Post by Koll KurtzMi spiace, ma non riesco a riprendere i vecchi post, suppongo per mia
mancanza!
Allora provo a fare un copia incolla dei passi salienti dei miei interventi
su quei vecchi thread. Mi scuso se ci sono ripetizioni o omissioni, ma
l'editing è stato mantenuto al minimo sennò ci mettevo un anno...
Ciao,
Amedeo
Seguono brani tratti da miei vecchi post.
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Siamo daccordo sulla antiquata concezione dello schema di protezione della
Bismarck (che come ho detto in un altro post, era più una sorta di
super-Bayern che un disegno totalmente innovativo) ma nell'ipotesi che qui
si sta facendo di un duello Bismarck vs. King George V oltre alle accurate
considerazioni da te formulate relativamente alla protezione 'all or
nothing' ed alla pochezza della protezione orizzontale sul colosso germanico
mi permetto di introdurre nella discussione qualche altra riflessione:
Contatto balistico - Chi ci assicura che la KG, data la sua velocità
leggermente inferiore e le sue pessime ottiche (vado a memoria, mi pare che
i telemetri avessero una base che era la metà dei corrispettivi strumenti
sulla Bismarck, per non parlare della qualità delle ottiche in sé) etc.
riesca effettivamente a mantenere la distanza di ingaggio sui 30km (in cui
il tiro 'curvo' farebbe sentire i suoi effetti sul ponte-velina della
Bismarck) ed a coprire _efficaciemente_ il bersaglio a quelle gittate?
Penetrazione - Il fatto che i dati di penetrazione 'tabulari' vadano presi
cum grano salis è più che sacrosanto. Peccato che sia per il combattimento
navale che per quello tra carri armati nessuno generalmente se ne preoccupi.
Per quanto riguarda la penetrazione di corazzatura orizzontale e verticale,
suppongo che la maggior parte dei dati che si trovano tabulati, consideri la
penetrazione di una piastra di corazzatura orizzontale/verticale di spessore
tot semplicemente calcolando la lunghezza del percorso rettilineo geometrico
che il proiettile si troverebbe ad attraversare. Tu m'insegni che questo
'fattore di inclinazione', in realtà,non è desumibile per via puramente
geometrica ma dipende da una legione di fattori tra cui spiccano il rapporto
T/D tra lo spessore della piastra di corazza e il diametro del proietto e la
presenza (e la forma e la durezza) di un cappuccio balistico sul proiettile
in arrivo (o anche di un'ogiva spuntata anche se non credo, ma è una mia
opinione, che qualcuno si sia mai baloccato con ogive piatte in campo
navale). Desiderereii avere dati maggiori sulla durezza dei metalli con cui
i proiettili inglesi erano fabbricati e sulle forme delle ogive. Se la
qualità costruttiva dei proiettili britannici navali sta a quella dei
pariclasse tedeschi nello stesso rapporto dei loro omologhi per i cannoni
controcarro, inizio a pensare che addirittura il 38cm tedesco potrebbe
essere paragonabile o superiore al 14" britannico anche contro corazze
orizzontali alle massime gittate.
Caveat: c'è pur sempre da considerare che alle massime gittate l'APC
britannico avrebbe un angolo di caduta superiore di una decina di gradi.
Questo si tradurrebbe in un miglior 'slope multiplier'. D'altro canto le
dimensioni maggiori del proietto tedesco danno, a parità di bersaglio, un
rapporto T/D migliore, il problema è che il ponte corazzato della Bismark è
meno di due terzi di quello della KG quindi nell'ipotesi del 'duello' il
rapporto T/D sarebbe a favore del munizionamento inglese etc. etc.
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Esatto, nessuno combatte a 30km, se poi consideriamo che i centri a distanze
maggiori ottenuti durante la 2GM sono stati ottenuti a circa 25km il quadro
è chiaro.
Prendendo come riferimento i dati balistici del 14" Mk. VII sul sito da te
indicato, cioè http://www.warships1.com/Weapons/WNBR_14-45_mk7.htm (per il
momento assumiamo come buoni i dati ivi riportati, nonostante tutti i caveat
dei post precedenti, quantomeno ci servirà per avere un idea in prima
approssimazione) abbiamo che a 25,000yd l'angolo di caduta di un APC è di
circa 26.4° e la penetrazione riportata contro una piastra di corazza
orizzontale è di 4".
