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Ma sorvoliamo, in base alla logica espressa, se io, possessore di azioni
di un grosso ed antico gruppo editoriale mi vedo improvvisamente
crollare il valore perche' l'avento della informatica (dal digitale alla
rete mondiale) riduce la richiesta di libri, giornali, CD e DVD, dovrei
pretendere un qualche risarcimento o compensazione ?
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Certamente: guarda bene, lo fanno di già... google-a e troverai tutte le
risposte al riguardo...
Ma non scriva assurdita'.
Neanche i commercianti, quando sono state abolite le licenze,
hanno avuto risarcimenti. Ma chi vi credete di essere ?
Dei privilegiati a cui spetta cio' che non e' stato
concesso ad altri milioni e milioni di operatori ?
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Secondo: ma per quale motivo il tassista ha comperato le licenze ? Per
potere lavorare, giusto ? Ed allora, il lavoro c'e' l'ha, cosa vuole di
piu' ?
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No, figliuolo: il lavoro lo ha se ha i clienti, non se ha comprato la
licenza. Quella gli serve soltanto per esercitare il lavoro senza essere
sanzionato.
E' quello che ho scritto io, non meni il cane per l'aia ...
Usiamo i concetti in modo corretto, per favore!
Appunto.
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Post by Digit4Poi sul nuovo mercato liberalizzato si dovrebbe vigilare per garantire
un minimo di tutela del consumatore.
I direi: si deve COMUNQUE vigilare, come su tutte le liberta'.
Liberta' non si significa il diritto all'omicidio, alla violenza,
all'appropriazione, etc. che sia riferito alla persona o al mercato.
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Vabbè, diamoci una calmata e rendiamoci conto che non abbiamo quattro
anni e mezzo: un certo criterio lo avremmo ben maturato, o no? E allora
certe cose dovremmo considerarle come autoevidenti.
Spieghi meglio il discorso della calmata e dei quattro anni
e mezzo, perche' non riesco ad afferrare l'attinenza.
Il tono non era ne' esagitato, ne' esaltato.
Inolte non si capisce cosa intende avere maturato un certo
criterio e che quali sono le "cose" da considerare
autoevidenti.
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Post by Digit4Ma giuro che, al di là di davvero bieche e politologiche recriminazioni non
vedo dove stia esattamente il problema, anche perché mi pare che non lo
si sia mai chiaramente definito nel thread.
Il problema e' prima di tutto un "razionamento" delle licenze. Un primo
passo sarebbe ad esempio, il raddoppio delle stesse, prima di una totale
liberalizzazione. Questo non farebbe crollare il mercato illegale delle
licenze (anche se subirebbe un forte taglio)
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Enuncia chiaramente in cosa consisterebbe il "mercato illegale" delle
licenze, così ne parliamo con maggiore cognizione di causa.
http://it.wikipedia.org/wiki/Autorizzazione_(diritto)
Questo e' generico e non e' attinente al problema.
http://www.comune.cremona.it/bd_ui-viewContent-id_info_form-608.phtml
Il cosidetto "subingresso" e' la fesseria.
Qualcuno riesce a scoprire quanto e' stata "inventata" ?
http://www.informagiovani-italia.com/Come%20aprire%20un%20negozio.htm
In quel link ha ricordato il crollo del mercato delle licenze
del libero commercio. Ora, per quale motivi i tassisti dovrebbero
essere "privilegiati" ?
Cosa intendeva enunciare menzionando questo sito ?
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/04/19/news/scoperto_un_mercato_nero_delle_licenze_per_i_taxi-15127597/
Avrei un distinguo da fare: la licenza si può vendere o in vendita è
stata messa soltanto l'azienda con relativo avviamento?
Ma per favore, l'avviamento di una azienda e' tutt'altra cosa!
Una azienda porta con su un valore di avviamento, perche' si e'
fatto un nome ed una immagine e con la vendita si porta un certo
numero di potenziali clienti.
Un tassista non ha clienti "SUOI", bensi' il valore delle licenze
che si e' creato e' una conseguenza del numero chiuso.
Una situazione simile, e' quella dei medici, ma sicome sono
dei laureati, non sono caduti nella trappola della catena
di san antonio che hanno creato i tassisti.
