Sandro Binetti
2006-04-24 12:50:33 UTC
Dopo unattesa di circa due mesi, è arrivato il CA7 di Kawai. Ve ne riporto
una serie di impressioni, nella speranza di contribuire in qualche modo allo
spinoso problema dei piani digitali.
Visto che ci ho messo ben nove mesi per trovare un digitale che mi
soddisfacesse in pieno ah quanto ha ragione il buon Peu
La meccanica.
La meccanica è perfetta. La meccanica è e basta. Addirittura migliore, se
possibile, di quella del MP9500. Rispetto alla GH3 di Yamaha trovo che sia
nettamente più naturale; sarà il legno, ma credo che la differenza
sostanziale sta nel fatto che la GH3 è una emulazione di una meccanica a
martelletti, mentre la AWA Grand ProT è una meccanica a veri martelli.
Il che significa anche un paio di cosette non da poco:
-) è estremamente rumorosa. Quando si dice che si prende un digitale per
suonare il pianoforte senza disturbare gli astanti, direi che è proprio una
gran cazzata, visto che il rumore dei tasti e dei martelletti è decisamente
molto ma molto forte. Mia moglie, appena mi ha sentito suonare, ha detto:
miii che bella batteria che ti sei comprato
-) il peso è tuttaltro che modesto.
Insomma, GH3, che credo possa essere lunica meccanica paragonabile ad AWA
Grand Pro, ha dalla sua un rapporto qualità/peso eccezionale. AWA è, invece,
senza compromessi. Ma pesa un'accidente!
Il rumore meccanico è davvero condizionante. Questo pianoforte NON può
essere suonato a basso volume, così come, invece, si può tranquillamente
fare con un Clavinova, perché il rumore dei martelli finisce col coprire il
timbro di piano. Non so, francamente, se annoverare questa caratteristica
fra i difetti o fra i pregi. Linstallatore, che ben conosceva questa
caratteristica dello strumento, mi ha detto di dimenticare lo slider del
volume, di piazzarlo intorno agli 8/10 e suonare come se avessi sotto le
mani un vero piano. Ed in effetti, a quel livello di volume, la risposta è
naturale, ed il rumore dei (veri) martelli si mescola perfettamente al
generatore digitale, rendendo lillusione completa
Come suona.
Mentre per la meccanica si può essere un minimo più oggettivi (cedevolezza
del tasto, velocità di ritorno, doppio scappamento, ecc ), per il suono
bisogna entrare nel dominio dei gusti personali.
Che dire. Oramai qualsiasi digitale anche economico suona in modo
soddisfacente; penso ai Privia di Casio, ai cinesini tipo ClavinPiano, agli
Orla, ai GEM economici, ai Ketron, agli FP di Roland
Questo CA7 suona in modo assolutamente personale. Insomma, sento un HP di
Roland e mi dico: minchia che bello! Poi sento un CLP e mi convinco che è
ancora migliore. Poi passo al P250 e mi dico OK. Questo è
state-of-the-art. Questo Kawai, invece, non mi dice nulla, non subito,
almeno.
Mentre un P250 è un piano perfetto (così come lo è un timbro Roland), questo
non è _un_piano_perfetto. Non ammalia, non subito, almeno.
Occorre suonarlo un po per accorgersi, invece, che il timbro è di un
realismo impressionante.
I timbri di piano sono una decina, tutti molto diversi fra loro, tutti con
una propria identità, tutti molto suonabili. Il mellow piano 2 (che
preferisco), ha addirittura dei difetti presi dallo strumento campionato;
suonando il do centrale, ad esempio, si riesce ad avvertire il re affianco
per un errato allineamento dei sordini.
La risposta del timbro alla dinamica è eccezionale, soprattutto per il
feedback dei tasti in legno. Ecco. Se dovessi paragonare, a pelle, un CA7 ed
un CLP270 (ebbene si, al ballottaggio sono arrivati il kawai e lo yamaha)
direi che il CA7 mi ha convinto di più per la dinamica: non ho mai avuto la
sensazione di aver toccato il limite superiore di velocity. Con qualsiasi
altro piano, invece, a suon di ottave ho quasi sempre toccato il massimo ...
