giovannino
2013-06-05 14:19:54 UTC
a mio padre è arrivata una raccomandata da uno studio legale in cui
informano la società del gas e mio padre che il loro assistito si è
accorto che da un certo anno in poi la società del gas locale ha preso
i soldi della bolletta del cliente 10 (mio padre) dal conto corrente
del cliente 100 (la parte lesa).
Poi chiedono alla società del gas di trasmettere tutti i dati delle
bollette da quell'anno a oggi intestate a mio padre e pagate
dall'assistito, e a mio padre di pagare, per il momento, diverse
migliaia di euro delle fatture che sanno per certo essere state pagate
dall'assistito + un 20% tra interessi e spese legali, con riserva di
chiedere altri soldi se dalla verifica risultassero altre fatture. Il
tutto entro una settimana dal ricevimento della raccomandata,
altrimenti si riservano di procedere in ogni sede opportuna per il
recupero del credito.
Ho cazziato per bene mio padre (che NON è un novantenne con
l'Alzheimer, ma ha poco più di 60 anni oggi, è appena andato in
pensione, sta anche meglio di me di salute, e 10 anni fa quando è
cominciata la storia stava ancora meglio) perchè avrebbe dovuto capire
già anni fa che c'era qualcosa che non andava, visto che
1) fino a x anni fa e un mese gli addebiti delle bollette risultavano
regolarmente sull'estratto conto, con diciture inequivocabili, mentre
da x anni fa ad oggi nemmeno un centesimo!
2) sulle bollette è sempre risultato che tutti i pagamenti precedenti
erano regolari, e che "l'importo verrà addebitato il giorno della
scadenza sul suo conto presso la banca Paperone, filiale di
Paperopoli", banca Paperone su cui mio padre non ha mai avuto un
conto
Dalla 1 e dalla 2 quindi era palese che qualcuno pagava, e questo
qualcuno NON era mio padre.
Ultimo ma imho fondamentale particolare: sono pressochè sicuro che la
"scomparsa" delle bollette a metà dell'anno x è imputabile alla
società del gas, perchè negli estratti conto fino a quella data c'è
scritto chiaramente come causale dell'uscita bollette gas cliente 10
(cioè il numero cliente corretto di mio padre), ergo è successo
qualcosa allora, presumo un loro errore informatico, che ha fatto
"trasferire" l'addebito al conto del cliente 100, in quanto non c'è
stato nessun cambiamento (per esempio, un cambio di indirizzo, o la
chiusura del conto corrente per la domiciliazione e la sostituzione
con un altro con dati errati) chiesto da noi che avrebbe potuto
causare la variazione errata della domiciliazione bancaria.
Un penalista che conosco, che è in studio con un civilista, mi ha
detto informalmente che, dal punto di vista esclusivamente penale, ci
sono gli estremi dell'appropriazione indebita (perchè è abbastanza
chiaro che mio padre non poteva non sapere che qualcun altro stava
pagando per noi, e quindi tacendo ha acconsentito al "furto" a suo
vantaggio), ma che per esperienza sa che se ci si accorda per il
risarcimento, è difficile che poi il danneggiato vada avanti. Dal
punto di vista civile, avrebbe chiesto a un suo collega civilista a
breve per dirmi cosa rispondere ufficialmente entro i 7 giorni
indicati dalla lettera, ma come orientamento generale mi ha
consigliato di contattarli dando l'assoluta disponibilità al
risarcimento, ma solo dopo che le cifre esatte sono state determinate
e accettate dalle due parti, perchè pagare un conto "aperto"come
quello prospettato dalla parte offesa è un modo sicuro per non
chiudere mai la questione e lasciare la porta aperta a eventuali
cause.
Noi non abbiamo problemi di soldi e anche se, conoscendo più o meno
quanto gas consumiamo ogni anno, temo che la cifra finale sarà molto
maggiore di quella richiesta ad oggi, possiamo pagare tranquillamente,
per cui non è quello il mio problema.
Quello che mi interessa sapere piuttosto è
1) se si può far sottoscrivere alla parte offesa, ovviamente dopo aver
completato il risarcimento, un impegno scritto a rinunciare a
qualsiasi altra forma di rivalsa economica e/o legale, e se tale
impegno ha valore legale, oppure in quanto parte danneggiata potrebbe
benissimo dire oggi che è a posto così, e domani svegliarsi male
(oppure decidere fin dall'inizio di fingere di considerare la
questione chiusa per denunciarmi "a tradimento") e decidere di
intentare comunque un'azione penale per il puro gusto di sporcare la
fedina penale di mio padre o di fargli spendere altri soldi in spese
legali.
2) se, come sono quasi sicuro che sia, il cambiamento di
domiciliazione è colpa esclusiva della società del gas (ripeto, tra
l'ultima bolletta pagata da mio padre e la prima "scomparsa", non è
successo niente di importante: il c/c è sempre rimasto quello, quelli
i titolari, stesso l'indirizzo, stesso il fornitore di gas, perchè mai
avremmo dovuto cambiare dati?), ci possiamo rivalere su di essa?
3) il 20% di sovrapprezzo (per ora) tra interessi e spese legali della
p.o è un aggravio congruo per aver costretto la p.o. a venire a
cercare mio padre, o è troppo, e dovremmo rispondere che non pagheremo
un centesimo in più oltre alle bollette mai pagate?
