Discussione:
Atei e credenti a confronto
(troppo vecchio per rispondere)
asterix
2017-04-06 06:51:53 UTC
Permalink
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché accetta tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno.
*


2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo !
*
Io mi trovo nel 2° caso !
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
marmellata23
2017-04-06 12:11:24 UTC
Permalink
Post by asterix
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo !
*
Io mi trovo nel 2° caso !
Se ho ben capito stai attraversando un momento difficile. Essere
credenti non ci evita questi momenti. Il credente tiene presente
comunque che cio' che accade in questa vita terrena e' inserito in un
progetto Celeste di Salvezza con la prospettiva dell'Eternita'. Fede,
Speranza, Carita' sono le virtu' cardinali. Coraggio. Confida nella
Divina Provvidenza.
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
asterix
2017-04-07 12:29:08 UTC
Permalink
Post by asterix
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché accetta tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno.
*
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo !
*
Io mi trovo nel 2° caso !
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
Quando dopo 65 anni che lavori senza sosta, ti affidi in fine alla provvidenza pregando per mesi e per anni giornalmente al fine si verifichino delle situazioni che ti permettano di lasciare il lavoro per poter finalmente riposare un poco su questa Terra prima del riposo eterno, ma nulla accade di positivo, anzi, la situazione peggiora gradualmente di mese in mese... non solo diventi sempre più triste perché ti senti inascoltato da Dio, ma inizi anche ad avere insani pensieri di suicidio qualora la situazione dovesse peggiorare ulteriormente. Ecco perché dico che tutto sommato in caso di difficoltà un ateo vive meglio. Mentre un credente inascoltato da Dio quale io ritengo di essere non può che vivere giornalmente sempre peggio.
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
Pierfrancesco
2017-04-08 22:15:59 UTC
Permalink
Post by asterix
Post by asterix
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché accetta
tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno. *
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma
siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le
sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di
questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo
! * Io mi trovo nel 2° caso ! -- Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli
sono approvati automaticamente.
Quando dopo 65 anni che lavori senza sosta, ti affidi in fine alla
provvidenza pregando per mesi e per anni giornalmente al fine si verifichino
delle situazioni che ti permettano di lasciare il lavoro per poter
finalmente riposare un poco su questa Terra prima del riposo eterno, ma
nulla accade di positivo, anzi, la situazione peggiora gradualmente di mese
in mese... non solo diventi sempre più triste perché ti senti inascoltato da
Dio, ma inizi anche ad avere insani pensieri di suicidio qualora la
situazione dovesse peggiorare ulteriormente. Ecco perché dico che tutto
sommato in caso di difficoltà un ateo vive meglio. Mentre un credente
inascoltato da Dio quale io ritengo di essere non può che vivere
giornalmente sempre peggio.
A volte la soluzione non arriva "da sola" ma dobbiamo aiutarla. Gli
psicologi affermano essere una situazione freqente quella di chi, in
una condizione di disagio, non considera che esistono opzioni diverse
che magari non risolvono ma aiutano.
Un sano e aperto dialogo con persona di fiducia potrebbe suggerire
qualche "dritta" utile.
Ma non dimentichiamoci mai di chiedere alla provvidenza; potrebbe
arrivare inattesa...
--
Questo post vuole essere solo uno spunto di riflessione.
per contatti: ***@teletu.it

Pierfrancesco
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
asterix
2017-04-09 16:44:09 UTC
Permalink
Post by asterix
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché accetta tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno.
*
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo !
*
Io mi trovo nel 2° caso !
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
Caro amico, quel che tu mi suggerisci di fare lo faccio ormai da tanto tempo. Le ho tentate di tutte ma proprio di tutte, ma niente accade, e non c'è nemmeno nessuno che possa consigliarmi su cosa fare o cosa non fare.
Comunque, lascio sempre aperta la porta della speranza sperando che la grazia che chiedo mi sia infine concessa.
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
marmellata23
2017-04-10 07:01:09 UTC
Permalink
On Sun, 9 Apr 2017 09:44:09 -0700 (PDT)
Post by asterix
Post by asterix
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché
accetta tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno. *
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste
avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non
gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella
disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a
perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo ! * Io mi trovo
nel 2° caso !
Caro amico, quel che tu mi suggerisci di fare lo faccio ormai da
tanto tempo. Le ho tentate di tutte ma proprio di tutte, ma niente
accade, e non c'è nemmeno nessuno che possa consigliarmi su cosa
fare o cosa non fare. Comunque, lascio sempre aperta la porta della
speranza sperando che la grazia che chiedo mi sia infine concessa.
Tu puoi scegliere i tuoi pensieri e ti giuro che molto dipende da come
fai questa scelta. Non ti abbandonare a pensieri depressi. In
qualunque situazione ti trovi cerca di usare un po' di umorismo e
sdrammatizzare. Vedrai che andra' meglio. Continua a pregare perche' le
nostre preghiere sono ascoltate ma Nostro Signore ha modi e tempi a
volte a noi non immediatamente comprensibili.
--
marmellata23 <***@yahoo.it>
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
asterix
2017-04-12 06:47:33 UTC
Permalink
Post by asterix
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché accetta tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno.
*
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo !
*
Io mi trovo nel 2° caso !
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
Pregare: E' quel che sto facendo ormai da tanto, tanto tempo. Il Signore, ( se esiste davvero ) mi ascolta, ma mi ascolta solamente, perché vedo che le cose, nella mia vita stanno andando costantemente peggio e le previsioni per un miglioramento non esistono. Ci sarebbe solo una soluzione facilissima e fattibilissima per poter vivere finalmente in serenità (e prego per questa ) senza crescenti e continue preoccupazioni per il poco futuro che mi resta, e senza la grande tristezza che mi prende quando vedo che le mie accorate richieste di aiuto non vengono esaudite, mentre altri pari miei se la godono alla grande imbrogliando la gente che io non voglio imbrogliare !
Se questa è la volontà del Signore... chi sono io per poterla piegare a mio favore che non sono nessuno ?

