assorbire ancora glucosio dal sangue, al fine di
riportare la glicemia ai valori giusti. In una equilibratissima dieta
mediterranea, da 2000 calorie, col 60% di carbo (e quindi 300 gr
di carbo giornalieri) questa piacevolissima situazione si
presenta praticamente ad ogni pasto! Nessuno ha mai avuto il coraggio
di smentire che ciò accada. Allora perché ci si strappa i capelli
per un grammo di proteine in più e di questo superlavoro del
fegato, che fa sfracelli nel lungo periodo non solo del fegato,
ma anche del metabolismo dei glucidi nel suo complesso, non se ne
cura nessuno? Forse perché alla Barilla non piace che se ne parli?]
altri tipi di diete, come ad esempio quelle iperproteiche, specialmente
se protratte per lungo tempo, determinano un aumento del colesterolo e
possono produrre danni che purtroppo non si evidenziano immediatamente
ma solo in tempi successivi.
[Tutte le volte che sono state messe alla prova le diete low carb hanno
dimostrato impatti positivi sulla lipidemia. Questi sono i fatti.]
Basti pensare che nelle insufficienze renali la prima cosa che deve
essere ridotta nella dieta sono le proteine, proprio per salvaguardare
la funzionalità renale e ridurre le alterazioni metaboliche.
[Se uno ha il cuore malato, forse è meglio che non corra una maratona.
Ma questo autorizza a dedurre che correre faccia male al cuore??]
Nella dieta mediterranea i carboidrati sono principalmente rappresentati
dal pane e dalla pasta; questultima può essere utilizzata da sola o
anche per la preparazione di piatti unici quali la pasta con le vongole
o con il ragù o con i legumi, etc.Il piatto unico contiene tutti i
principi nutritivi abitualmente compresi in un pasto completo;
aggiungendo frutta e/o verdura avremo un piatto che raccoglie in sé
tutti i nutrienti nel giusto rapporto tra di loro; è inoltre
gratificante e utile per contrastare lobesità".
Pietro A. Migliaccio, medico nutrizionista - dietologo
"La dieta mediterranea, di cui la pasta è lalimento principe
[Chi l'ha detto mai? Ecco uno che mente sapendo di mentire...]
, è
senzaltro più salutare e completa delle low-carb e presenta vantaggi
metabolici: i prodotti derivati dal grano, infatti, apportano amidi che
rilasciano con lentezza lo zucchero (glucosio) che serve alle nostre
cellule e che determina una produzione di insulina ridotta e continua
nel tempo.
[Come se le diete low carb determinassero una produzione di insulina
maggiorata. Ma chi è questo incompetente??]
Il rischio di alimentarsi, invece, prevalentemente con
prodotti proteici (es: la carne, accompagnata più dai grassi che dagli
zuccheri) è che lorganismo per compensare la funzione che di norma
svolgerebbero i carboidrati- trasforma le proteine della carne in
glucosio, producendo in questo modo prodotti di rifiuto (scorie) che il
rene deve eliminare.
[Sibillinamente ambiguo. La funzione energetica dei glucidi può
essere svolta benissimo dai grassi, ed è così che si dimagrisce.
Per quelle poche funzioni in cui il glucosio non è sostituibile,
l'apporto di glucosio di una low carb è ampiamente sufficiente.]
Senza contare che gli alimenti che contengono gli
amidi (ad esempio la pasta) grazie alle fibre in essi contenute danno un
maggiore senso di sazietà.
[Veramente non c'è questo grande spreco di fibre nella maggior parte
degli amidacei. E sul fatto che le fibre abbiano un serio impatto
sul senso di sazietà si potrebbe discutere a lungo]
Inoltre il consumo preferenziale dei
carboidrati può migliorare lumore delle persone, in quanto il glucosio
che si libera dallamido della pasta favorisce -indirettamente- la
sintesi a livello cerebrale della serotonina, lormone della gioia e
della contentezza"
[Questo è infatti è un grosso problema. Il rilascio di serotonina
a seguito dell'assunzione di carbo tende a diventare "resistente".