Ora se diamo un'occhiata alla protezione orizzontale della Bismarck (i
disegni su quest'URL potranno essere utili per seguire il discorso:
http://idd007xs.eresmas.net/proteccioni.html ) vediamo che il ponte
corazzato principale è il terzo ponte (80-100 mm) preceduto dal ponte
superiore a 50mm. Mettendoci nelle ipotesi peggiori per la Bismarck (cioè
impatto sullla parte orizzontale e meno protetta del 'dorso di tartaruga')
avremo che la resistenza totale offerta da questi due ponti è di
Ttot = [ (Ta)^1.4 + (Tb)^1.4 ]^(1/1.4) = 108mm ca. = 4 1/4" ca.
(la formula usata per trovare la resistenza equivalente di un insieme di
piastre orizzontali l'ho presa da Nathan Okun)
Questo significa che (ripeto con tutti i caveat di cui ai post precedenti)
pur nella situazione migliore per la KG (angolo massimo di caduta per i
proiettili e massima penetrazione orizzontale) e in quella peggiore per la
Bismarck (impatto sulla corazzatura orizzontale meno spessa) la penetrazione
del terzo ponte non dovrebbe avvenire o quantomeno essere molto incerta.
E tutto ciò senza considerare l'effetto scappucciante del ponte da 50mm ed
il fatto che in molti casi la perforazione di quella corazza è bastevole ad
innescare la spoletta della granata e c'è tutto lo spazio perché esploda
prima di penetrare il terzo ponte.
(Se ci sono dei non sequitur nel mio ragionamento fatemeli pure notare:
amicus Plato sed magis amica veritas. Come, credo, tutti voi il mio
interesse è solo quello di capire un po' meglio il mondo che mi circonda e
non di far prevalere le mie tesi a tutti i costi.
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Invero la formula è di Okun ma l'ho presa dal libro "World War II
Ballistics" Di L. Bird & R. Livingston. Come ho già detto mi intendo più di
corazze di carri che non di corazze navali. Molti degli articoli di Okun
sono veramente criptici...
Che due piastre spaziate spesse x e y rispettivamente resistano _meno_ di
una singola piastra di spessore x+y è evidente considerando che il rapporto
T/D è sempre maggiormente favorevole al proiettile penetrante e se
ragioniamo in termini di velocità. Prendendo ad esempio un proiettile APCBC
M61 da 75mm (stiamo parlando di Sherman stavolta), una velocità di 564m/s
gli è necessaria per penetrare una piastra di acciaio laminato omogeneo di
80mm. Contro una piastra da 40mm invece gli bastano 383m/s per penetrare
sempre e 347m/s per avere una probabilità del 50%. Quindi assumendo una
perdita di velocità di circa 150m/s + dopo la penetrazione della prima
piastra gli basta una velocità di impatto di 500m/s circa per penetrare al
50% una combinazione spaziata 40mm + 40mm contro i detti 564m/s per
penetrare una singola piastra da 80mm (dati di penetrazione presi dal
TM-9-1907, manuale con dati di performance balistica dei pezzi dell'US Army,
1948).
Il fatto che nella formula di Okun si medino gli spessori prendendo la somma
dei singoli spessori elevati alla 1.4 e poi facendo la radice 1.4esima del
risultato deriva dal fatto che nella formula di De Marre da lui usata per il
calcolo della penetrazione questa è circa proporzionale alla 1.4esima
potenza della velocità. Quindi la velocità è proporzionale alla potenza
1/1.4esima dello spessore penetrato T. Se si quadra la velocità si vede che
l'energia cinetica è quindi proporzionale a T elevato a (1/1.4) x 2 che fa
sempre circa 1.4. Sommando le energie cinetiche necessarie alla perforazione
delle diverse piastre si può quindi ricavare l'energia totale e calcolare
quale spessore di piastra singola equivalente tale energia sarebbe
sufficiente a perforare mediante la sorta di media geometrica che ho
riportato nel post precedente.
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Ho trovato questo interessantissimo articolo di Okun
http://www.combinedfleet.com/okun_biz.htm
che tratta della protezione della Bismarck.
L'analisi della protezione orizzontale è simile a quella fatta da me nel
post precedente, ovviamente Okun si lancia in una analisi di _tutte_ le
situazioni possibili con una competenza ben maggiore (ovviamente!) della
mia. In aggiunta alla dettagliatissima analisi della protezione in appendice
Okun riporta i suoi calcoli relativi alla vulnerabilità della protezione di
diverse navi da battaglia (Bismarck inclusa) rispetto ai grossi calibri
della Bismarck stessa.
Ora, prendendo come termine di paragone i dati presenti su warships1.com sia
per il 14" Mk.VII che per il 38cm S.K. C34 (in entrambi i casi la
penetrazione è stim ta utilizzando la 'USN Empirical Formula' su acciaio
laminato omogeneo , il che dovrebbe andar bene in quanto stiamo parlando di
piastre di corazzatura senza indurimento superficiale) tentiamo di
verificare la bontà della analisi fatta nel mio post di ieri.
