Post by RogerPost by Bruno CampaniniPost by Rapsòdoinsieme a quasi 1/3 degli italiani
Post by Bruno CampaniniForse voleva dire "monatti". lol
non comprendo
monade = single
però in tante famiglie stanno anche peggio
che... la "liquidità" rende solubili molti legami
e diventa caratteristica della comunità :)
Io avevo inteso quel monadi come un errore per nomadi.
E penso che anche Roger abbia ragionato in tal senso,
infatti ponendo il nome al singolare scrive monado
e non monade.
Chissà se fornirà interpretazione autentica del suo dire...
Indovinato.
Ho trovato l'errore (presunto) buffo per l'assonanza con
"mona" e da qui la mia risposta.
Tra l'altro i dizionari che ora ho consultato riportano
"monade" come termine filosofico pitagorico.
Nessuno ne dà il significato di "single".
«Gottfried Wilhelm von Leibniz - La Monadologia (1720)
Traduzione dal francese di Marianna Bacinetti (1856)
1. La monade, di cui noi di presente ragioniamo, altra cosa non
è, che una sostanza semplice, la quale si mesce nei composti:
semplice, vale a dire senza parti.
2. Ed è mestieri che vi sieno sostanze semplici, poichè àvvene
di composte: e non essendo le composte che una congerie ed
aggregazione di semplici.
3. Ove non sono parti non è estensione, nè figura, nè
divisibilità possibile; e queste monadi sono i veri atomi
della natura, e a dirlo nudamente, sono gli elementi delle
cose.
4. Non vi ha neppure a sospettare in esse dissoluzione, nè v’ha
maniera concepibile, per la quale una sostanza semplice possa
finire naturalmente.
5. Per la stessa ragione non v’ha modo alcuno, per cui una
sostanza semplice possa cominciare naturalmente, non potendo
essere formata per composizione.
6. Si può dire altresì che le monadi non potrebbero cominciare
nè finire che in un’istante, cioè non potrebbero cominciare se
non per creazione, e finire se non per annichilazione: laddove
ciò che è composto comincia e finisce per parti.
7. Nè vi ha maniera d’intendere come una monade possa essere
alterata o cambiata interiormente da altra creatura, poichè
non vi si potrebbe nulla trasferire, nè concepirvi alcun
movimento interno, che possa essere eccitato, diretto,
aumentato, o diminuito al di dentro, come avviene nei
composti, ove ha rimescolamento di parti. Le monadi non hanno
punto finestre, onde qualche cosa possa entrarvi, od uscirne;
e gli accidenti non potrebbero distaccarsi nè diportarsi fuori
delle sostanze, come fecero un tempo le specie sensibili degli
Scolastici. Cosicchè nè sostanza, nè accidente possono entrare
da fuori in una monade. (1)
8. Tuttavia è d’uopo che le monadi abbiano talune qualità,
altrimenti non sarebbero tampoco esseri: e se le sostanze
semplici nulla differissero nella qualità, non vi sarebbe modo
di scorgere alcun cambiamento nelle cose, poichè ciò che è nel
composto non può derivare che dagli elementi semplici; e se le
monadi fossero senza qualità, sarebbero indistinguihili l’una
dall’altra, mentre non differiscono nella quantità; e per
conseguenza, concedendosi il pieno, ciascun luogo non
riceverebbe mai nel movimento, se non l’equivalente di ciò che
conteneva, e uno stato di cose non sarebbe distinguibile
dall’altro.
9. È ancora necessario che ciascuna monade sia differente da
ciascun’altra, perchè non si danno in natura due esseri, i
quali siano perfettamente eguali l’uno all’altro, e dove non
sia possibile di scoprire una differenza interna, o fondata
sopra una denominazione intrinseca.
10. Pongo eziandio come concesso, che ogni essere creato è
soggetto a mutamento, e quindi anche la monade creata; e di
più ancora che questo mutamento si è continuo in ciascuna.
11. Segue da ciò che i mutamenti naturali delle monadi nascono
da un principio interno, poichè una causa esterna non potrebbe
operare nel loro interiore. (2)
[.....]