Eppure basterebbe un nulla per concedermi la grande grazia che chiedo all' Altissimo: quella di poter finalmente vivere in pace quel poco che ormai mi resta da vivere senza i quotidiani assilli e preoccupazioni che mi derivano dal mio lavoro che vorrei lasciare ad altri.
Spero che queste mie parole vengano ascoltate anche nell' Alto dei Cieli, ma ormai ho perso quasi tutta la speranza di essere ascoltato.
Scusate per lo sfogo, forse inutile.
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
flym
2017-04-14 15:39:29 UTC
Permalink
Post by asterix
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché accetta tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno.
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo !
Io mi trovo nel 2° caso !
Mi pare una schematizzazione alquanto grossolana e sostanzialmente errata.

L'ateo di fatto non ha Dio da incolpare, ma questo vuol dire anche che
non ha Dio che possa rimediare al male dilagante e spietato che tocca
tutti e ciascuno. Il male è dunque casuale, o causato dai nostri simili,
e in ogni caso senza un senso. La conseguenza logica di fronte all'esito
ineluttabile del nulla, è che qualsiasi fatica o sofferenza è per nulla,
nulla vale la pena. Non a caso Leopardi icasticamente si chiede: "Perché
reggere in vita chi poi di quella consolar convenga? Se la vita è
sventura, perché da noi si dura?". L'ateo può solo rispondere "per
nulla" perché quello è l'unico esito certo e duraturo di qualsiasi
azione e di qualsiasi evento.
L'orizzonte delle azioni quindi diventa il vivere il più tranquillamente
possibile l'oggi, ma allora di tanti disagi e sofferenze ci sono
tantissimi da incolpare.

Sul credente va fatta una analisi ulteriore, perché non tutte le fedi
sono uguali.
C'è chi crede a un dio come uno dei tanti dèi pagani, ultimamente
indifferente al destino dell'uomo, da tenere a bada per evitarne l'ira e
ottenere favori, cercando o credendo così di liberarsi delle avversità.

La Fede cristiana, invece ha presente che Dio è la definizione stessa
della bontà, ma ha anche la coscienza che questa si declina secondo una
misura e modalità che sfuggono alla nostra comprensione. Perciò
l'umanissima preghiera perché una situazione si risolva secondo quanto
comprendiamo, è una pretesa quasi blasfema se non è almeno
implicitamente sottesa da "ma sia fatta la Tua volontà e non la mia".
Gesù stesso chiarisce di non esser venuto nel mondo per risolvere i
"problemi" degli uomini, malattia, morte o di giustizia.
Gli episodi sono molti. Per esempio il caso del tizio che gli chiede di
fargli giustizia con il fratello che gli nega la sua parte di eredità; e
lui si rifiuta. Quando vede il paralitico e gli rimetti peccati invece
di sanarlo (poi lo sana, ma per altro motivo). Lui stesso ricorda che
anche al tempo dei profeti c'erano tanti malati ma solo pochissimi
furono sanati. La soluzione del problema contingente che ci affligge non
è lo scopo dei suoi atti, e perciò non può essere lo scopo unico e
inderogabile delle preghiere del cristiano.
Il cristiano invece sa bene che il dolore e la morte sono entrati nel
mondo per il Peccato, ed anche Gesù ne ha sofferto, ma proprio assumendo
la nostra dolorosa condizione Egli ci ha mostrato la potenza salvifica
che la Sua natura divina ha impresso nella nostra sofferenza accolta
unitendola alle sue.

Il Male quindi è proprio male, sofferenza è proprio sofferenza, ma è
possibile farla diventare Croce. Cioè non inutile, anzi utile a molti,
per i meriti di Gesù sulla Croce.