E poi cè la parte di sintesi a modelli, cosa che mi ha fatto propendere per
il CA7 invece del più economico CA5. E possibile lavorare sulla risonanza
simpatica a pedale damper premuto, molto molto realistica. Leffetto
interviene anche dopo il note on, cioè suonando e poi premendo il pedale è
possibile avvertire lintervento di simulazione dellallontanamento dei
sordini. Lillusione è talmente credibile che non ho resistito alla
tentazione di dare un calcio al mobile per vedere se le corde si mettevano a
vibrare chissà, forse si potrebbe proporlo ai tecnici di Kawai di mettere
un sensore nel mobile ;-)
Cè anche la risonanza simpatica delle note premute, anche senza il damper,
situazione che simula la vibrazione per simpatia delle sole corde libere,
quelle premute appunto. Anche questa chicca da un tocco di vero profondo
realismo al timbro.
Unico appunto, andrebbe fucilato il programmatore che ha realizzato la
risposta al pedale del sostenuto. Stranamente le note sostenute non generano
(per una evidente puttanata del software) alcuna risonanza simpatica!
Gli ultimi tasti suonano a corde libere senza sordini. Molto molto bello
leffetto degli ultimi tasti con il damper premuto.
In un piano quasi perfetto avrei desiderato unemulazione decente del pedale
unacorda. Magari avrei rinunciato ad un paio di timbri di piano, ma ci avrei
piazzato un set di campioni alternativi per il pedale del piano.
Conclusioni.
Credo che si tratti di uno dei migliori digitali in commercio. Non lo dico
perché lo posseggo, ma al contrario, lo posseggo perché, dopo che per nove
mesi ho provato uninfinità di piani di ogni tipo e prezzo, ho deciso di
acquistarlo.
Lamplificazione è generosa, e direi che è dobbligo per uno strumento dalla
meccanica così rumorosa. Forse eccede un po nei bassi, ma è possibile
correggere la cosa a livello di voicing complessivo. Ad ogni buon conto, lo
ribadisco, va suonato a 7 8 decimi del volume; a volume più basso diviene
insuonabile.
E uno strumento che va apprezzato quale clone di un piano acustico. In tal
senso direi che è veramente senza compromessi. Non so, e francamente non mi
interessa, come si comporti in un mix. So per certo che, da solo, suona
splendidamente.
Il CA7 lho pagato 2000 euri tondi tondi. E ne sono davvero molto
soddisfatto.
Ciao, Sandro.
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
una serie di impressioni, nella speranza di contribuire in qualche modo allo
spinoso problema dei piani digitali.
Visto che ci ho messo ben nove mesi per trovare un digitale che mi
soddisfacesse in pieno ah quanto ha ragione il buon Peu
La meccanica.
La meccanica è perfetta. La meccanica è e basta. Addirittura migliore, se
possibile, di quella del MP9500. Rispetto alla GH3 di Yamaha trovo che sia
nettamente più naturale; sarà il legno, ma credo che la differenza
sostanziale sta nel fatto che la GH3 è una emulazione di una meccanica a
martelletti, mentre la AWA Grand ProT è una meccanica a veri martelli.
Il che significa anche un paio di cosette non da poco:
-) è estremamente rumorosa. Quando si dice che si prende un digitale per
suonare il pianoforte senza disturbare gli astanti, direi che è proprio una
gran cazzata, visto che il rumore dei tasti e dei martelletti è decisamente
molto ma molto forte. Mia moglie, appena mi ha sentito suonare, ha detto:
miii che bella batteria che ti sei comprato
-) il peso è tuttaltro che modesto.
Insomma, GH3, che credo possa essere lunica meccanica paragonabile ad AWA
Grand Pro, ha dalla sua un rapporto qualità/peso eccezionale. AWA è, invece,
senza compromessi. Ma pesa un'accidente!
Il rumore meccanico è davvero condizionante. Questo pianoforte NON può
essere suonato a basso volume, così come, invece, si può tranquillamente
fare con un Clavinova, perché il rumore dei martelli finisce col coprire il
timbro di piano. Non so, francamente, se annoverare questa caratteristica
fra i difetti o fra i pregi. Linstallatore, che ben conosceva questa
caratteristica dello strumento, mi ha detto di dimenticare lo slider del
volume, di piazzarlo intorno agli 8/10 e suonare come se avessi sotto le
mani un vero piano. Ed in effetti, a quel livello di volume, la risposta è
naturale, ed il rumore dei (veri) martelli si mescola perfettamente al
generatore digitale, rendendo lillusione completa
Come suona.
