Roberto Deboni DMIsr
2018-08-05 14:50:17 UTC
Esiste un modo efficace e rapido per trovare le risorse
richieste per il reddito di cittadinanza: semplificare
drasticamente, ove possibile, le procedure degli enti
pubblici, in modo da creare un esubero di dipendenti che
possano cosi' essere licenziati. Infatti la voce
stipendi e' una delle voci "pesanti" del bilancio pubblico.
Per gli "esuberanti" non sarebbe una tragedia, proprio a
seguito della introduzione concomitante del reddito di
cittadinanza. Vi risparmi lunghi ragionamenti, saltando
alla semplice conclusione: per ogni dipendente pubblico
licenziato possiamo finanziare tre redditi di cittadinanza,
uno per i dipendente, ed altri due per alterttanti cittadini
italiani senza reddito (parafrasando il famoso slogan:
del "lavorare meno, lavorare tutti", potrei scrivere un
"guadagnare meno, guadagnare tutti")
Ma dove potremo trovare una semplificazione che meta' in
gioco grossi numeri ? Chi a avuto a che fare con le
dichiarazioni fiscali (come in questi mesi) non puo' non
pensare subito alla follia della gestione delle ritenute
d'acconto fiscali. Noi, in un crescendo dagli anni '80 in
poi ci troviamo ad anticipare, quasi al 100%, le imposte
dell'anno in corso (e' come se ci fosse stato un anno
con doppia tassazione, una tantum). E questa gestione in
acconto, e' complessa e farraginosa, con ogni anno,
dopo versamenti: il saldo e l'acconto, e poi il
riporto di quanto anticipato, il calcolo della differenza,
e nuovo saldo e questo per l'imposta statale, per l'imposta
regionale, per l'imposta comunale. Nel caso di dichiarazione
semplici (la maggioranza dei cittadini) piu' della meta'
del tempo per la compilazione della dichiarazione e' rivolta
alla gestione degli acconti d'imposta. E la complicazione e'
tale che da sola bastta a spingere molti cittadini a portare
la dichiarazione da compilare ai CAAF (eppure, con un mono
reddito, la dichiarazione in fai-da-te puo' essere fatta in
dieci minuti, a parte i tempi di compilazione noiosa dei
dati personali, se non fosse per le ritenute d'acconto.
Anzi, esiste un quadro apposito l'RX. Quadro RX che da 4 righe
alla nascista, e' oggi e' esploso ad una intera pagina A4.
Tanto enorme lavoro dei cittadini si ripercuote in altrettanto
lavoro di verifica e controllo da parte della Agenzia delle
Entrate e poi gestione dei contenziosi conseguenti. Insomma
servono ore-uomo. Milioni di ore-uomo.
La mia proposta e', con una semplice leggina stabilire che
e' abolito tutto il sistema delle ritenute d'acconto: dal
2019 le imposte si pagano a saldo, quindi quelle del 2018
si pagano nel 2019, a rate se si vuole, o in unica soluzione
per chi preferisce cosi'. In altri paesi tradizionalmente
avviene cosi' in Aprile (per dare tempo a fare i calcoli
a chiudere l'anno precedente) ma potrebbe anche essere in
Maggio. Eliminando tutta le gestione delle ritenute d'acconto
salta qualcosa come 2 pagine da compilare.
Domanda: ma se dal 2019 si pagano le tasse 2018 che quindi
saranno compensate probabilmente integralmente con gli
acconti versati nel 2018, mentre le tasse del 2019 si
iniziano a pagare dopo Aprile-Maggio nel 2020, le
entrate delle imposte dirette sarebbero congelate per un
intero anno. E la cassa pubblica che farebbe ?
