tattoo
2018-02-12 13:59:57 UTC
La denuncia delle «Iene»: bonifici pubblicati sul sito e poi annullati.
Coinvolti capilista nelle Marche e in Piemonte. Di Maio: «Vanno
espulsi». Loro restituiscono l’ammanco e annunciano: «Se eletti
rinunceremo a posto»
http://www.corriere.it/elezioni-2018/notizie/bonifici-fatti-poi-annullati-scandalo-false-restituzioni-stipendi-5-stelle-8e8e5730-0fd0-11e8-a9ce-f6fed5e23abc.shtml
Della restituzione di metà degli stipendi dei loro parlamentari il
Movimento 5 Stelle ne ha fatto una bandiera. «È quello che ci
differenzia dagli altri partiti» sottolinea il candidato premier Lugi Di
Maio. Peccato che, a quanto pare, non tutti deputati e senatori del
Movimento siano proprio immacolati da questo punto di vista. La
trasmissione «Le Iene» ha infatti scoperto che in alcuni casi quelle
restituzioni non avvengono. E i politici i soldi se li tengono in tasca.
I rimborsi
La denuncia parte da un esponente 5 Stelle che preferisce rimanere
anonimo. Il meccanismo è questo: ogni mese i parlamentari si sono
impegnati a restituire metà di quanto percepito, tramite un bonifico
destinato a un fondo per il microcredito (per sostenere le piccole e
medie imprese). Sul sito www.tirendiconto.it ogni deputato pubblica il
suo rendiconto personale, con tanto di copia dei bonifici con le cifre
restituite.
I soldi mancanti
Ma, spiega la fonte, il totale dei soldi finiti su quel fondo è molto
inferiore da quella che risulta dalla somma di quei bonifici. Perché?
Ecco svelato il mistero: perché alcuni di quei bonifici sono falsi.
Ovvero: i parlamentari danno disposizione per effettuare il bonifico,
pubblicano il rendiconto, e poi, entro 24 ore, annullano il bonifico
stesso. Che quindi non viene mai effettuato.
I nomi
La fonte anonima fa i nomi di Andrea Cecconi, capogruppo alla Camera e
capolista nelle Marche, che nel suo collegio deve sfidare l’ex Ministro
dell’Interno Minniti: risulta che abbia fatto undici bonifici per un
totale superiore a 21mila euro. Ma di quei soldi non c’è traccia. «Non è
vero, li ho effettuati - sostiene ai microfoni della trasmissione - Se
qualcuno avesse fatto qualcosa del genere sarebbe un disonesto». L’altro
nome è quello di Carlo Martelli, capolista in Piemonte: in questo caso i
bonifici sarebbero venti per un importo di 76mila euro. Anche lui si
difende, si dice pronto a contattare la trasmissione per dimostrare la
sua onestà. Ma poi, spiegano «Le Iene», da entrambi nessun cenno.
Scontrini, affitti troppo bassi, doppi incarichi politici, massoneria: i
casi dei candidati M5S
Scontrini, affitti troppo bassi, doppi incarichi politici,
«Sono in parecchi che lo fanno - aggiunge ancora la fonte anonima -
Siamo alla doppia cifra. Non c’è nessuno che controlla se queste
restituzioni avvengono, si va sulla fiducia». E infatti la polemica è
destinata ad allargarsi, la trasmissione annuncia il coinvolgimento
anche di Barbara Lezzi e Maurizio Buccarella. Lei, in un post pubblicato
e poi rimosso su Facebook, ha scritto: «Andrò in banca per farmi
rilasciare la documentazione che accerta che i bonifici che ho
effettuato in questi anni non sono stati revocati».
Coinvolti capilista nelle Marche e in Piemonte. Di Maio: «Vanno
espulsi». Loro restituiscono l’ammanco e annunciano: «Se eletti
rinunceremo a posto»
http://www.corriere.it/elezioni-2018/notizie/bonifici-fatti-poi-annullati-scandalo-false-restituzioni-stipendi-5-stelle-8e8e5730-0fd0-11e8-a9ce-f6fed5e23abc.shtml
Della restituzione di metà degli stipendi dei loro parlamentari il
Movimento 5 Stelle ne ha fatto una bandiera. «È quello che ci
differenzia dagli altri partiti» sottolinea il candidato premier Lugi Di
Maio. Peccato che, a quanto pare, non tutti deputati e senatori del
Movimento siano proprio immacolati da questo punto di vista. La
trasmissione «Le Iene» ha infatti scoperto che in alcuni casi quelle
restituzioni non avvengono. E i politici i soldi se li tengono in tasca.
I rimborsi
La denuncia parte da un esponente 5 Stelle che preferisce rimanere
anonimo. Il meccanismo è questo: ogni mese i parlamentari si sono
impegnati a restituire metà di quanto percepito, tramite un bonifico
destinato a un fondo per il microcredito (per sostenere le piccole e
medie imprese). Sul sito www.tirendiconto.it ogni deputato pubblica il
suo rendiconto personale, con tanto di copia dei bonifici con le cifre
restituite.
I soldi mancanti
Ma, spiega la fonte, il totale dei soldi finiti su quel fondo è molto
inferiore da quella che risulta dalla somma di quei bonifici. Perché?
Ecco svelato il mistero: perché alcuni di quei bonifici sono falsi.
Ovvero: i parlamentari danno disposizione per effettuare il bonifico,
pubblicano il rendiconto, e poi, entro 24 ore, annullano il bonifico
stesso. Che quindi non viene mai effettuato.
I nomi
La fonte anonima fa i nomi di Andrea Cecconi, capogruppo alla Camera e
capolista nelle Marche, che nel suo collegio deve sfidare l’ex Ministro
dell’Interno Minniti: risulta che abbia fatto undici bonifici per un
totale superiore a 21mila euro. Ma di quei soldi non c’è traccia. «Non è
vero, li ho effettuati - sostiene ai microfoni della trasmissione - Se
qualcuno avesse fatto qualcosa del genere sarebbe un disonesto». L’altro
nome è quello di Carlo Martelli, capolista in Piemonte: in questo caso i
bonifici sarebbero venti per un importo di 76mila euro. Anche lui si
difende, si dice pronto a contattare la trasmissione per dimostrare la
sua onestà. Ma poi, spiegano «Le Iene», da entrambi nessun cenno.
Scontrini, affitti troppo bassi, doppi incarichi politici, massoneria: i
casi dei candidati M5S
Scontrini, affitti troppo bassi, doppi incarichi politici,
«Sono in parecchi che lo fanno - aggiunge ancora la fonte anonima -
Siamo alla doppia cifra. Non c’è nessuno che controlla se queste
restituzioni avvengono, si va sulla fiducia». E infatti la polemica è
destinata ad allargarsi, la trasmissione annuncia il coinvolgimento
anche di Barbara Lezzi e Maurizio Buccarella. Lei, in un post pubblicato
e poi rimosso su Facebook, ha scritto: «Andrò in banca per farmi
rilasciare la documentazione che accerta che i bonifici che ho
effettuato in questi anni non sono stati revocati».