Post by Albion of AvalonSi provò di tutto fino che verso il 1917 i tedeschi
Post by Albion of Avaloniniziarono ad intuire le tattiche di infiltrazione
Ho l'impressione che parte della ragione del successo austriaco a
Caporetto fosse in queste.
La vera e propria tattica di infiltrazione, a Caporetto, la praticò solo
l'Alpenkorp, ma con risultati per noi catastrofici: l'intero massiccio
Mataiur-Kolovrat fu fatto cadere con infiltrazioni che colsero da tergo i
difensori di seconda linea, assolutamente impreparati a questa eventualità.
Il comandante della 14,a armata (Von below) e il suo capo si SM, Kraft von
Dellmensingen, erano molto orientati alla penetrazione in profondità senza
curarsi dei fianchi e questo atteggiamento inculcarono alle truppe
dipendenti, anche se queste none rano specificamente addestrate alla tattica
d'infiltrazione.
A destra dell'Alpenkorp la penetrazione della 12ma slesiana lungo il fondo
valle Isonzo non fu una vera e propria infiltrazione ma una rapida
penetrazione in un varco trovato aperto. Ciò non toglie che i comandi
tedeschi adeguarono con estrema prontezza la loro formazione alla situazione
trovata. Neanche nei successivi combattimenti in val Natisone (linea
Potoki-Robic) risultano attacchi ad infiltrazione da parte della 12ma. Il
272ma fanteria (Potenza) ripiegò lentamente e sempre combattendo. Invece
l'altro reggimento della brigata, il 273mo subì gravi pedite, rinunciò alla
difesa di M. Mia, probabilmente a causa di infiltrazioni.
Alla sinistra dell'Alpenkorp la 200ma div. germanica attaccò con le tattiche
tradizionali le posizioni dello Jeza, forti e continue, ottenendo risultati
buoni ma non travolgenti. La 19ma div. italiana si battè con continuità
cedendo posizioni ma mantenendo una certa compattezza (i resti delle brigate
Taro e Spezia combattevano ancora a Clabuzzaro e Lombai due giorni dopo).
Fallirono completamente il loro scopo le divisioni di seconda linea,
incapaci sia di tenere le posizioni retrostanti, sia di contrattaccare al
momento opportuno.
Per quanto riguarda gli austriaci la loro tattica non prevedeva
l'infiltrazione, ma il comandante del loro I c.a., il gen. Krauss era un
sostenitore degli attacchi a fondo valle, che assunsero carattere di
infiltrazione per la dottrina italiana che privilegiava la difesa delle
vette e delle creste. Incidentalmente, sul Grappa la dottrina Krauss fallì
completamente (o forse la 4° armata italiana distribuì le sue forze meglio
del IV e del XXVII C.A.a Caporetto). L'attacco della 12ma slesiana alla
testa di ponte di Vidor (Piave) fallì. Fallirono anche gli attachi del
Krauss ai due lati del Grappa, in fondo val Piave e in fondo Val Brenta. Si
dovette rassegnare ad attaccare per l'alto, con i risultati che ben
conosciamo: progressi nel cuore del massiccio, ma non la sua conquista
completa.
Post by Albion of AvalonMa se è vera l'obiezione fatta da qualcuno più sopra che i generali non
potevano, nel 1914, essere pronti ad usare i carri armati, mi chiedo se
invece non avrebbero potuto essere pronti appunto all'uso di queste
tattiche di fanteria, nonchè alle Sturmtruppen. Nel caso dei carri armati,
la tecnologia non c'era, ma in quest'altro caso?
Probabilmente ci fu la pigrizia mentale. Prima di mettere a punto la tattica
dell'infiltrazione (comunque mai disgiunta dalla precisione chirurgica
dell'artiglieria), i tedeschi andarono incontro ai massacri di Verdun.
Dovettero poi dedicarsi all'addestramento difensivo delle loro divisioni sul
fronte occidentale e solo nell'inverno del 1917-18 poterono addestrare
all'infiltrazione il grosso delle divisioni di fanteria. Ma anche qui, dopo
i successi iniziali le loro offensive si arenarono, sostanzialmente per il
peggiorare della logistica (inevitabile per l'attaccante).
G.D.M.
(se il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza nazionale perchè
non paga il 50%
del debito pubblico?)