On Mon, 05 Apr 2004 10:44:19 GMT, nico pisanelli
Post by nico pisanelliPost by Nicola de AngeliSapevate che il modo in cui l'ho scritto ("insegniamo") e' quello piu'
corretto??!
Io l'ho scoperto ieri... :-/
Ciao
Nicola
per forza
am + are
am + iamo
insegn + are
insegn + iamo
Pero' e' un'eccezione (riporto l'intero articoletto perche' e' IMHO
interessante)::
«C'è una "i" ballerina, che va e viene. Le parole che terminano in
"-cia" e "-gia" al plurale vedono restare o scomparire questa "i"
davvero dispettosa. Cristiano mangia "una ciliegia". Ma se non si
ferma e ne mangia un'altra, dieci, venti finirà col fare una
scorpacciata di "ciliegie". La "i" è rimasta, magari insieme
all'indigestione. Lo stesso Cristiano ha una "faccia", ma se cambia
continuamente espressione o si mette a fare smorfie d'ogni tipo può
riuscire ad avere anche cento "facce". La "i" è scomparsa.
Dunque quale antidoto adottare? C'è una regola semplice, con
pochissime e trascurabili eccezioni. Se prima della sillaba conclusiva
in "-cia" e "-gia" c'è una vocale la "i" nella forma plurale resta, se
ne va se invece c'è una consonante. Camicia dà allora camicie, ma
traccia diventa tracce; ciliegia - si è visto - dà ciliegie, frangia
diventa invece frange. Non esiste invece una regola precisa quando
"-ce" (o "-cie") e "-ge" (o "-gie") si trovano a fine parola, nelle
forme singolari, oppure all'inizio e all'interno di parole singolari o
plurali. E' bene, dunque nel dubbio, consultare il vocabolario.
Riporto qui di seguito alcune parole che hanno la grafia in "-cie" e
"-gie": sufficienza, specie, superficie, società, igiene.
Inoltre se questa benedetta "i" non si trova alla fine ma all'inizio o
all'interno della parola, per esempio con i gruppi "scie" e "sce"
(dove il suono è praticamente uguale), rimane in termini come
"scienza", "coscienza" e affini ("scienziato", "incosciente", ecc.) in
"scie" plurale di scia e in "usciere". In tutti gli altri casi
s'invola, come per magia: infatti abbiamo "scelta", "discepolo",
"strisce" e così via. Altro intoppo. La "i" capricciosa è
rigorosamente vietata dopo il gruppo consonantico "gn". Guai a
scrivere "ingegniere": sarebbe un errore grave. Ma ci sono
un'eccezione solitaria e una collettiva. In barba alla regola
generale, in perfetta solitudine, vivacchia "compagnia". In gruppo
stanno tutte le forme che hanno desinenza con la "i" nei verbi in
"-gnare": "sognare", "impegnare" e tanti altri. Allora, senza badare
alla presenza di "gn" dovremo scrivere: "noi ci impegniamo", "che voi
insegniate".»
di G. De Rienzo, da "il corriere della sera".
Ciao
Nicola
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"To my daughter Leonora, without whose never failing sympathy
and encouragement this book would have been completed in half the time."
P. G. Wodehouse