(1) Si noti in questo paragrafo il primo errore, che Leibniz
introduce nella sua bellissima Monadologia; negando egli che
alcuna monade possa agire sulle altre, e che alcuna possa
dalle altre ricevere nessuna modificazione. Imperciocchè egli
dice che le monadi non hanno vie aperte a ricevere le esterne
impressioni, nè possono da sè stesse fare uscire le proprie
qualità per operare su d’altre monadi. Ma senza che le monadi
abbiano veramente finestre, possono però avere, ed hanno
realmente disposizione a ricevere le impressioni esterne
(facoltà recettive), nè ciò ripugna alla loro semplice natura:
e quantunque non possano distaccare e mandare in giro alcuna
delle loro qualità presso le altre monadi, possono però
dirigere a queste le loro azioni, ed operarvi. Ciò che vi ha
di arduo e considerevole nella questione consiste nell’
intendere il modo, come l’azione di una monade trapassi in
altra monade: il qual passaggio è veramente tutto coperto di
oscurità impenetrabile. Ma l’oscurità del modo, con cui si
compie questo passaggio di azione, non interdice di
riconoscere la realità del passaggio stesso: che anzi è
evidente e irrecusabile. Diremo di più che di qualunque
avvenimento di natura non conosciamo il modo, con cui si
adempie, ma solo la realtà dell’adempimento; onde tanto meno
Leibniz poteva ricusare il commercio delle azioni tra le
monadi, perchè non se ne mostrava il modo con chiarezza.
Questa oscurità, cha ha ingannato la mente gagliarda di
Leibniz, ha pure indotto in errore altri illustri Filosofi
Alemanni, i quali non si persuadono doversi arrestare innanzi
alle impenetrabili tenebre, e vi si mettono dentro con nobile,
ma temerario ardimento. Difatti affermano essi che non si
possa dare fra esistenze di natura diversa comunicazione di
azioni, perchè non riescono ad intendere. il passaggio di
queste azioni, che incessantemente si trasmettono: e quindi
sono trascorsi ad immaginare una sostanza comune e universale,
a cui tutte le cose partecipano, e da cui sono in sostanza
costituite, e per mezzo della quale accade ogni trapassamento.
Schelling di fatti scrive che la relazione fra soggetto ed
oggetto non potrebbe darsi, se non fosse fra loro un’armonia
prestabilita, nè potrebbe esistere tale armonia senza la loro
identità (Ideal. Trascend. Introd.). Ed in seguito discorre
che se il mondo fosse diverso dall’anima, sarebbe impossibile
che la volontà di questa fosse valevole a modificarlo, neppure
in grazia dell’armonia prestabilita, la quale neppure sarebbe
possibile senza un termine medio, di cui l’anima ed il mondo
fossero modificazioni. (Luogo citato, parte 3 epoca 3.) E così
Burdach sostiene, che se la diversità che è nelle cose
dell’universo non avesse alcun che di comune, un abisso senza
fondo le separerebbe, nè potrebbero agire le une sulle altre.
(Fisiologia § 1006).
(2) Ecco la prima conseguenza dell’errore notato al § 7.°, dal
quale discende veramente tutta quanta la serie di errori, che
si frammischiano alle profonde verità esposte in questo
prezioso trattato. Poichè se le monadi non potessero agire
l’una sull’altra, sarebbe necessario attribuire ogni loro
mutamento all’interna natura di se stesse, e sarebbe pur
necessario pervenire direttamente al sistema dell’armonia
prestabilità, quale è immaginato da Leibniz. Ma il vero è che
le monadi operano senza ostacolo fra loro, quantunque non
conosciamo il modo, con cui succedono tali operazioni. Mentre
però sosteniamo contro Leibniz che le monadi possono ricevere
dall’esterno i loro cambiamenti, concediamo volentieri che
possono talora determinarsi e cangiare anche per virtù
interna, e gli esseri viventi, e l’anima umana in particolare,
ne offrono manifestissimi esempi.
»
https://it.wikipedia.org/wiki/Monadologia
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E-S °¿°
Ho plonkato tutti quelli che postano da Google Groups!
Qui è Usenet, non è il Web!
https://en.wikipedia.org/wiki/Usenet