abc
2018-05-01 06:08:48 UTC
Ho letto questa interessante lettera aperta
http://parma.repubblica.it/cronaca/2018/04/30/news/mirket_parmigiano_di_seconda_generazione_penso_di_non_essere_ne_piu_italiano_ne_piu_filippino_ma_entrambi_-195170164/
La parte più interessante per il nostro gruppo è questa:
"a differenza del mio fratellino e di molti altri stranieri di
seconda generazione, riesco a parlare fluidamente sia la lingua dei miei
genitori, il tagalog, sia l'italiano assumendo addirittura degli accenti
particolari sia di Batangas che di Parma.
[...]
Come ho già detto, fin da piccolo parlo molto bene l'italiano, al
contrario dei miei genitori che fanno fatica ancora adesso
[...]
Posso dunque dire sentirmi me stesso indipendentemente dall'identità
nazionale. Alla domanda 'ti senti più italiano o straniero?' Nicolò, il
mio fratellino di dieci anni, mi offre un altro punto di vista,
nonostante le nostre stesse origini. Nico, lo chiamo così perché non
esiste nessun termine filippino per indicare i fratelli minori, mi
risponde che si sente quasi totalmente italiano perché vive come tutti i
suoi compagni di classe.
Ha gli stessi libri, gli stessi interessi e gioca a calcio (sport che
nelle Filippine è quasi inesistente) come la maggior parte dei bambini
italiani; di filippino gli rimangono solo alcune parole e l'amore per
qualche nostro piatto tipico, ma per tutto il resto è un italiano,
legato molto di più a questo paese piuttosto che alle Filippine.
Io invece penso di non essere né più italiano né più filippino, ma
entrambi "
Quindi anche per chi viene definito sbrigativamente "di seconda
generazione", nato in Italia da genitori stranieri, ha una grande
importanza la differenza tra essere il primogenito (e vivere in una casa
dove si parla solo il filippino, in questo caso), o nascere avendo in
casa un fratello di 7 anni che parla fluentemente l'italiano.
Conoscete altri casi simili?
http://parma.repubblica.it/cronaca/2018/04/30/news/mirket_parmigiano_di_seconda_generazione_penso_di_non_essere_ne_piu_italiano_ne_piu_filippino_ma_entrambi_-195170164/
La parte più interessante per il nostro gruppo è questa:
"a differenza del mio fratellino e di molti altri stranieri di
seconda generazione, riesco a parlare fluidamente sia la lingua dei miei
genitori, il tagalog, sia l'italiano assumendo addirittura degli accenti
particolari sia di Batangas che di Parma.
[...]
Come ho già detto, fin da piccolo parlo molto bene l'italiano, al
contrario dei miei genitori che fanno fatica ancora adesso
[...]
Posso dunque dire sentirmi me stesso indipendentemente dall'identità
nazionale. Alla domanda 'ti senti più italiano o straniero?' Nicolò, il
mio fratellino di dieci anni, mi offre un altro punto di vista,
nonostante le nostre stesse origini. Nico, lo chiamo così perché non
esiste nessun termine filippino per indicare i fratelli minori, mi
risponde che si sente quasi totalmente italiano perché vive come tutti i
suoi compagni di classe.
Ha gli stessi libri, gli stessi interessi e gioca a calcio (sport che
nelle Filippine è quasi inesistente) come la maggior parte dei bambini
italiani; di filippino gli rimangono solo alcune parole e l'amore per
qualche nostro piatto tipico, ma per tutto il resto è un italiano,
legato molto di più a questo paese piuttosto che alle Filippine.
Io invece penso di non essere né più italiano né più filippino, ma
entrambi "
Quindi anche per chi viene definito sbrigativamente "di seconda
generazione", nato in Italia da genitori stranieri, ha una grande
importanza la differenza tra essere il primogenito (e vivere in una casa
dove si parla solo il filippino, in questo caso), o nascere avendo in
casa un fratello di 7 anni che parla fluentemente l'italiano.
Conoscete altri casi simili?