Soluzione: come scritto, di fatto ci siamo trovati, piu'
o meno gradualmente (per una nuova attivita' la botta e'
immediata: doppio di tasse dopo il primo anno di attivita:
il saldo dell'inizio attivita' ed il primo "giro" degli
acconti per l'anno a venire), ad avere pagato una "una tantum"
di doppia tassazione. Tanto vale allora stabilire che
nel 2019 si pagano doppia tassa (dhe annualita'), ovvero
che:
a) nel 2019 si pagano le tasse dovute a seguito dei redditi
calcolati a consuntivo per l'anno 2018
b) nel 2019 si paga una seconda volta la tassa per il
2018 (una tantum) che sara' pagata con gli acconti
versati nel 2018 (o crediti relativi al 2018)
Cioe' nel 2019 "fisicamente" si paghera' come se esistesse
ancora il meccanismo delle ritenute d'acconto, perche' la
"doppia tassa" 2018 sarebbe mascherata dalla compensazione
appunto degli acconti 2018, l'ultimo anno in cui sarebbero
da versare. Quello che cambiera' dal 2019 e' come avviene
il calcolo: non piu' a preventivo, con conguaglio a
consuntivo, ma dal 2019 le tasse da pagare si calcolano
solo a consuntivo.
Ovviamente si dovra' studiare
dei meccanismi compensatori per casi particolari, tipo
che ha avuto una improvvisa entrata nel 2018, ovvero,
ad esempio, la seconda tassazione "una tantum" potrebbe
essere calcolata sulla media dei redditi degli ultimi
5 anni. Ma questi sono dettagli che discuteranno esperti
e politici.
La drastica semplificazione conseguente sul lato pubblico,
premetterebbe di licenziare un numero importante di dipendenti
pubblici, che pero' non finiscono sulla strada perche'
riceverebbero subito il reddito di cittadinanza. Certo, per
loro finisce la pacchia di un bel reddito, ma quel reddito
viene ogni giorno versato sulla pelle di:
- due cittadini disoccupati (che pagano ancora molte tasse
come l'IVA, imposte energetiche, tasse comunali, tassa
sul televisore, etc. per un ammontare paragonabile
all'entrata media pro-capite dalle imposte dirette)
- di n-contribuenti che soffrono e pagano i costi per
la complicata gestione che poi va verificata dal
su citato dipendente statale
Notare che nel settentrione, che a quanto pare avrebbe
bisogno di migranti per coprire i suoi posti di lavoro,
si andrebbe a liberare anche una notevole forza lavoro
(quelli che oggi lavorano presso i commercialista e CAAF
per gestire la citate folle gestione delle ritenute
d'acconto, ma anche dipendente degli amministratori di
condominio, per le stesse ragioni, etc.)
Inoltre, finalmente chiunque apre una nuova attivita'
imprenditoriale, fino alla semplice ditta individuale,
non subira' piu' la dura vessazione del secondo anno, in
cui paga la doppia tassa (il primo acconto e le tasse
del primo anno di attivita').
Analogamente si semplifica la gestione delle buste paga
dei dipendenti, non dovendo piu' calcolare gli acconti.
L'imposta dovuta da un dipendente sara' calcolata
con semplicita' sulla base del reddito dell'anno chiuso
e poi caricato sulla busta paga a rate mensili. Piu'
semplice di cosi' ...
Sarebbe anche drasticamente semplificata la fatturazione
dei professionisti (e la loro gestione da parte dei
clienti IVA), e cosi' via.
Lo scossone benefico sarebbe tale che gia' nel 2020
potremo avere un crescita del PIL al 3%, in crescendo.
Io, ad esempio, tornerei senza esitazioni, in attivita',
nonostante i miei anni.
Anche perche' una tale novita' significa un grosso
concreto passo verso una reale semplificazione dei rapporti
tra cittadini e fisco, tra cittadini e Stato e quindi
un messaggio nella direzione di un vero cambiamento,
di volere ripristinare un rapporto di fiducia verso
le istituzioni, avviando una circolo virtuoso che
farebbero tornare l'Italia ad essere una delle
locomotive d'Europa.
Per chi e' sobbalzato alla menzione di una doppia tassazione
IRPEF 2018, invito a meditare che rinviare all'infinito la
realizzazione di essere stati fregati non fa sparire la
fregatura ed invece vi costa continuamente di danno per
il "rimuginare". Tanto vale metterci una pietra sopra
e ricominciare da zero se in cambio si hanno grandi
vantaggi, come quello di far sparire tutta la logica
perversamente vessatoria delle ritenute d'acconto.
richieste per il reddito di cittadinanza: semplificare
drasticamente, ove possibile, le procedure degli enti
pubblici, in modo da creare un esubero di dipendenti che
possano cosi' essere licenziati. Infatti la voce
stipendi e' una delle voci "pesanti" del bilancio pubblico.