Allora, Nathan Okun dice che il settore a mezza nave di protezione
orizzontale 50mm + 80mm (considero solo il caso peggiore per la Bismarck
come già fatto in precedenza) è vulnerabile ai cannoni tedeschi da 38cm
dalle 28,100yd in poi. Interpolando i dati presi da
http://www.warships1.com/Weapons/WNGER_15-52_skc34.htm per questa distanza
si trova che la penetrazione orizzontale è di 4 3/4" circa (quindi
addirittura superiore al valore da me stimato di 4 1/4") paragonandolo ai
dati per il pezzo britannico su
http://www.warships1.com/Weapons/WNBR_14-45_mk7.htm vediamo quindi che la
corrispondente distanza efficacie per il 14" inizierebbe a 28,000yd, una
distanza, come già detto, assolutamente improponibile in uno scontro reale.
Ora i dati di Okun sono stati presi basandosi sulle tabelle balistiche
tedesche G.Kdos.100, tabelle che presuppongono (contro una corazzatura
omogenea tipo Wotan hart) una penetrazione totale con passaggio del proietto
intatto al di là della piastra bersaglio. Quindi una probabilità del 100% di
successo. Cosa succede se ci mettiamo nelle condizioni meno restrittive di
una probabilità di penetrazione del 50% (o meno?). Se supponiamo valido il
criterio standard statunitense nella valutazione della probabilità di
penetrazione (ed in mancanza di meglio faremo così) abbiamo che la
deviazione standard è pari al 4% del valore di penetrazione riferito al 50%
di possibilità di successo. Questo significa che, assunto il valore al 100%
di successo uguale al valor medio più tre sigma, se sigma è 0.04 volte il
valor medio, il valore a tre sigma sarà 1+0.04 x 3 = 1.12 volte il valore di
penetrazione al 50%, ed il valore corrispondente allo 0% di probabilità di
penetrazione sarà 0,88 volte il valore medio. Tornando al nostro caso: se 4
3/4" è il valore richiesto per il 100% di possibilità di perforazione, il
valore al 50% sarà 4.24" valore mooolto vicino a quello di 4 1/4" da me
calcolato in precedenza. Possiamo quindi assumere questo valore come quello
al 50% di possibilità di penetrazione. A questo punto calcoliamo anche il
valore equivalente allo 0% di possibilità di penetrazione e troveremo 3.73".
Quindi interpolando i valori presentati per il pezzo britannico da 14"
abbiamo che per i grossi calibri delle King George, sotto le 24,000yd, non
c'è alcuna possibilità di penetrare anche la sezione più debole dell'intero
array della protezione orizzontale della Bismarck.
In verità c'è da affrontare anche un altro problema (e poi concludo,
promesso!): ad essere fiscali la protezione _totale_ delle sezioni centrali
della Bismarck è equivalente ai famosi 4 1/4" di corazzatura orizzontale nel
caso di un impatto ad alti angoli 40-50°+ e nel caso che il proiettile non
sia deviato considerevolmente dal primo ponte corazzato. Dal momento che il
primo ponte corazzato è relativamente sottile 50mm, è di facile penetrazione
per APC di grosso calibro anche alle distanze più basse dove il proietto
arriverebbe con angoli molto 'radenti' (10° o simili). Più il proiettile
'soffre' nel penetrare la prima corazza più energia cinetica perde e più
varierà il suo angolo di obliquità rispetto al piano orizzontale. Se
immaginiamo che il proietto abbia energia cinetica appena sufficiente a
penetrare la piastra, esso si ritroverà dietro la corazza praticamente fermo
e quindi il resto del suo percorso lo farà per caduta libera con velocità
sfavorevolissima per la perforazione del ponte inferiore ma con agnolo di
impatto favorevolissimo (90°). All'altro opposto se immaginiamo il proietto
perforare il primo ponte con estrema facilità (immaginiamo che sia di
cartone) la sua velocità non varierà di uno iota ma anche il suo angolo di
impatto (supposto radente) rimarrà immutato e quindi sfavorevole ad una
penetrazione ottimale. Divertendosi a calcolare tutti i casi possibili tra
questi due estremi (Okun l'ha fatto ma io me ne guardo bene!) Okun ha
trovato che esiste una 'finestra di vulnerabilità' per la protezione
orizzontale della Bismarck, contro i suoi stessi cannoni, da 15,600 a
16,000yd. Ora facendo un paragone, molto alla buona stavolta, con i 14"
della KG diciamo che la finestra sicuramente inizierebbe sotto le 15,000yd e
potrebbe mantenere un ampiezza paragonabile (un mero 400yd, poco più di
350m, difficile 'mantenere' in combattimento la posizione relativa con un
margine di precisione così elevato).
