Post by Giacobino da Tradatevuole indicare "tarda autoindulgenza per le sue cazzate giovanili" con
una parola sola
Bella definizione, Giacobino da Tradate. Esiste questa parola magica?
Vedo che nel post ci siamo persi di vista la questione principale e abbiamo cominciato coi baciabbracci (a proposito, bentornata Fiorelisa!).
Pensavo di chiedere anche altre parole, se esistono. Ma mi sa che se mi aiutate così sono destinato a rimanere col becco asciutto :-)
Ci sono un sacco di sostantivi che credo manchino nella lingua italiana e che mi hanno turbato per quasi mezzo secolo di vita:
* lo spazio interno alla O che sembra sempre più bianco della carta al suo esterno
* la zona sotto il lobo dell'orecchio dove baciare sensualmente una donna
* lo spigolo dove si tende a sbattere il quinto dito soprattutto di notte
* il nome dell'ipotetico colore che se esistesse sarebbe più scuro del nero
* lo spazio tra l'unghia e la carne dove si piantano le spine
* il momento tra il risveglio e la prima bestemmia della domenica mattina, quando le campane ti tolgono dal sonno
* la sensazione provata dal fotone che dopo un viaggio di 150 milioni di chilometri, diretto alla Terra, si scontra contro di te invece che con l'erba, a un metro dal traguardo
* il ritirarsi crucciato dal lavoro (ma senza darlo a vedere), dopo aver ricevuto un cazziatone dal capoufficio
* il suono distorto dal battimento che arriva all'orecchio quando due persone cantano in falsetto con qualche hertz di differenza
* la scomodità delle panche in chiesa
* la sensazione di smarrimento (con tanto di tachicardia e pressione alta) che si prova quando ci si accorge d'aver fatto una grossa cazzata, sapendo che si passerà tutta la notte a pensarci in attesa che qualcuno ce la faccia pagare l'indomani
* il difetto nel vetro della finestra
* l'ombra che non dovrebbe esistere ma è evidente che c'è (sempre creata da qualche povero fotone di cui sopra)
* il colore dell'arcobaleno che dicono sia l'ultravioletto, ma se lo vedo vuol dire che tanto ultra non è (fateci caso: ha un contorno bianco, all'esterno dell'arco primario)
* il momento in cui, ascoltando una canzone, ti entra finalmente in testa il ritmo mentre prima sentivi solo una melodia scalcagnata senza senso
* la vertigine che si prova al momento di un incidente scampato per un pelo
* il fastidio provato quando qualcuno non ha fatto bene il suo lavoro (tipo rimettendo a posto un tombino senza curarsi di allinearlo in modo decente)
* la persona di cui ti fidi ciecamente e che poi ti pugnala alle spalle (qui non cerco un epiteto più o meno colorito, ma un termine che anche il Manzoni, pace all'anima sua, userebbe)
* la pennichella soprattutto postprandiale che subentra durante una riunione mentre qualcuno al buio ti tortura coi grafici al proiettore
* (legato al precedente) l'imbarazzo provato quando qualcuno ti fa una domanda su qualcosa che stava dicendo e improvvisamente ritorni in te dopo un viaggio virtuale alle Hawaii e non hai la minima idea di che cosa si sia parlato
* il nome al movimento della testa tipo "no no no" fatto da qualcuno mentre parli mentre cerca di esprimere il suo disaccordo ma senza interrompere perché è poco educato
* il trattino che distingue lo zero dalla O
* la bruttezza di moltissimi font (soprattutto di targhe automobilistiche) quando qualcosa urta perché non ci si è curati di badare bene alle proporzioni (quelle tedesche vecchie facevano schifo; quelle nuove anche)
* il disagio provato nel non poter competere con qualcuno intellettualmente più dotato?
* l'odio che si prova nel dover leggere lunghe liste fatte di righe inutili nei post di qualcuno
Ci sarebbe anche l'odio provato per l'inventore di Javascript ma credo che questo sia piuttosto circoscritto a noi poveri esseri reincarnati come informatici.
Non so voi, ma da sempre provo un certo disagio nel non poter esprimere questi (e molti altri) concetti in modo più conciso.