Per gli "esuberanti" non sarebbe una tragedia, proprio a
seguito della introduzione concomitante del reddito di
cittadinanza. Vi risparmi lunghi ragionamenti, saltando
alla semplice conclusione: per ogni dipendente pubblico
licenziato possiamo finanziare tre redditi di cittadinanza,
uno per i dipendente, ed altri due per alterttanti cittadini
italiani senza reddito (parafrasando il famoso slogan:
del "lavorare meno, lavorare tutti", potrei scrivere un
"guadagnare meno, guadagnare tutti")
Ma dove potremo trovare una semplificazione che meta' in
gioco grossi numeri ? Chi a avuto a che fare con le
dichiarazioni fiscali (come in questi mesi) non puo' non
pensare subito alla follia della gestione delle ritenute
d'acconto fiscali. Noi, in un crescendo dagli anni '80 in
poi ci troviamo ad anticipare, quasi al 100%, le imposte
dell'anno in corso (e' come se ci fosse stato un anno
con doppia tassazione, una tantum). E questa gestione in
acconto, e' complessa e farraginosa, con ogni anno,
dopo versamenti: il saldo e l'acconto, e poi il
riporto di quanto anticipato, il calcolo della differenza,
e nuovo saldo e questo per l'imposta statale, per l'imposta
regionale, per l'imposta comunale. Nel caso di dichiarazione
semplici (la maggioranza dei cittadini) piu' della meta'
del tempo per la compilazione della dichiarazione e' rivolta
alla gestione degli acconti d'imposta. E la complicazione e'
tale che da sola bastta a spingere molti cittadini a portare
la dichiarazione da compilare ai CAAF (eppure, con un mono
reddito, la dichiarazione in fai-da-te puo' essere fatta in
dieci minuti, a parte i tempi di compilazione noiosa dei
dati personali, se non fosse per le ritenute d'acconto.
Anzi, esiste un quadro apposito l'RX. Quadro RX che da 4 righe
alla nascista, e' oggi e' esploso ad una intera pagina A4.
Tanto enorme lavoro dei cittadini si ripercuote in altrettanto
lavoro di verifica e controllo da parte della Agenzia delle
Entrate e poi gestione dei contenziosi conseguenti. Insomma
servono ore-uomo. Milioni di ore-uomo.
La mia proposta e', con una semplice leggina stabilire che
e' abolito tutto il sistema delle ritenute d'acconto: dal
2019 le imposte si pagano a saldo, quindi quelle del 2018
si pagano nel 2019, a rate se si vuole, o in unica soluzione
per chi preferisce cosi'. In altri paesi tradizionalmente
avviene cosi' in Aprile (per dare tempo a fare i calcoli
a chiudere l'anno precedente) ma potrebbe anche essere in
Maggio. Eliminando tutta le gestione delle ritenute d'acconto
salta qualcosa come 2 pagine da compilare.
Domanda: ma se dal 2019 si pagano le tasse 2018 che quindi
saranno compensate probabilmente integralmente con gli
acconti versati nel 2018, mentre le tasse del 2019 si
iniziano a pagare dopo Aprile-Maggio nel 2020, le
entrate delle imposte dirette sarebbero congelate per un
intero anno. E la cassa pubblica che farebbe ?
