Post by El_CiulaCi hanno guadagnato nel senso che ora hanno in mano un buon 80%
del mercato, ma hanno pagato costi enormi. Io sino a 10 anni fa
ho sentito discorsi reali tipo: "non compriamo un muletto perché
4 uomini costano meno" proviamo a ragionarla quì sta cosa, 4
uomini costano come 20 muletti se tutto va bene...
Una variante della storia del grosso escavatore fermo per dare
lavoro a 100 manovali dei tempi maoisti ?
Se 4 uomini costano meno di un muletto nuovo, significa
4 lavoratori sotto pagati.
Che e' appunto la tesi berlusconiana-renziana (hanno cosi' tanti
punti in comune FI e PD, che viene da domandarsi perche' non
tornano insieme ...).
Invece di tentare una lunga spiegazione, le pongo una domanda che,
in apparenza retorica, vuole pero' spingere a ragionare:
Perche' i paesi con la maggiore quota di robot in rapporto ai
lavoratori, sono anche i paesi con minore disoccupazione ?
Per dirne alcuni: Corea del Sud, Germania e Giappone.
Mi permetto di "ricreare" una mia battura:
"l'automazione genera disoccupazione nei paesi che non l'anno"
o forse e' meglio un:
"il robot logora chi non c'e' l'ha"
?
La Cina, aveva formato una manodopera specializzata, altamente
qualificata, che seppure localmente, era economicamente privilegiata,
in termini occidentali, era sottopagata.
Una combinazione invincibile, e ha fatto strage nel mercato
internazionale (e tra i danni collaterali, c'e' finita anche
l'obsolescenza programmata di certe europee: mai piu' un
rasoio Braun o Philips, sono vendicativo ... il mio rasoio
cinese di 20 anni fa continua a funzionare come nuovo, ogni
giorno; oggi non lo acquisterei per ragioni di guerra
commerciale - il futuro inizia dalle proprie azioni
quotidiane, ma solo un ottuso zelo ideologico spingerebbe alla
rottamazione di un apparecchio elettrico ancora funzionante).
Ma poi, con il benessere economiche, sono aumentate, come
prevedibile, e come previsto (date le loro azioni),
dal governo cinese, le esigenze di questi lavoratori.
E quindi il "costo" del lavoro in Cina e' aumentato con una
progressione parallela alla sua crescita nel mercato globale.
E qui i cinesi hanno mostrato la loro intelligenza: non si sono
limitati a copiare i "migliori prodotti occidentali", ma hanno
studiato la storia occidentale, ed al contrario degli stupidi,
che provano le stesse azioni, sperando ogni volta in un
risultato diverso, i cinesi hanno fatto tesoro di quanto
attraversato nel giro di un secolo dalle societa' occidentali.
La prima scelta e' stata capire che per aumentare il benessere
medio era tassativo fermare la crescita demografica.
Questo, tra parentesi, era un insegnamento facile da digerire
(ma non per gli stupidi che continuano a votare FI e PD o meglio
le loro politiche di crescita demografica a tutti i costi):
"Se il PIL pro-capite e' il risultato del rapporto tra il PIL
totale diviso la popolazione, se non si puo' aumentare il PIL,
per migliorare le condizioni di vita e' MATEMATICAMENTE evidente
che occorre abbassare la popolazione."
Corollario: se si vuole che l'aumento del PIL si rifletta in un
aumento del benessere globale, e' MATEMATICO che occorre
bloccare (frenare) la crescita della popolazione.
Ma se la popolazione non cresce piu', significa che il numero
di lavoratori non cresce (salvo mettere al lavoro anche i bambini ?).
Ovviamente mettere al lavoro i bambini era da ottusi: avrebbe
ridotto il tempo a disposizione per la loro educazione ed avrebbero
avuto una popolazione media con capacita' scolastiche e professionali
a livello di quello medio italiano (che si sta faccendo superare
anche dalla Turchia ...). Quindi l'evidenza: occorreva aumentare
la produttivita' del lavoratore. Ovviamente, visto che l'obbiettivo
era il consenso e quindi il benessere del lavoratore, l'aumento
della produttiva' non poteva passare da un aumento del carico
lavorativo, anche perche' la protesta tipica di una cultura
confuciana era il suicidio (e suicidi in massa peggiorano la
situazione) ... chissa' cosa ha pesato di piu' ?
Non restava che fornire al lavoratore strumenti che li permettessero
dai produrre di piu'. Ad esempio, se un lavoratore, invece di
imbullonare (Chaplin, Tempi Moderni ?) pezzi lo mettiamo a costruire,
gestire e fare la manutenzione su un dieci robot ? Cosa succede ?
C'e' indubbiamente un aumento dei consumi di energia e materie prime.
Ma se il lavoro di questo lavoratore "costa abbastanza", i costi
dell'energia e delle materie prime diventano irrilevanti.
O no ? Che conclusioni ci danno Corea del Sud, Giappone e Germania ?
La Cina ha torto o ragione ?
Berlusconi aveva torto o ragione (quando nel giro di pochi anni
ha inchiodato il PIL pro-capite italiano, importando 5 milioni di
nuovi residenti) ?
Il PD della accoglienza, che pare voglia rilanciare tale pratica,
ha torto o ragione ? (strillando che le pensioni le pagano i migranti,
che senza migranti l'agricoltura italiana *sarebbe* finita, che
senza le badanti i vecchi d'Italia