Post by ADPUFPost by Maurizio PistonePost by ADPUFBeh, chi glielo impediva?
i mussulmani, direi
Quindi prima di Maometto potevano esserci ebrei negri, e dopo
anche
cerchiamo di tornare ai fatti.
La presenza di ebrei in Arabia prima di Maometto è documentata dalle
fonti islamiche.
Di queste comunità non si sa molto, in particolare non si sa se si
tratti di gruppi della diaspora o se vi sia stato un vero e proprio
proselitismo.
Nessuna fonte in ogni caso parla di "negri" ebrei, e ormai il problema
non esiste più, essendo stato risolto da Maometto alla radice.
Questo ovviamente per l'Arabia vera e propria; per quanto riguarda la
Siria e gli altri paesi del Mediterraneo orientale, cioè paesi che
all'epoca no erano arabi, fino all'espansione islamica, fanno parte
dell'Impero Romano, e nel VII secolo erano profondamente cristianizzati.
Esisteva una importante minoranza ebraica, in Palestina e nelle città
principali, in questo caso, sicuramente in massima parte discendente
dalla diasporta, può darsi che ci siano state delle conversioni
individuali, ma è del tutto da escludersi che vi sia stato un
proselitsmo di massa.
Anche per quanto riguarda i negri, l'Impero Romano era un minestrone
etnico, quindi ci sarà sicuramente stato qualche etiope ecc. ma i
contatti fra il Mediterraneo e l'Africa subsahariana erano ancora troppo
sporadici perché il fenomeno avesse una qualche consistenza demografica.
Chi parla di "ebrei negri" in quest'epoca in queste regioni deve quindi
portare prove un po' più consistenti della testimonianza di un mercante
bolognese del XVII secolo.
In ogni caso, non intendo più replicare ad argomenti del tipo "è
possibile, e tu non puoi provare che non sia così".
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Passiamo ora ai negri in Arabia.
Prima dell'islam, il Mar Rosso era un vero Mediterraneo, attraversato
nei due sensi da intense correnti di traffico e di comunicazione
culturale.
È un fatto che in Abissinia si parlano lingue semitiche, e che l'antica
scrittura etiopica sia derivata dalla scrittura sudarabica.
Tra il IV secolo a.C. e il VI secolo d.C. nel sud dell'Abissinia si
sviluppa una importante civiltà, che ha fra le sue capitali Axum, e
riesce ad estendere il suo controllo non solo sulle coste dell'attuale
Eritrea, ma anche sulla costa della penisola arabica.
È questo il momento di massima apertura dell'Abissinia verso il mondo
esterno, che comporta anche la penetrazione di fenomeni culturali
globali, come il cristianesimo.
In modalità che non ci sono note, c'è anche una relativa penetrazione
dell'ebraismo, che dà origine ad una comunità di ebrei sicuramente non
della diaspora.
Quando gli osservatori occidentali hanno conosciuto queste comunità,
erano ormai in fase di decadenza, questi ebrei non conoscevano
l'ebraico, avevano una conoscenza sommaria della Torah, non conoscevano
il Talmud, avevano un'organizzazione molto simile a quella delle
comunità monastiche cristiane.
Per di più vivevano in zone isolate, dove potevano sottrarsi alla
pressione cristiana ed islamica.
Di queste comunità dette falasha non si sapeva quasi nulla al di fuori
dell'Abissinia.
Non mi risultano notizie che parlino di una migrazione di falasha in
Arabia.
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In conclusione, per quanto riguarda l'esistenza di interi villaggi di
ebrei negri in Siria nel XVII secolo, aspetto qualche conferma un po'
più probante di quelle che ho letto.
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Maurizio Pistone strenua nos exercet inertia Hor.
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