Oppure può succedere che impuntandoci su una cifra tutto sommato
piccola rispetto al grosso da risarcire rischieremmo di ripagarla
moltiplicata per n volte andando in causa e perdendola quasi di sicuro?
informano la società del gas e mio padre che il loro assistito si è
accorto che da un certo anno in poi la società del gas locale ha preso
i soldi della bolletta del cliente 10 (mio padre) dal conto corrente
del cliente 100 (la parte lesa).
Poi chiedono alla società del gas di trasmettere tutti i dati delle
bollette da quell'anno a oggi intestate a mio padre e pagate
dall'assistito, e a mio padre di pagare, per il momento, diverse
migliaia di euro delle fatture che sanno per certo essere state pagate
dall'assistito + un 20% tra interessi e spese legali, con riserva di
chiedere altri soldi se dalla verifica risultassero altre fatture. Il
tutto entro una settimana dal ricevimento della raccomandata,
altrimenti si riservano di procedere in ogni sede opportuna per il
recupero del credito.
Ho cazziato per bene mio padre (che NON è un novantenne con
l'Alzheimer, ma ha poco più di 60 anni oggi, è appena andato in
pensione, sta anche meglio di me di salute, e 10 anni fa quando è
cominciata la storia stava ancora meglio) perchè avrebbe dovuto capire
già anni fa che c'era qualcosa che non andava, visto che
1) fino a x anni fa e un mese gli addebiti delle bollette risultavano
regolarmente sull'estratto conto, con diciture inequivocabili, mentre
da x anni fa ad oggi nemmeno un centesimo!
2) sulle bollette è sempre risultato che tutti i pagamenti precedenti
erano regolari, e che "l'importo verrà addebitato il giorno della
scadenza sul suo conto presso la banca Paperone, filiale di
Paperopoli", banca Paperone su cui mio padre non ha mai avuto un
conto
Dalla 1 e dalla 2 quindi era palese che qualcuno pagava, e questo
qualcuno NON era mio padre.
Ultimo ma imho fondamentale particolare: sono pressochè sicuro che la
"scomparsa" delle bollette a metà dell'anno x è imputabile alla
società del gas, perchè negli estratti conto fino a quella data c'è
scritto chiaramente come causale dell'uscita bollette gas cliente 10
(cioè il numero cliente corretto di mio padre), ergo è successo
qualcosa allora, presumo un loro errore informatico, che ha fatto
"trasferire" l'addebito al conto del cliente 100, in quanto non c'è
stato nessun cambiamento (per esempio, un cambio di indirizzo, o la
chiusura del conto corrente per la domiciliazione e la sostituzione
con un altro con dati errati) chiesto da noi che avrebbe potuto
causare la variazione errata della domiciliazione bancaria.
Un penalista che conosco, che è in studio con un civilista, mi ha
detto informalmente che, dal punto di vista esclusivamente penale, ci
sono gli estremi dell'appropriazione indebita (perchè è abbastanza
chiaro che mio padre non poteva non sapere che qualcun altro stava
pagando per noi, e quindi tacendo ha acconsentito al "furto" a suo
vantaggio), ma che per esperienza sa che se ci si accorda per il
risarcimento, è difficile che poi il danneggiato vada avanti. Dal
punto di vista civile, avrebbe chiesto a un suo collega civilista a
breve per dirmi cosa rispondere ufficialmente entro i 7 giorni
indicati dalla lettera, ma come orientamento generale mi ha
consigliato di contattarli dando l'assoluta disponibilità al
risarcimento, ma solo dopo che le cifre esatte sono state determinate
e accettate dalle due parti, perchè pagare un conto "aperto"come
quello prospettato dalla parte offesa è un modo sicuro per non
chiudere mai la questione e lasciare la porta aperta a eventuali
cause.
Noi non abbiamo problemi di soldi e anche se, conoscendo più o meno
quanto gas consumiamo ogni anno, temo che la cifra finale sarà molto
maggiore di quella richiesta ad oggi, possiamo pagare tranquillamente,
per cui non è quello il mio problema.
Quello che mi interessa sapere piuttosto è
1) se si può far sottoscrivere alla parte offesa, ovviamente dopo aver
completato il risarcimento, un impegno scritto a rinunciare a
qualsiasi altra forma di rivalsa economica e/o legale, e se tale
impegno ha valore legale, oppure in quanto parte danneggiata potrebbe
benissimo dire oggi che è a posto così, e domani svegliarsi male
(oppure decidere fin dall'inizio di fingere di considerare la
questione chiusa per denunciarmi "a tradimento") e decidere di
intentare comunque un'azione penale per il puro gusto di sporcare la
fedina penale di mio padre o di fargli spendere altri soldi in spese
legali.
2) se, come sono quasi sicuro che sia, il cambiamento di
domiciliazione è colpa esclusiva della società del gas (ripeto, tra
l'ultima bolletta pagata da mio padre e la prima "scomparsa", non è
successo niente di importante: il c/c è sempre rimasto quello, quelli
i titolari, stesso l'indirizzo, stesso il fornitore di gas, perchè mai
avremmo dovuto cambiare dati?), ci possiamo rivalere su di essa?
3) il 20% di sovrapprezzo (per ora) tra interessi e spese legali della
p.o è un aggravio congruo per aver costretto la p.o. a venire a
cercare mio padre, o è troppo, e dovremmo rispondere che non pagheremo
un centesimo in più oltre alle bollette mai pagate?
Oppure può succedere che impuntandoci su una cifra tutto sommato
piccola rispetto al grosso da risarcire rischieremmo di ripagarla
moltiplicata per n volte andando in causa e perdendola quasi di sicuro?