Mentre per la meccanica si può essere un minimo più oggettivi (cedevolezza
del tasto, velocità di ritorno, doppio scappamento, ecc ), per il suono
bisogna entrare nel dominio dei gusti personali.
Che dire. Oramai qualsiasi digitale anche economico suona in modo
soddisfacente; penso ai Privia di Casio, ai cinesini tipo ClavinPiano, agli
Orla, ai GEM economici, ai Ketron, agli FP di Roland
Questo CA7 suona in modo assolutamente personale. Insomma, sento un HP di
Roland e mi dico: minchia che bello! Poi sento un CLP e mi convinco che è
ancora migliore. Poi passo al P250 e mi dico OK. Questo è
state-of-the-art. Questo Kawai, invece, non mi dice nulla, non subito,
almeno.
Mentre un P250 è un piano perfetto (così come lo è un timbro Roland), questo
non è _un_piano_perfetto. Non ammalia, non subito, almeno.
Occorre suonarlo un po per accorgersi, invece, che il timbro è di un
realismo impressionante.
I timbri di piano sono una decina, tutti molto diversi fra loro, tutti con
una propria identità, tutti molto suonabili. Il mellow piano 2 (che
preferisco), ha addirittura dei difetti presi dallo strumento campionato;
suonando il do centrale, ad esempio, si riesce ad avvertire il re affianco
per un errato allineamento dei sordini.
La risposta del timbro alla dinamica è eccezionale, soprattutto per il
feedback dei tasti in legno. Ecco. Se dovessi paragonare, a pelle, un CA7 ed
un CLP270 (ebbene si, al ballottaggio sono arrivati il kawai e lo yamaha)
direi che il CA7 mi ha convinto di più per la dinamica: non ho mai avuto la
sensazione di aver toccato il limite superiore di velocity. Con qualsiasi
altro piano, invece, a suon di ottave ho quasi sempre toccato il massimo ...
E poi cè la parte di sintesi a modelli, cosa che mi ha fatto propendere per
il CA7 invece del più economico CA5. E possibile lavorare sulla risonanza
simpatica a pedale damper premuto, molto molto realistica. Leffetto
interviene anche dopo il note on, cioè suonando e poi premendo il pedale è
possibile avvertire lintervento di simulazione dellallontanamento dei
sordini. Lillusione è talmente credibile che non ho resistito alla
tentazione di dare un calcio al mobile per vedere se le corde si mettevano a
vibrare chissà, forse si potrebbe proporlo ai tecnici di Kawai di mettere
un sensore nel mobile ;-)
Cè anche la risonanza simpatica delle note premute, anche senza il damper,
situazione che simula la vibrazione per simpatia delle sole corde libere,
quelle premute appunto. Anche questa chicca da un tocco di vero profondo
realismo al timbro.
Unico appunto, andrebbe fucilato il programmatore che ha realizzato la
risposta al pedale del sostenuto. Stranamente le note sostenute non generano
(per una evidente puttanata del software) alcuna risonanza simpatica!
Gli ultimi tasti suonano a corde libere senza sordini. Molto molto bello
leffetto degli ultimi tasti con il damper premuto.
In un piano quasi perfetto avrei desiderato unemulazione decente del pedale
unacorda. Magari avrei rinunciato ad un paio di timbri di piano, ma ci avrei
piazzato un set di campioni alternativi per il pedale del piano.
Conclusioni.
Credo che si tratti di uno dei migliori digitali in commercio. Non lo dico
perché lo posseggo, ma al contrario, lo posseggo perché, dopo che per nove
mesi ho provato uninfinità di piani di ogni tipo e prezzo, ho deciso di
acquistarlo.
Lamplificazione è generosa, e direi che è dobbligo per uno strumento dalla
meccanica così rumorosa. Forse eccede un po nei bassi, ma è possibile
correggere la cosa a livello di voicing complessivo. Ad ogni buon conto, lo
ribadisco, va suonato a 7 8 decimi del volume; a volume più basso diviene
insuonabile.
E uno strumento che va apprezzato quale clone di un piano acustico. In tal
senso direi che è veramente senza compromessi. Non so, e francamente non mi
interessa, come si comporti in un mix. So per certo che, da solo, suona
splendidamente.
Il CA7 lho pagato 2000 euri tondi tondi. E ne sono davvero molto
soddisfatto.
Ciao, Sandro.
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/