Ovviamente stiamo considerando il fatto che le spolette dei proiettili della
RN erano tra le migliori disponibili all'epoca e che la possibilità che la
granata esploda dopo l'attraversamento del primo ponte e prima del contatto
col ponte corazzato principale sia trascurabile. C'è da dire che a queste
distanze gli impatti contro la protezione verticale sarebbero ben più
frequenti e comunque riuscirebbero a penetrare la cintura corazzata
principale della Bismarck non riuscirebbero poi però a penetrare il famoso
'dorso di tartaruga'.
Ricapitolando, dalle analisi da me svolte integrate con i dati di Okun
sull'atricolo citato risulta che la protezione orizzontale della Bismarck
nella sua sezione meno protetta sara perforabile dai grossi calibri della
King George:
oltre 28,000yd con una sicurezza del 100%
a 24,000yd con una sicurezza dell'1%
sotto le 24,000yd mai, salvo per una finestra di 400yd sotto la gittata di
15,000yd
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Immagino che le discrepanze a cui fai riferimento siano riferite solamente
alla balistica esterna dei proiettili e non ai dati di corazzatura per la
Bismarck.
Come avrai notato (ma lo dico a beneficio di coloro che non abbiano letto
l'articolo di Okun citato) Okun calcola solamente la resistenza della
protezione all'effetto dei grossi calibri della Bismarck stessa. I dati da
lui presi sono quelli della KM, quindi sono dati che dovrebbero in linea di
principio essere i migliori disponibili sulla balistica terminale dei
proiettili tedeschi.
I dati che ho usato io sono presi dalle pagine citate sul sito Warships1.com
e li ho riscalati a quelli di Okun per verificare se 'parlassero la stessa
lingua'. Dopo aver trovato che i dati di Okun erano compatibili, per i pezzi
da 38cm, con il potere perforante calcolato con la 'USN Empirical Formula'
assumendo però che questi ultimi dessero (in perfetto stile USA) la
penetrazione con probabilità al 50%, ho esteso l'analisi ai dati balistici
(sempre presenti sul suddetto sito) relativi al 14" Mk.VII, ottenendo le
distanze minime di penetrazione illustrate. In tutto questo ci sono,
ovviamente, delle assunzioni semplificanti (come nell'analisi di qualunque
fenomeno fisico) in primis ho assunto che le performances degli APC tedeschi
e di quelli britannici (ceteris paribus) siano identiche a parità di
velocità e di angolo di incidenza. Questo potrebbe non essere vero, ma
dubito che la differenza sia enorme. In aggiunta gli APC britannici erano
noti (mi pare lo dica, en passant, anche Okun) per la scarsa efficacia ad
angoli di impatto (considerando 0° l'impatto normale) superiori ai 30°. Si
potrebbe poi andare a controllare il raggio di curvatura dell'ogiva del
proiettile ma, dalle mie conoscenzze nel campo dei proiettili perforanti
controcarro, dubito che qualunque cosa meno di un ogiva piatta avrebbe
migliorato lo 'slope multiplier' ad elevati angoli di impatto rispetto alla
maggior parte degli altri APC, tedeschi inclusi.
Per quanto riguarda le implicazioni di tutto ciò sul destino finale della
Bismarck, ci tengo a sottolineare che non ho tratto esplicitamente nessuna
conclusione sulla bontà del disegno generale, se non relativamente al fatto
che la protezione della Bismarck contro le cannonate non è disprezzabile.
Ovviamente si avranno sicuramente perforazioni ed esplosioni nella parte
dell'opera morta sovrastante il terzo ponte corazzato, ma questo era dato
per scontato dai progettisti (anche se non era il massimo del divertimento).
Invero, a mio giudizio, la pecca maggiore dello schema protettivo era
proprio relativa a quelle aree che si sono rivelate fatali per la nave: la
direzione del tiro ed il timone. Come diceva Zukov, una catena è forte
quanto il suo anello più debole e la Bismarck il suo tallone di Achille lo
aveva. Ritengo però che questo tallone non fosse nellla protezione verticale
od orizzontale che, pur essendo di concezione antiquata (cintura stretta,
niente piastre inclinate, niente corazzatura scappucciante etc. etc.)
cionondimeno era più che adeguata rispetto ai possibili avversari della RN.