Roberto Deboni DMIsr
2017-07-09 15:00:02 UTC
Piu' un paese e' retrogrado e piu' vi e' diffusa la convinzione
che l'automazione fa perdere posti di lavoro. In realta' la
automazione non e' altro che una estensione della meccanizzazione
che e' iniziata in Inghilterra con la rivoluzione industriale.
E se l'affermazione e' che fa sparire certi specifici posti di
lavoro, questo e' indubbiamente vero. Per esempio, lo sterratore,
lo zappatore, il tirabulloni in catena di montaggio, le filatrici,
sono esempi di posti di lavoro che hanno perso posti di lavoro con
la meccanizzazione del settore.
Eppure, oggi la convinzione che l'automazione e' rafforzata dagli
elevati numeri di disoccupati. Non e' vero che sia causato dalla
automazione. Anzi, e' proprio il rifiuto nazionale della automazione
che ha portato alla sparizione di posti di lavoro, con il caso piu'
eclatante della FIAT che se ne va dove puo' automatizzare con meno
problemi.
In realta' l'automazione crea posti di lavoro, tanti quanti ne
fa scomparire, ma sono posti di lavoro che richiedono una maggiore
istruzione. Ed i nostri giovani sono piu' istruiti della media
degli immigrati. E quindi l'opposizione alla automazione li
costringe ad emigrare (e sono i migliori).
La giusta reazione della societa' alla tendenza del settore
produttivo verso la automazione deve essere quella di aggiungere
un anno alla scuola d'obbligo. Dopo la terza media si dovrebbe
rendere obbligatorio, per chi non prosegue con la scuola media
superiore, di un anno di corso di addestramento professionale
con le materie necessarie per introdurre gli elementi per una
preparazione in grado di "trovare" posti nel settore automazione.
L'effetto immediato sarebbe congelare per un anno la crescita
della disoccupazione (o almeno togliere un fattore), poi
occorrono alcuni anni perche' l'effetto "virtuoso" si faccia
sentire in termini di recupero dei posti di lavoro. Chi
promette soluzioni rapide ed immediate vi sta mentendo.
E sarebbe auspicabile incentivi per proseguire gli studi fino
al terzo livello di istruzione (dopo la scuola media superiore).
Come e' la situazione dell'Italia ? Invece si fa indietro, ed
ora come percentuale di possessori di titoli di studio del
terzo livello, ci stiamo faccendo sorpassare dalla Turchia e
raggiungere del Messico.
Ovvio che il tipo di economia che ne segue significa una
economia che ha necessita' dello schiavismo del lavoro
crumiro di migranti, che *devono* essere clandestini onde
non potere accedere alla corposa legislazione che protegge il
lavoro in Italia. Questo e' fortemente evidente in Italia,
perche' essa ha notevole differenze a livello regionale.
Nel nord c'e' un zoccolo duro che tiene duro contro questa
distruzione operata a livello governativo, ed in qualche
modo sta al passo con i tempi. Nel sud invece sono fatti di
cronaca e dibattito i casi ormai cronici ed endemici di
sfruttamento del lavoro manovale nella agricoltura.
Respingere la cultura della automazione porta a nefaste
conseguenze per l'Italia:
- la mette nella imposizione di dovere competere con il resto
del mondo in termini di riduzione dei redditi degli operai
(mentre riduzione del costo del lavoro non e' affatto
sinonimo di tagli salariali - ma e' una scelta operata in
Italia in tale dierzione)
- mantiene la necessita' di una demografia da "baby boom"
che poteva essere sostenibile quando l'Italia, come (moderata)
potenza economica, era in grado di pagare gli alimenti a
prezzi insostenibile per i restanti paesi del mondo non
faccenti parte dei paesi industrializzati, ma oggi, con
l'Italia sempre piu' in difficolta' a competere, significa
che le sempre crescenti importazioni alimentari dovranno
essere pagate sempre piu' care, per ora l'euro forte
maschera in parte questo effetto, oltre a notevoli sprechi
oggi perpretrati, ma la tendenza a lungo termine e' che
anche "mangiare" in Italia diventerebbe un lusso
(se la tendenza non viene invertita) ed i casi di anziani
che rovistano nei cassonetti sara' cronaca ordinaria
ed ovunque in Italia. E non dimentichiamo l'inquinamento
ambientale e la crisi di risorse indispensabili, come
l'acqua, che una crescita demografica fara' peggiorare,
allargando sempre piu' le zone d'Italia razionate;
E questi sono solo due delle conseguenze, chi legge ne
ha sicuramente in mente altri (come una risultante
"invasione" ed "occupazione").
che l'automazione fa perdere posti di lavoro. In realta' la
automazione non e' altro che una estensione della meccanizzazione
che e' iniziata in Inghilterra con la rivoluzione industriale.