Il fatto che si e' arrivati a 300'000 Euro la dice lunga su due
cose:
- a che livelli di illegalita' si arriva nel settore (e' come
per le tangenti, quando alcuni sono stati presi e portati in
carcere, piangevano come bambini, dicendo che non sapevano
di fare male)
- sui livelli di ricavi, perche' con cifre del genere, il reddito
deve essere almeno dai 30'000 Euro in su' (altrimenti e'
meglio intascare le rendite), che aggiungendo i costi, le imposte
la benzina, etc. significa ricavi dell'ordine dei 200'000-500'000 Euro
all'anno (scusate l'ordine della cifra, ma dipende anche dal
traffico della citta'). Ora, cosa dichiarano questi tassisti ?
L'avviamento di una azienda commerciale mantiene il suo valore,
quale che sia la concorrenza, nuova o vecchia. Invece le licenze
commerciali, per esempio, sono crollate da un giorno all'altro.
Idem per i tassisti: il valore che si sono dati delle loro
licenze (fregando l'ultimo arrivato secondo la migliore
regola della catena di san antonio, perche' in realta' le
licenze negli ultimi dieci anni avrebbero dovuto perdere
di valore, vista la sempre maggiore pressione dall'Unione
Europea per rimuovere i vincoli alla concorrenza) invece dipende
strettamente dal numero chiuso.
Salta il numero chiuso, quella licenza non vale piu' uno straccio.
Insomma e' una valore fittizio, non e' un'avviamento che dietro
di se' si porta una fedele clientela, quale che sia la
condizioni di mercato.
Il problema e' che per tenere in piedi quel numero chiuso,
prima ancora che un problema di tariffe elevate, c'e quello
di un servizio inefficiente. Ripeto, quando giravo come
consulente, tante volte ho aspettato inutilmente un taxi.
Alcune volte, mi sono fatto 3-4 km a piedi, altre volte,
mi sono avventurato ad usare i mezzi collettivi (il taxi
e' necessario ad un "forestiero" perche' altrimenti rischia
di finire chissa dove - capitato di trovarmi dalla parte
opposta).
E tutto per un bastardo privilegio !
Di fatti, se si vanno a leggere i commenti contenuti qui...
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2011/19-aprile-2011/mercato-nero-licenze-taxi-190468685763.shtml
I commenti lasciano il tempo che trova, perche' parte
dalla logica deformata della "prassi", del "dato di fatto",
del "fatto compiuto", rendo l'idea ?
L'errore numero uno e' stato limitare le licenze, una
conseguenza della mentalita' fascista del tempo.
L'errore numero due e' stato di spostare l'assegnazione
da un concorso aperto a tutti, ad un cessione da tassista
a tassista, tagliando fuori chiunque non volesse accettare
le regole criminali della vendita di una licenza (che non e'
un'avviamento !!!). Si rende conto che del ridicolo della
menzione del Comune di Cremona di:
"Le licenze per l'esercizio del servizio taxi sono assegnate
a seguito di espletamento di pubblico concorso per titoli, ai
soggetti iscritti nel ruolo dei conducenti."
Quando e' stato concesso il subingresso ?
Per curiosita', nel Comune di Cremona, quando e' stato
tenuto l'ultimo concorso per tassisti e quanti erano i posti ?
... si vede che l'illegalità di cui tu genericamente parli, parrebbe
esplicarsi su due fronti: uno di diritto amministrativo (nel rapporto
con l'ente pubblico rilasciante la licenza), l'altro di diritto
tributario (nel rapporto privato di compravendita dell'attività
commerciale esercitabile soltanto su rilascio di tale licenza).
???
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In ogni caso, detto fuori dai denti, chi spende 250'000 Euro per
acquistare la licenza di un taxi non ha per nulla la mia simpatia, e'
solo uno dei tanti corruttori che impestano l'Italia.
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Questa frase è del tutto vaga: vedi quanto ho precisato sopra. Soltanto
dopo averne chiarito il reale contenuto con gli opportuni
approfondimenti concettuali, l'efficace soluzione al problema potrà
emergere senza inghippi .
A pensarci meglio, quelli che hanno acquistato la licenza nel 2011 o
poco prima, sono piu' che altro i polli che si trovano alla fine
della catena di san antonio.
--
Roberto Deboni
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