Ossia, sul lungo periodo, ci vogliono sempre più carbo per produrre
le stesse quantità di serotonina, e si diventa resistenti anche agli
altri stimoli per l'ormone di "gioia e contentezza". Si arriva al
punto (e ognuno di noi ha avuto modo di osservare soggetti del genere)
che l'unica "gioia e contentezza" possibile nella vita arrivi da
quantità sempre crescenti di carbo. Si diventa disinteressati a tutto,
tranne che al prossimo piattone di fettuccine, il cui arrivo si attende
spasmodicamente. Per questo si parla a volte di "addiction" ai
carboidrati, esattamente come se fosse una droga.
E' bene che gli stimoli alla serotonina arrivino dalle piccole e
grandi gioie della vita vissuta, e non dall'introduzione nel corpo
di sostanze chimiche, quali esse siano.]
Giorgio Calabrese, docente di Dietetica allUniversità di Piacenza e
membro dellAuthority Europea per la Sicurezza Alimentare
[Ora ho capito...]
"Una miriade di studi accreditati sulle riviste mediche più autorevoli a
livello internazionale ci conferma che le popolazioni, in testa gli
Stati Uniti in questo momento, dove si consumano pochi carboidrati
complessi hanno più incidenza di malattie cardiovascolari, diabete e
obesità."
[Ecco uno che non è mai stato negli Stati Uniti. Però le statistiche
ufficiali dell'USDA, quelle che mostrano la relazione strettissima
tra l'aumento del consumo di carbo e diffondersi dell'obesità negli
USA, se è uno scienziato, dovrebbe leggersele...]
Consumare i carboidrati -e dunque anche la pasta- in maniera
equilibrata e con condimenti non eccessivamente grassi significa
prevenire quotidianamente il rischio di malattie cardiovascolari (come
linfarto) e di cancro, e costruire le basi per la longevità.
[Quelli poi che usano il termine "equilibrato", senza spiegare cosa
si intenda, e soprattutto perché, secondo me sono i peggiori venditori
di fumo]
Non dimentichiamo che il dimagrimento a cui portano le diete low carb
si
può definire fittizio, perché dovuto soprattutto alla perdita di acqua
nei muscoli;
[Baggianata assoluta. Ci sono milioni di persone che hanno perso
decine di kg con la low carb. Questo incompetente vuole raccontare
che è tutta acqua?]
quindi è facile ingrassare di nuovo dopo lillusione di
aver perso peso seguendo un piano nutrizionale iperproteico,
specialmente perché (è il caso delle proteine animali) in questo modo
introduciamo molti grassi nel nostro organismo, laddove i carboidrati
vegetali- danno un ottimo apporto di fibre con conseguente senso di
sazietà anche mangiando porzioni non abbondanti.
[Che cretinata. Quello che è vegatale è tutto buono, quello che è
animale è tutto cattivo?]
Ma attenzione:
lantagonista alla dieta low carb-high protein non è una dieta high
carb-low protein (cioè iperglucidica) bensì una dieta normoglucidica
(con un apporto del 55-60% di carboidrati) e normoproteica,
["Normo" è la stessa cosa di "equilibrato". "Non sono io razzista,
sono loro che sono negri". E' la stessa cosa]
con un
consumo adeguato di proteine, che può aumentare solo se facciamo sport.
Infatti negli atleti le proteine rappresentano in media un grammo e
mezzo per ogni chilo di peso corporeo"
[Beh, se non altro c'è uno che dice che con un grammo e mezzo non
si portano i reni dallo sfasciacarrozze il giorno dopo.]
Michelangelo Giampietro, specialista in scienza dellalimentazione e
professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina
dello Sport, Università Cattolica, Roma
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