E se l'affermazione e' che fa sparire certi specifici posti di
lavoro, questo e' indubbiamente vero. Per esempio, lo sterratore,
lo zappatore, il tirabulloni in catena di montaggio, le filatrici,
sono esempi di posti di lavoro che hanno perso posti di lavoro con
la meccanizzazione del settore.
Eppure, oggi la convinzione che l'automazione e' rafforzata dagli
elevati numeri di disoccupati. Non e' vero che sia causato dalla
automazione. Anzi, e' proprio il rifiuto nazionale della automazione
che ha portato alla sparizione di posti di lavoro, con il caso piu'
eclatante della FIAT che se ne va dove puo' automatizzare con meno
problemi.
In realta' l'automazione crea posti di lavoro, tanti quanti ne
fa scomparire, ma sono posti di lavoro che richiedono una maggiore
istruzione. Ed i nostri giovani sono piu' istruiti della media
degli immigrati. E quindi l'opposizione alla automazione li
costringe ad emigrare (e sono i migliori).
La giusta reazione della societa' alla tendenza del settore
produttivo verso la automazione deve essere quella di aggiungere
un anno alla scuola d'obbligo. Dopo la terza media si dovrebbe
rendere obbligatorio, per chi non prosegue con la scuola media
superiore, di un anno di corso di addestramento professionale
con le materie necessarie per introdurre gli elementi per una
preparazione in grado di "trovare" posti nel settore automazione.
L'effetto immediato sarebbe congelare per un anno la crescita
della disoccupazione (o almeno togliere un fattore), poi
occorrono alcuni anni perche' l'effetto "virtuoso" si faccia
sentire in termini di recupero dei posti di lavoro. Chi
promette soluzioni rapide ed immediate vi sta mentendo.
E sarebbe auspicabile incentivi per proseguire gli studi fino
al terzo livello di istruzione (dopo la scuola media superiore).
Come e' la situazione dell'Italia ? Invece si fa indietro, ed
ora come percentuale di possessori di titoli di studio del
terzo livello, ci stiamo faccendo sorpassare dalla Turchia e
raggiungere del Messico.
Ovvio che il tipo di economia che ne segue significa una
economia che ha necessita' dello schiavismo del lavoro
crumiro di migranti, che *devono* essere clandestini onde
non potere accedere alla corposa legislazione che protegge il
lavoro in Italia. Questo e' fortemente evidente in Italia,
perche' essa ha notevole differenze a livello regionale.
Nel nord c'e' un zoccolo duro che tiene duro contro questa
distruzione operata a livello governativo, ed in qualche
modo sta al passo con i tempi. Nel sud invece sono fatti di
cronaca e dibattito i casi ormai cronici ed endemici di
sfruttamento del lavoro manovale nella agricoltura.
Respingere la cultura della automazione porta a nefaste
conseguenze per l'Italia:
- la mette nella imposizione di dovere competere con il resto
del mondo in termini di riduzione dei redditi degli operai
(mentre riduzione del costo del lavoro non e' affatto
sinonimo di tagli salariali - ma e' una scelta operata in
Italia in tale dierzione)
- mantiene la necessita' di una demografia da "baby boom"
che poteva essere sostenibile quando l'Italia, come (moderata)
potenza economica, era in grado di pagare gli alimenti a
prezzi insostenibile per i restanti paesi del mondo non
faccenti parte dei paesi industrializzati, ma oggi, con
l'Italia sempre piu' in difficolta' a competere, significa
che le sempre crescenti importazioni alimentari dovranno
essere pagate sempre piu' care, per ora l'euro forte
maschera in parte questo effetto, oltre a notevoli sprechi
oggi perpretrati, ma la tendenza a lungo termine e' che
anche "mangiare" in Italia diventerebbe un lusso
(se la tendenza non viene invertita) ed i casi di anziani
che rovistano nei cassonetti sara' cronaca ordinaria
ed ovunque in Italia. E non dimentichiamo l'inquinamento
ambientale e la crisi di risorse indispensabili, come
l'acqua, che una crescita demografica fara' peggiorare,
allargando sempre piu' le zone d'Italia razionate;
E questi sono solo due delle conseguenze, chi legge ne
ha sicuramente in mente altri (come una risultante
"invasione" ed "occupazione").