Soluzione: come scritto, di fatto ci siamo trovati, piu'
o meno gradualmente (per una nuova attivita' la botta e'
immediata: doppio di tasse dopo il primo anno di attivita:
il saldo dell'inizio attivita' ed il primo "giro" degli
acconti per l'anno a venire), ad avere pagato una "una tantum"
di doppia tassazione. Tanto vale allora stabilire che
nel 2019 si pagano doppia tassa (dhe annualita'), ovvero
che:
a) nel 2019 si pagano le tasse dovute a seguito dei redditi
calcolati a consuntivo per l'anno 2018
b) nel 2019 si paga una seconda volta la tassa per il
2018 (una tantum) che sara' pagata con gli acconti
versati nel 2018 (o crediti relativi al 2018)
Cioe' nel 2019 "fisicamente" si paghera' come se esistesse
ancora il meccanismo delle ritenute d'acconto, perche' la
"doppia tassa" 2018 sarebbe mascherata dalla compensazione
appunto degli acconti 2018, l'ultimo anno in cui sarebbero
da versare. Quello che cambiera' dal 2019 e' come avviene
il calcolo: non piu' a preventivo, con conguaglio a
consuntivo, ma dal 2019 le tasse da pagare si calcolano
solo a consuntivo.
Ovviamente si dovra' studiare
dei meccanismi compensatori per casi particolari, tipo
che ha avuto una improvvisa entrata nel 2018, ovvero,
ad esempio, la seconda tassazione "una tantum" potrebbe
essere calcolata sulla media dei redditi degli ultimi
5 anni. Ma questi sono dettagli che discuteranno esperti
e politici.
La drastica semplificazione conseguente sul lato pubblico,
premetterebbe di licenziare un numero importante di dipendenti
pubblici, che pero' non finiscono sulla strada perche'
riceverebbero subito il reddito di cittadinanza. Certo, per
loro finisce la pacchia di un bel reddito, ma quel reddito
viene ogni giorno versato sulla pelle di:
- due cittadini disoccupati (che pagano ancora molte tasse
come l'IVA, imposte energetiche, tasse comunali, tassa
sul televisore, etc. per un ammontare paragonabile
all'entrata media pro-capite dalle imposte dirette)
- di n-contribuenti che soffrono e pagano i costi per
la complicata gestione che poi va verificata dal
su citato dipendente statale
Notare che nel settentrione, che a quanto pare avrebbe
bisogno di migranti per coprire i suoi posti di lavoro,
si andrebbe a liberare anche una notevole forza lavoro
(quelli che oggi lavorano presso i commercialista e CAAF
per gestire la citate folle gestione delle ritenute
d'acconto, ma anche dipendente degli amministratori di
condominio, per le stesse ragioni, etc.)
Inoltre, finalmente chiunque apre una nuova attivita'
imprenditoriale, fino alla semplice ditta individuale,
non subira' piu' la dura vessazione del secondo anno, in
cui paga la doppia tassa (il primo acconto e le tasse
del primo anno di attivita').
Analogamente si semplifica la gestione delle buste paga
dei dipendenti, non dovendo piu' calcolare gli acconti.
L'imposta dovuta da un dipendente sara' calcolata
con semplicita' sulla base del reddito dell'anno chiuso
e poi caricato sulla busta paga a rate mensili. Piu'
semplice di cosi' ...
Sarebbe anche drasticamente semplificata la fatturazione
dei professionisti (e la loro gestione da parte dei
clienti IVA), e cosi' via.
Lo scossone benefico sarebbe tale che gia' nel 2020
potremo avere un crescita del PIL al 3%, in crescendo.
Io, ad esempio, tornerei senza esitazioni, in attivita',
nonostante i miei anni.
Anche perche' una tale novita' significa un grosso
concreto passo verso una reale semplificazione dei rapporti
tra cittadini e fisco, tra cittadini e Stato e quindi
un messaggio nella direzione di un vero cambiamento,
di volere ripristinare un rapporto di fiducia verso
le istituzioni, avviando una circolo virtuoso che
farebbero tornare l'Italia ad essere una delle
locomotive d'Europa.
Per chi e' sobbalzato alla menzione di una doppia tassazione
IRPEF 2018, invito a meditare che rinviare all'infinito la
realizzazione di essere stati fregati non fa sparire la
fregatura ed invece vi costa continuamente di danno per
il "rimuginare". Tanto vale metterci una pietra sopra
e ricominciare da zero se in cambio si hanno grandi
vantaggi, come quello di far sparire tutta la logica
perversamente vessatoria delle ritenute d'acconto.