Post by Giovanni DrogoNon ricordo di averlo gia' riportato (googlando direi di no). Stamattina
ripassando per una strada che non faccio spesso ho notato una lavagnetta
fuori da un bar che propagandava "Menu Combo Pantostato"
... per un po' mi sono domandato che cosa fosse un pantòstato e che
affinita' avesse con l'ortòstato e il pantògrafo
... prima di afferrare che in realta' era "pan tostato"
Mi fa ricordare un brano del "Diario clandestino" di Guareschi, scritto
nel lager di Beniaminowo (Polonia):
"Ci diedero il primo modulo—lettera, e si trattava di un foglio con
molte istruzioni in tedesco e alcuni spazi bianchi da riempire in
italiano. La metà destra del foglio era riservata alla risposta, e
bisognava star bene attenti a non confondere l'una parte con l'altra e a
scrivere chiaro, a matita e sopra le righe punteggiate, come vogliono
appunto le convenzioni internazionali che tutelano il diritto delle genti.
Ci diedero pure una doppia cartolina ripiegabile corredata di severe
istruzioni in francese, e la parte seconda di quest'altro ingegnoso
meccanismo postale, appiccicata convenientemente su un pacco
confezionato come da norme, avrebbe permesso a detto pacco di partire
dall'Italia e di viaggiare verso la nostra temporanea residenza.
Il capitano N. mi disse preoccupato che si trattava di 24 righe in
tutto, e il capitano C. aggiunse che se si considerava che oltre al
resto noi avremmo dovuto far entrare nelle 24 righe le istruzioni
dettagliate riguardanti i pacchi, la faccenda si sarebbe subito
appalesata molto grave.
«Bisognerà arrivare alla massima concisione» concluse il capitano M.
Ci disponemmo coscienziosamente al lavoro, comunicandoci via via il
risultato dei nostri studi personali.
Il capitano N., desiderando notizia sull'andamento della della casa e
degli affari, dopo adeguata riflessione, espresse la prima formula
ingegnosa: «Notìziami andamencàsa e andaffàri».
Si trattava di un virtuosismo di concisione, e il capitano N. venne
classificato a pari merito col capitano C, il quale, intendendo che la
consorte gli mettesse nel pacco la sua divisa di panno e tutto
il corredo di lana, propose uno snellissimo: «Pàccami pannàbito e
lancorrèdo».
Approvammo, e mettemmo allo studio il problema più difficile: spiegare
in poche parole come si dovesse confezionare un robusto pacco di 5 kg.,
usando la cedola all'uopo inviata, evitando di introdurre in esso pacco
carte, medicinali, liquidi infiammabili, e avendo invece cura di farci
entrare per esempio sigarette, tabacco, crema d'orzo e farina di frumento.
Fu un lavoro lungo, ma rallegrato da un pregevole risultato:
«Robustizzàte pacco pentachìlo a 1/2 cedola all'uopàta evitando
medicincarte et infiammabili.
Paccàte sigartabacco, cremòrzo, frumfarina...»"