Rimanere delusi perché le nostre preghiere non ottengono quanto
chiediamo, misura quanto ancora identifichiamo la nostra gioia e
leghiamo la nostra salvezza ai nostri progetti e alle nostre idee.
Il tuo punto 2 è quindi proprio sbagliato, perché il cristiano che pone
la propria speranza nell'esaudimento delle proprie richieste divenendo
ateo se manca la risposta, era ateo già da prima perché si è creduto lui
Dio definitore di ciò che è giusto ed utile per lui medesimo. Ha
dimenticato di essere creatura, cioè fatto da un Altro che lo conosce
meglio di lui stesso, e di essere per natura dotato di un corpo mortale
quindi soggetto a sofferenza e morte.
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
asterix
2017-04-15 16:53:36 UTC
Permalink
Post by asterix
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché accetta tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno.
*
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo !
*
Io mi trovo nel 2° caso !
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
Argomentazione molto bella, grazie, ma rimane il fatto che a mano a mano che le cose peggiorano sto diventando sempre più triste; silenzioso e ho paura di ricadere nella depressione che ho provato molti anni fa, quando la mia idea dominante era divenuta solo quella di scegliere il modo migliore per suicidarsi. Chi non ha provato cosa sia il "cane nero" non può capire di cosa si tratti. Non esiste più nulla al mondo che possa interessare se non..."finire"!
*

Bello sarebbe poter avere un direttore spirituale al quale affidarsi e di cui fidarsi, ma questa è una grandissima fortuna che capita a pochi. Uno psicologo in questi casi non serve a nulla !
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
marmellata23
2017-04-16 02:07:06 UTC
Permalink
On Sat, 15 Apr 2017 09:53:36 -0700 (PDT)
Post by asterix
Argomentazione molto bella, grazie, ma rimane il fatto che a mano a
mano che le cose peggiorano sto diventando sempre più triste;
silenzioso e ho paura di ricadere nella depressione che ho provato
molti anni fa, quando la mia idea dominante era divenuta solo quella
di scegliere il modo migliore per suicidarsi. Chi non ha provato
cosa sia il "cane nero" non può capire di cosa si tratti. Non esiste
più nulla al mondo che possa interessare se non..."finire"! *
Bello sarebbe poter avere un direttore spirituale al quale affidarsi
e di cui fidarsi, ma questa è una grandissima fortuna che capita a
pochi. Uno psicologo in questi casi non serve a nulla !
Ti faccio innanzitutto gli Auguri per la Pasqua di Resurrezione.
Conosco come possa essere angoscioso un giorno di festa quando tutti
sono in compagnia e si divertono e tu invece sei solo e triste. La
preghiera fiduciosa aiuta e non ti deve stancare. Ma forse nel tuo
caso, e qui andiamo OT, un aiuto farmacologico sotto stretto controllo
medico potrebbe aiutare. I primi cristiani praticavano la medicina e
una primaria attivita' delle Chiesa e' il suo impegno sul fronte degli
ammalati con numerose attivita' in campo sanitario. Ti auguro di
trovare un Direttore Spirituale che ti sappia adeguatamente
consigliare e nel frattempo ti consiglio di pensare di parlarne con un
professionista psichiatra che sappia coadiuvarti con una adeguata
terapia farmacologica. Il "cane nero" non ti spaventi perche' si
puo' addomesticare. Ciao.
--
marmellata23 <***@yahoo.it>
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
asterix
2017-04-16 17:54:26 UTC
Permalink
Post by asterix
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché accetta tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno.
*
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo !
*
Io mi trovo nel 2° caso !
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
Grazie della gentile risposta, ma credo che più che di uno psicologo avrei bisogno di trovare un vero direttore spirituale che abbia del vero carisma, e di questi tempi credo sia difficilissimo, a meno che... quel Qualcuno che prego ogni giorno non me lo faccia incontrare.
Grazie ancora, un grande abbraccio a coloro che mi hanno risposto.
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
asterix
2017-07-25 15:41:32 UTC
Permalink
Post by asterix
1° L' ateo, tutto sommato vive molto meglio del credente perché accetta tutte le avversità della vita senza incolpare nessuno.
*
2° Il credente prega disperatamente Dio di liberarlo da queste avversità, ma siccome viene sì, ascoltato, ma troppo spesso non gli vengono accordate le sue ACCORATE richieste, vive nella disperazione di non sapere il perché di questi rifiuti e tende a perdere la fiducia in Dio e può finire nell'ateismo !
*
Io mi trovo nel 2° caso !
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
Continuo a pregare quasi incessantemente per avere una grazia: La mattina, durante il lavoro, durante il riposo e anche la notte se mi sveglio, ma fino ad ora... sono ben due anni.... NIENTE ! Invidio sempre più gli atei !
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.
Loading...