***@despammed.com (_merlinO_) wrote in news:***@usenet.libero.it:
[...]
Post by _merlinO_I terroristi non nascono dal nulla, sono il frutto di sopprusi e
ingiustizie. Se bisogna prendersela con qualcuno bisogna
prendersela con chi questi soprusi e ingiustizie li ha perpetrati.
Sono completamente d'accordo a metà :)
Per prima cosa bisogna capire cosa intendiamo per terrorista.
Fino a qualche anno fa Nelson Mandela era considerato un terrorista dai
governi di mezzo mondo e in particolare da americani e britannici.
L'attuale governo israeliano (e per diverso tempo buona parte dei
governi occidentali) considera Arafat un terrorista, molti altri paesi
lo considerano il legittimo rappresentante dei palestinesi.
Per Putin tutti gli indipendentisti ceceni sono terroristi, per molti
altri, invece, il governo ceceno eletto ultimamente non rappresenta
quella popolazione.
Per gli inglesi Michael Collins è stato l'inventore del terrorismo. Per
gli irlandesi è un eroe nazionale.
Secondo me terrorista è chi colpisce _intenzionalmente_ i civili.
Chi si limita ad azioni contro militari (in grado di difendersi) non è,
secondo me, definibile "terrorista".
Può essere un guerrigliero, un ribelle, un partigiano, uno stronzo, a
seconda delle simpatie, ma non un terrorista.
E per i guerriglieri molto spesso il tuo ragionamento fila, anche se ci
sono anche molti guerriglieri "prezzolati" (pensa ai paesi produttori
di diamanti in africa, a gente come Sawimbi, ai contras).
Per i terroristi/sequestratori che operano in iraq, IMHO, la tua è una
visione semplicistica.
Provo a complicare il ragionamento...
In iraq ci sono guerriglieri e terroristi.
Secondo me i primi sono una risposta "spontanea" all'invasione anglo-
americana e ai soprusi degli alleati; vogliono liberare l'iraq
dall'occupazione militare straniera e portarlo in direzioni diverse
(federazione per i curdi, stato islamico per gli sciiti filo-iraniani,
stato unitario per i sunniti). Se l'occupazione cessa si scanneranno
tra loro o si metteranno d'accordo.
I secondi sono spesso esterni alla realtà irachena (lo stesso al
zarkawi è giordano) e non condividono gli stessi obiettivi, anzi, non
hanno un obiettivo locale, ma perseguono un obiettivo su scala mondiale
che, a me perlomeno, non è poi così chiaro.
Cosa vuole al queda?
- L'islamizzazione del globo? (o l'arabizzazione...)
- L'esportazione del "modello saudita" in tutti i paesi di religione
musulmana? In tutti i paesi arabi?
- Distruzione dello stato di israele?
- Il controllo delle risorse petrolifere e di una buona fetta
dell'economia mondiale?
- La destabilizzazione del globo fine a se stessa? Alla jovanotti prima
maniera del "facciamo casino"?
- Diventare un interlocutore della superpotenza americana?
E in tutti i casi... Perchè? E perchè agendo in questo modo?
Se puntano a controllare l'arabia saudita o i paesi arabi/islamici,
perchè andare a distruggere le ambasciate e ad abbattere le torri
gemelle tirando in ballo gli USA che fino a quel momento, in
afghanistan, ad esempio, erano rimasti neutrali o peggio?
Se vogliono distruggere israele, perchè compiere azioni che li stanno
allontanando proprio dalle organizzazioni palestinesi (che hanno
condannato gli ultimi rapimenti)?
Se vogliono raccogliere sostegno tra i musulmani, perchè compiere
stragi anche contro la popolazione civile, e sequestrare collaboranti
iracheni e stranieri?
Anche io in passato ho giustificato il terrorismo con il ragionamento
che usi tu, ma questo ragionamento filava benissimo con realtà come
l'ulster, il paese basco/euskadi, la cecenia fino a qualche anno fa, ma
ora non basta più.
I tagliateste non sono espressione della società irachena e la fine
dell'occupazione non li farà scomparire. Magari li farà scomparire
dall'iraq, dove non godranno più di protezione e si sono già alienati
la simpatia della popolazione con le stragi di civili, ma non eliminerà
il problema.
Il sig. al zarkawi, per quello che sappiamo, è un ex-venditore di
videocassette giordano-palestinese e, se ha subito soprusi, non li ha
subiti dagli americani quanto, come palestinese, dal governo giordano.
Eppure non ha fatto nulla di così eclatante contro il governo del suo
paese.
Lo stesso può essere detto di bin laden che, in quanto miliardario
saudita, non ha certo vissuto sotto l'oppressione americana.
Per i sauditi, in particolare, è difficile parlare di soprusi e
ingiustizie da parte esterna, visto che arrivano da uno dei paesi più
chiusi e "islamizzati" del globo e sembrano voler esportare quel
modello.
Tra l'altro parlare (come fanno spessissimo i nostri media, tanto che è
entrato anche nella testa di Vim) dei "musulmani" come un popolo,
includendo malesi e sauditi, algerini e tanzaniani, sudanesi e turchi,
siriani e indonesiani, è sbagliato come etichettare come "occidentale"
la cultura di paesi diversi come il giappone, il sudafrica e la svezia.
E' palese che bush, blair, berlusconi e compagnia non hanno capito
nulla di al queda e del fondamentalismo e continuano a non capire nulla
di come eliminarlo.
Altrimenti non avrebbero dovuto inventarsi così tante balle.
Sono sicuro che la strategia della "guerra al terrorismo" (se bush
parlasse arabo la chiamerebbe jihad?) è sbagliata e che l'occupazione
dell'iraq (e dell'afghanistan, e della cecenia) non fa che peggiorare
la situazione, ma non sono sicuro su quale possa essere la via
d'uscita.
Ho solo capito che per trovarla bisogna accendere la luce e capire
davvero chi sono e cosa vogliono queste persone.
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Valter Minute
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